Cinquantuno

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La serata sembrava strana, anzi in realtà lo era, Jungkook era partito dalla sua stanza d'hotel con l'idea di passare la festa a ballare con Jimin, prendere in giro gli abiti degli invitati, prendersi costantemente a frecciatine per qualunque cosa, sarebbe stato meraviglioso. Invece Jungkook era incastrato in una conversazione assai noiosa con Yuta e qualche suo collega che, ogni tanto, si ricordava gentilmente di tradurre qualche parola per fargli almeno intendere su cosa vertessero gli argomenti trattati tra loro.

I suoi occhi correvano intorno alla terrazza, in cerca di quell'elegante completo viola, non sapeva da quanto aveva in mano quel vino dal dubbio sapore, non sapeva da quanto era lontano da lui. Gli aveva promesso di non lasciarlo, l'unica cosa che doveva fare non la stava facendo. Aveva paura, ne aveva eccome, se Jimin fosse finito tra le braccia di qualche alpha per la fine dell'effetto di quelle pastiglie. Si sentiva al limite della pazzia, voleva liberarsi di tutti e trovare quel biondino fastidioso che gli era entrato nel cuore.

<<Signor Jeon>>

Il moro si voltò velocemente notando nuovamente la segretaria che li aveva accompagnati.

<<Il signor Park è stato trovato nel bagno da un invitato... Perde molto sangue>> bugia, ma Jungkook non lo sapeva.

Jungkook sbiancò e fece cadere il calice di vino sul pavimento frantumandolo in mille pezzi <<Scusatemi- dov'è?!>>

<<Dentro a sinistra, abbiamo chiamato un ambulanza e->>

Jungkook scattò verso le scale senza ascoltare un secondo di più, aprì la porta con tutta la forza che sentiva nel corpo ma, prima di raggiungere il bagno, un uomo grande il doppio di lui, molto probabilmente addetto alla sicurezza, lo bloccò tra le sue braccia.

<<Lasciami!>> gridò dimenandosi.

Yuta rise entrando a sua volta e vedendo la scena.

Jungkook ringhiò, i suoi occhi brillavano accesi, iniziava a sentire i senti più affilati e il suo corpo era pronto per cambiare completamente fisionomia.

<<Se per caso dovessi cadere da quel tetto e io finissi per comprare la tua azienda non avrei più debiti, perché i tuoi soldi inizierei ad averli io>> sorrise un attimo.

Jimin aveva ragione, il suo obbiettivo non era chiacchierare amorevolmente con lui, siccome sapeva che non avrebbe mai ottenuto quello che voleva.

<Tu figlio di putt->> ringhiò, sentendo la pressione di un ago sul suo collo e subito avvertì i suoi nervi placarsi e il suo intendo di trasformarsi andò in fumo.

<<Grazie per il sedativo>> sorrise Yuta e indicò la porta verso la terrazza.

L'uomo strinse Jungkook nella sua morsa dalla quale non sarebbe mai riuscito a fuggire e si avvicinò verso il bordo della terrazza.

<<Verrai accusato di omicidio lo sai?!>> sbraitò Jungkook.

<<Sei caduto tu, non sarà omicidio>> sorrise sorseggiando il vino.

<<Yuta ho sempre saputo fossi un pezzo di merda, ma così mi sembra esagerato>> la voce di Jimin si fece largo nella terrazza.

Gli occhi dell'uomo si spalancarono quando vide il biondo dal completo viola che camminava elegantemente verso di lui. <<Sai ti ho sempre ritenuto un uomo intelligente, di ampie vedute, dal nostro primo incontro ma, più passa il tempo più mi rendo conto di quanto tu faccia schifo. Dì al tuo amichetto di portarmi qui il mio collega che gentilmente lasciamo spazio alla polizia che ho scelto di chiamare mentre ero dentro quel fetido bagno insieme ad un altro tuo amico.>>

<<Come hai fatto a...?>>

<<Ho sempre dietro una piccola fiala con un dolcissimo profumo di miele, gli alpha deboli non sanno resistere e diventano semplicemente stupidi>> sorrise. <<Sto aspettando Jungkook qui accanto a me>>

<<Ho bisogno di quei soldi lo capisci?!>>

<<Allora trova il modo di avere idee intelligenti per le tue collezioni invece di giocare all'assassino.>>

<<Yuta Nakamoto la dichiaro in arresto per tentato omicidio e furto>> il poliziotto entrò nella terrazza con le manette aperte tra le dita.

<<Ah si, quel vino non era nemmeno stato comprato.>> concluse Jimin.

L'uomo della sicurezza lasciò Jungkook che cadde immediatamente in ginocchio per mancanza di forza, un altro poliziotto si avvicinò a lui e lo aiutò a tirarsi su. Intanto che il CEO giapponese veniva ammanettato i due vennero scortati dalla polizia fuori dall'azienda, fino al loro hotel.

Erano entrambi sfiniti, uno appoggiato alla spalla dell'altro, uno per il calore e l'altro per quel sedativo che ancora gli girava per il corpo.

<<Avranno usato un sedativo per elefanti per tenerti così fermo>> sorrise Jimin facendolo distendere a letto.

<<Ho creduto mi si fermasse il cuore per un momento...>> sospirò Jungkook <<Vieni qui>> aprì le braccia. <<Vedo che sei stanco, lascia che ti rilassi un po' potrai tornare ad odiarmi più tardi>>

Jimin si distese accanto a lui, appoggiando la testa sul suo petto <<È solo... Complicato>>

<<Lo è sempre stato>> sospirò ancora.

Jimin alzò il busto catturando le labbra di Jungkook con le sue in un bacio diverso da tutti quelli che si erano dati dall'inizio, non aveva chiesto il permesso, il suo cuore non gli aveva dato tempo, aveva agito da solo, Jungkook però dall'altra parte non si era opposto, aveva chiuso gli occhi lasciandosi trasportare in quel bacio, sotto certi punti di vista, dolce ed intimo. Jimin si sentiva un fuoco che gli ardeva dentro, senza volerlo aveva trovato la risposta alla sua domanda, l'aveva sempre avuta davanti ma era stato troppo stupido per vederla, ne aveva la certezza, il suo animo non avrebbe mai bruciato in quel modo se avesse fatto qualcosa di sbagliato, ormai gli era più chiaro del sole che non era Jungkook quello che aveva organizzato quell'incursione a casa sua tempo prima.

Si staccò un momento per riprendere il fiato che gli mancava.

<<Adesso ti lasci divorare>> rise malizioso Jungkook prendendolo per i fianchi e affondandolo sul materasso.

<<Ora scegli tu quando parla Jimin e quando parla omega?>>

<<Questa sera mi hanno salvato entrambi, penso sia il minimo che posso fare ricambiare>>

<<Se i vicini non mi sentiranno non considererò il favore ricambiato>>

<<Sfida accettata>>

𝐌𝐲 𝐒𝐭𝐲𝐥𝐞 • 𝐉𝐢𝐤𝐨𝐨𝐤 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora