QUATTORDICESIMO CAPITOLO

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LA MCGONAGALL L'AVREBBE UCCISA.

Era la prima cosa coerente che pensava da quando Piton le aveva detto che Draco sarebbe stato espulso.

Era tremante di rabbia mentre percorreva i corridoi per arrivare nell'ufficio della Professoressa di trasfigurazione, e a malapena riusciva a controllarla.

Nonostante i continui sforzi per tenersi in vita l'uno con l'altro, Draco ed Elara sembravano innegabilmente intrecciati. Questo la stava facendo impazzire. Sfondò la porta, le parole già quasi fuori dalle labbra.
"Professoressa, non può espellerlo"
Si fermò, il suo petto ancora pesante, guardando Draco seduto di fronte alla McGonagall, le mani in tasca, espressione vuota.

McGonagall, dall'altra parte, era già pronta ad Obliviarlo, i suoi occhi abbastanza affilati da far appassire anche il più dolce degli studenti. Quegli occhi ora erano su Elara, la sorpresa balzò in loro. "Qual è la ragione di questa intrusione, Jacobs?" Elara iniziò ad arrossire, quasi imbarazzata. La McGonagall era una delle sue professoresse preferite, odiava essere rimproverata da lei. "Professoressa, non ha fatto niente di male-"

McGonagall fissò lei e poi Draco. "Per l'amor di Merlino, come sei connessa a tutto ciò?"

Elara respirò ancora. "Non ha detto niente perché ho chiesto io di non dirlo-"

"Jacobs." La voce di Draco era bassa e rauca. "Non lo fare."

"Stai zitto, Draco" gli ringhiò contro. "Sto parlando con la Professoressa McGonagall non con il tuo stupido-"

"Linguaggio, Miss Jacobs!"

"Scusi, Professoressa" disse Elara, senza fiato. Sentiva che stava per vomitare, ma respinse l'impulso. "Draco non ha attaccato Fletcher ingiustificatamente. Stava salvando me."

"Salvando te?" la McGonagall domandò, incredula. Si mise una mano sul petto, come se stesse pregando di non avere un infarto. "Da cosa, Miss Jacobs?"

"Da-" La sua voce gli si spezzò in gola. "Da-"

"Jacobs" la avvertì Draco, i suoi occhi fissi su di lei.

Lo guardò con uno sguardo furioso e si sforzò di parlare, ignorando la crepa nella sua voce. "Fletcher... Flatcher mi stava-"

Dillo, Elara.

No, non poteva. Il suo petto si restrinse al pensiero, e pregò disperatamente di non avere un attacco di panico. Doveva andarsene. Non poteva farlo.

Era troppo presto. Non era riuscita ancora a venire a capo da sola. Come poteva dirlo a qualcun altro?

La tensione nel suo petto cresceva, cercando di respirare. Draco si fece avanti verso di lei, guardandola.

C'era qualcosa nei suoi occhi- realizzazione mischiata con qualcos'altro.

Aveva degli occhi bellissimi- il suo colore preferito con una tale intensità, ha sempre avuto la voglia di rannicchiarsi. Gli stessi occhi che l'avevano aiutata a superare l'attacco di panico. Lui l'aveva aiutata- che lo ammetta a se stesso o no. L'ha fatto. E non era da Draco Malfoy. E' stato probabilmente, difficile anche per lui. Ma l'ha fatto lo stesso.

Quindi doveva fare lo stesso.

Elara si sforzò a fare un altro grosso respiro. Era salva. Stava bene. Doveva farlo.

"Fletcher stava per stuprarmi"

Appena le parole uscirono dalla sua bocca, sentì i suoi occhi inumidirsi e buttò subito indietro le lacrime. Era al sicuro.

"Stava per stuprarmi e mi aveva pietrificata" continuò Elara, la sua voce si faceva sempre più forte ad ogni parola. "Non potevo muovermi, Draco l'ha fermato e-" gesticolò con la mano. "E qualsiasi cosa è successo dopo è comprensibile. Non era ingiustificato."
McGonagall sembrava che qualcuno gli avesse lanciato lo Stupeficium. "E Malfoy cosa faceva lì?"

ᴛʜᴇ ʙᴏʏ ᴡʜᴏ ʜᴀᴅ ɴᴏ ᴄʜᴏɪᴄᴇ/ᴛʀᴀᴅᴜᴢɪᴏɴᴇ ɪᴛᴀʟɪᴀɴᴀDove le storie prendono vita. Scoprilo ora