Chapter 64: Yes, Sir

3.6K 84 52
                                    

🔞ATTENZIONE: PRESENZA DI SCENE BDSM, E PER CHI NON LO SAPESSE LO SCOPRIRETE, NON ANDATE A CERCARLO SU INTERNET CHE È MEGLIO, PERCHÈ SENNÒ DIVENTERETE COME ME. SONO PRESENTI SIA ALL'INIZIO CHE ALLA FINE.
SE NON VOLETE LEGGERLE PASSATE OLTRE GRAZIE.

AVVERTIAMO CHE MOLTO PROBABILMENTE SE LEGGERETE PER INTERO QUESTO CAPITOLO, LA PROSSIMA VOLTA CHE ENTRERETE IN CHIESA BRUCERETE. 🔞

Grazie per l'attenzione.

________________________________________

Grida.

Rimbombano nella mia mente, incessanti, dilanianti. Eppure io indosso sempre la mia maschera totalmente indifferente, neutra a quella indescrivibile sofferenza che sento logorarmi da dentro.

Non le ignoro, però.

Sono state raffigurate dalla mia mano, su questa tela che prima era bianca, immacolata, che però è stata ricoperta di segni su segni, ed ora è dominata dal rosso, dal nero, che nell'insieme formano le facce disperate e terrorizzate dagli uomini che oggi ho dovuto assassinare.

«Guardala» sento dire Kris, dall'altra parte del vetro di una delle pareti che formano questa stanza, descrivibile come una camera blindata.
«Così bella» sta parlando a un'altro uomo, l'ho visto durante il combattimento nell'Arena, che parlava e commentava le mie mosse con il mio capo.
«Ma letale» aggiunge quest'ultimo, ma le sue parole non mi toccano. Perché sono veritiere.

«La vuoi guardare da più vicino?» nemmeno queste mi toccano. So cosa sta per succedere, ma ormai mi sono abbandonata a questa vita da schiava.
Perché questo sono diventata: una schiava di Kris.
Mi sono lasciata andare, ho smesso di combattere con me stessa da un po'.

Ho perso tutto, perché continuare a ribellarmi se le conseguenze sono peggiori di questo, e continuare a soffrire inutilmente?

Sento la porta aprirsi dietro di me, ma non stacco gli occhi dal mio quadro e non lascio nemmeno il pennello tra le mie dita.

«Kris, complimenti, bella scelta» sento dei rumori ovattati, molto probabilmente l'uomo ha appena dato qualche pacca di congratulazioni a Kris sulle spalle.
«E non ha nemmeno visto il meglio» sento i suoi passi avvicinarsi a me. Sono costretta a portare la mia totale attenzione su di lui, lasciando stare ogni movimento che stavo compiendo un'attimo prima, quando sento delle mani appoggiarsi sulle mie spalle.

«Iris» mi chiama «Alzati»
Non me lo faccio ripetere due volte.
«Ora spogliati» e anche sta volta rimango zitta, impassibile, eseguendo l'ordine.
«Bravissima» mi accarezza la testa, manco fossi un cane, ma non dico niente.
Afferra delle corde, e non rimango tanto stupita quando mi porta le braccia tese dietro la schiena, legandole insieme con una serie di nodi fino a tre terzi delle braccia.

Non protesto quando mi allaccia al collo un collare umiliante di pelle, e nemmeno quando ad esso ci aggancia un guinzaglio di catena.
Sotto l'attenta analisi dell'uomo Kris mi porta fino al limite della stanza, a uno dei quattro muri di bianco slavato e consumato dalle varie crepe.
Con una spinta dalla testa, mi fa inginocchiare ai suoi piedi, in modo che le mie cosce tocchino i miei polpacci, e poi spalancare le mie gambe con l'aiuto del suo piede, fino a quando la mia vagina sia ben visibile si loro occhi.

Sto zitta mentre lascia cadere il metallo freddo del guinzaglio per farlo collidere con il mio corpo nudo, e non mi muovo quando aggancia il mio collare a un gancio inserito appositamente nel muro.

||There is a caos inside me|| Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora