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Finalmente riuscirono a calmarsi un po, tanto da permettersi di riuscire a parlare.
-cosa ti serviva? - riuscì a chiedere shigaraki, con ancora le lacrime agli occhi per la risata eccessiva.
-niente in particolare in realtà, ma dato che tra poco devo tornare a scuola ne vorrei approfittare per imparare il più possibile - spiegai, e lui annui soddisfatto.
-non sapevo fossi così diligente, mi piace il tuo modo di fare ragazzo; comunque non posso farti andare sempre con toga o ne assorbirai la tecnica e l'ideologia, invece devi averne una tua personale.
Quindi oggi andrai con..... Dabi, te lo pigli tu oggi- sentenzio, facendo sbuffare il moro.
-almeno non sei toga, con te dovrebbe essere fattibile - disse, alzandosi dal divano.
-hai già un arma? - aggiunse stiracchiandosi.
-il mio quirk? - provai.
-di sicuro è un ottima arma ma non sai usarla benissimo ed è facilmente riconoscibile, per ora penso che te ne serva un'altra - spiegò.
-toga!! - chiamò e, dall'altra stanza, arrivò l'equivalente di un catalogo di coltelli sotto forma di urla scocciate.
-quello che vuoi, basta che sia maneggiabile per un novizio.- urlò dabi di rimando.
-ok, ok.... - rispose toga, per poi arrivare pochi secondi dopo con un normalissimo coltello a serramanico, con ancora qualche traccia di sangue.

La vista del colore cremisi mi diede non poco fastidio ma, conscio di dovermi abituare alla svelta, mi misi a fissarlo cercando di convincermi che si trattasse di una cosa normale.

-io mi preparo cinque minuti, fatti trovare pronto quando ho finito - asserí il fiammifero per poi andarsene, senza neanche lasciarmi il tempo di ribattere.

Così rimasi a fissare quel coltello incrostato di sangue e, come al solito, la mia testa iniziò a viaggiare.
"questo è il sangue di una persona, una vera persona che è morta e ha lasciato una parte di sé su questo coltello.
Se si trattasse di un altro membro della lega potevo pensare che si trattasse di una persona orribile con colpe indicibili alle spalle, ma con toga....
Comunque poco importa a chi appartiene ciò che c'è sul coltello, non è colpa mia, sarà colpa mia solo se, a fine giornata, il coltello sarà più rosso di così.

Sarò in grado di uccidere qualcuno?
E soprattutto, cosa mi da il permesso di decidere chi deve vivere o morire?
Chi mi dice che sono sicuramente nel giusto?
Non dovrei pensarci adesso che ho già preso questa decisione, sapevo a cosa andavo incontro, ma neanche assistere ad un omicidio mi avevo parato davanti a questo fatto che evidentemente non avevo ancora del tutto assimilato.
Avrei ucciso qualcuno, magari non oggi, ma lo avrei fatto, e non poche persone, forse in futuro qualcuno avrà paura sentendomi nominare, qualcuno che non aveva fatto nulla di male poteva farsi un idea sbagliata sui miei crimini ed odiarmi.
Comunque poco importa, ormai ho scelto tutto questo e sapevo che avrei dovuto uccidere anche da eroe, forse non nelle stesse quantità, ma il fatto non cambia.
Almeno questa volta potrò essere certo di uccidere davvero solo chi se lo merita.
Ecco la mia ideologia, ecco il mio ideale, che si fotta l'idea del simbolo della pace, un simbolo non cambierà il mondo, un epurazione del male si. "

E, di nuovo, nel momento saliente del mio sproloquio interiore, venni interrotto.
-pronto marmocchio? - chiese dabi, sistemando i polsini della giacca.
-certo! - esclamai immediatamente, saltando giù dallo sgabello su cui mi ero seduto aspettandolo.
La mia espressione passò immediatamente da pensosa ad allegra, facendo straniere un attimo il moro, che scollò le spalle, come a dirsi di non farci caso.
-allora seguimi, e vedi di non mettermi nei casini - si raccomandò.
-certo- promisi, seguendolo fuori dal covo.

Pur indossando gli stessi vestiti della gita con toga, ottenni molti più sguardi, anche se probabilmente erano per lo più rivolti a dabi, non si vedono tutti i giorni cicatrici del genere.
Volevo chiedergli come se le sia fatte ma essere scortesi con un serial killer e rischiare di toccare un tasto dolente non era esattamente ciò che il mio istinto di sopravvivenza mi diceva di fare.

villain per amore Where stories live. Discover now