L'addestramento sta procedendo bene.
Gune mi massacra ogni giorno ma per lo meno sto migliorando. Il dispositivo di manovra tridimensionale è più semplice di quanto pensassi da usare. Il lavoro di squadra non è un mio punto debole diversamente da quanto mi aspettassi.
Le conversazioni al tavolo si sono fatte più animate rispetto ai primi giorni.
Ho conosciuto meglio i due ragazzi da cui Mikasa non si separa mai, Armin, un ragazzo basso, biondo e occhi azzurri scintillanti che esprimono una gran curiosità, ed Eren, il ragazzo a cui avevo fatto la ramanzina la prima sera. Quest'ultimo è un vero casininista. Urla sempre, perfino mentre mangia.
Si sono uniti a noi anche altri due ragazzi, Reiner, un tipo molto robusto che sembra un po' un fratello maggiore, e Bertholdt, alto e silenzioso.
Dall'episodio dell'albero, tra me e Jean si sta creando un bel rapporto, soprattutto complici nel far avvicinare quei due zucconi dei nostri amici. Appena ne abbiamo l'occasione facciamo in modo che debbano lavorare insieme o semplicemente in mensa passino più tempo possibile tra di loro. Pare anche funzionare.
Sina mi racconta, senza rendersene nemmeno conto, di quanto sia bello chiacchierare con lui e di quante cose abbiamo in comune. È bello vederla così, testa fra le nuvole e sorriso ebete stampato in faccia.
A detta del mio collega è la stessa cosa per Marco.
«Sinaaaaaaa! Se stai così bene con lui mettetevi insieme..» dico ogni santa volta e ogni santa volta sembra quasi le si fulmini la lampadina dell'autocontrollo.
Ora siamo a tavola a cenare, Sina e Marco sono uno davanti all'altro, ma stranamente oggi sono più silenziosi del solito.
Guardo Jean per vedere se stesse pensando anche lui che quella situazione è abbastanza strana.
«Beh che è questo mortorio? Oggi niente chiacchiere su quelle cose che capite solo voi?» se ne esce il castano chiaro per portare un po' di vita.
«Esatto! Sina perché non racconti anche a loro quello che mi hai spiegato sul volo degli uccelli? Come è che si fa a capire il tempo?» provo a spronarla.
«È complicato da spiegare così su due piedi. E anche abbastanza noioso. Possiamo evitare tranquillamente» Grazie per rovinare i piani piccoletta.
«Oh andiamo, quella lì è solo un'esibizionista. Probabilmente non sa niente. Ama stare al centro dell'attenzione, tutto qui. Che infantile»
E mo' questa da dove salta fuori?!
«REKA SI PUÒ SAPERE CHE PROBLEMI HAI? CHE HAI CONTRO SINA?» ora mi ha fatto veramente arrabbiare. Come si permette! E tra l'altro perché proprio ora di punto in bianco? Non l'ha mai considerata prima, perché ora mettersi a insultarla inutilmente davanti a tutti?
La mora però sembra dare peso alle sue parola e inizia a tremare.
«T-ti chiedo..scusa..» e detto ciò si alza e scappa fuori.
Io provo a fare lo stesso ma una mano mi ferma.
«Lascia che vada io, per favore» mi prega Marco, come se da quella sua azione potrebbe dipendere qualcosa di importante. Io annuisco e lo lascio andare.
Per quanto riguarda quella stronzetta...non trattengo più la rabbia e mi alzo per piantarmi davanti alla sua faccia.
«CHA HAI?! PERCHÉ PROPRIO LEI, EH? SOLO PERCHÉ IO NON TI DÒ PIÙ PESO, anzi...NON TE NE HO MAI DATO COSÌ HAI DECISO DI PRENDERTELA CON LEI?! SI PUÒ SAPERE CHE TI PASSA PER LA TESTA?!» poi sento della braccia prendermi tra la propria morsa che mi impediscono qualsiasi movimento.
«[T/n] che ti pende? Quando ho detto che devi lasciar uscire i tuoi sentimenti non intendevo che se ti passava di mente di uccidere qualcuno devi farlo»
«LASCIAMI JEAN, IO QUESTA FACCENDA DEVO SISTEMARLA ORA! Tu non capisci ma sono anni che se la prende con me senza che io sappia il motivo. Dato che non reagivo ha deciso di prendersela con lei, vero brut- MMMH MH MMMH MMH!!» una mano mi tappa la bocca prima che potessi finire.
«Ora ti calmi e andiamo a vedere che succede senza farci vedere, ok?» sussurra all'orecchio il mio rapitore.
Dato che non posso rispondere faccio cenno di sì con la testa. Mi libera e ora che sono più calma, o almeno l'ossigeno mi sta arrivando al cervello, noto che tutti gli altri presenti sono sconvolti dalla mia reazione.
«Scusate tutti per il trambusto» faccio un po' imbarazzata.
Prima di seguire Jean fuori dalla mensa lancio un ultimo sguardo a Reka che intanto sorride compiaciuta. Questa giuro che la faccio fuori.
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𝕄𝕌ℝ𝔸 {Jean x reader}
FanfictionLa cura di una persona cara è un atto di puro amore. Così dovrebbe essere per chiunque, soprattutto per i genitori con i loro piccoli angeli. [T/n] è cresciuta per essere perfetta, con l'unico destino di amare incondizionatamente chiunque avesse s...
