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"Daniel, passami il taccuino, per piacere. È sul camino."

Stiles sporge la mano verso suo figlio, senza nemmeno alzare gli occhi dal PC. Ha così tanto lavoro da fare, che anche un minimo gesto gli farebbe perdere tempo.

"Ecco" dice il ragazzo poggiandogli l'oggetto sul palmo. "Sei al PC, sai che puoi usare un blocco note lì sopra?"

Stiles lo guarda male per una frazione di secondo. "E tu sai che dovresti salire di sopra a studiare matematica?"

Sentw uno sbuffo provenire dal ragazzo, he però non si muove. Stiles lo guarda di nuovo. "Devi chiedermi qualcosa?"

Daniel abbassa lo sguardo e comincia a mangiucchiarsi un'unghia. Sì, deve decisamente dire qualcosa. Quel gesto Stiles lo conosce bene.

"Daniel, mi fai preoccupare."

Daniel non alza lo sguardo, ma risponde parlando veloce, come per togliersi un peso.

"Ho incrociato un uomo al supermercato e aveva un odore troppo simile al mio. Credo sia papà."

Stiles sbarra gli occhi, alzandosi di scatto. "Co-cosa?"

Daniel ora lo guarda. "Ero nel reparto surgelati, due iorni fa, quando mi hai mandato a prendere i piselli. Lui era in fondo, già alla cassa, parlava con una donna bionda. Ho avvertito di colpo il suo odore e mi sono avvicinato un po' per guardarlo."

"E...?" Chiede Stiles.

"E ha gli occhi del mio stesso colore, è un mannaro, abbiamo odori simili e Becca mi ha detto che un tizio simile è andato a casa a salutare zio Isaac."

"I TUOI ZII LO SANNO E IO NO?" Stiles sbotta, pur sapendo che non è colpa di Isaac o Scott. Sa che loro hanno sempre continuato a sentire Derek, anche se non gli hanno mai detto di Daniel. E Stiles è sicuro che lui non lo sappia.
"Okay, okay" continua. "Come stai?" Chiede, alzandosi e appoggiando una mano sulla guancia di Daniel.

"Non lo so. Penso bene, papà."

"Ma...?" Lo esorta Stiles. Quando si tratta di parlare di sentimenti, Daniel è uguale a Derek.

"E se io volessi conoscerlo? So che non gli hai mai detto di me perchè se n'è andato senza nemmeno salutare, che è sparito e non l'hai più sentito, ma... se anche lui volesse conoscermi? Ho anche pensato a un piano!"

Stiles annuisce, poi lo spinge fino al divano, sedendosi con lui.

"Dimmi di questo piano" sospira, arreso.

"Ha detto a zio Isaac che sta per aprire una libreria, in piazza, hai presente?"

Stiles annuisce, l'ha vista la settimana prima.

"E ha detto che sta cercando qualcuno che lavori lì nel fine settimana. E io voglio lavorare."

"Vuoi lavorare?"

"Mh" annuisce Daniel. "Ho sedici anni e voglio soldi miei, non mi va che mi dai ancora la paghetta. Avevo visto un'officina, ma meglio una libreria, no?"

"E poi?" Chiede Stiles.

"E poi, boh, lo conosco."

Stiles riflette. "E poi come fai con l'odore e il tuo cognome? Sei un mannaro, Dan, lo saprà."

"Con questo mi aiuti tu! Ci sarà qualche tua erbetta per nascondere il mio odore o camuffarlo, no? E col cognome...penso debba per forza saperlo."

Stiles si appoggia contro lo schienale del divano, chiudendo gli occhi.

"Daniel, se vuoi, puoi dirgli la verità."

Suo figlio ha tutto il diritto di voler conoscere il suo altro padre. Stiles non gliene ha mai parlato. Sa che esiste, ma non ha nemmeno mai visto una sua foto. Ma Stiles sa che non può frenarlo.

365 Sterek (2021) vol.1Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora