#8

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"Cos'è quello? Un garofano?"

Derek guarda il punto sul suo fianco che Jennifer sta indicando.

"No, è un anemone" risponde.
Jennifer allunga la mano e sta per sfiorare il tatuaggio con le dita, ma Derek si sposta, impedendoglielo. Cercando di far sembrare il gesto del tutto casuale.

"Mi piace molto. Anche se, non so, è come se mi mettesse tristezza. E lì? Cos'hai sul polpaccio?" Chiede ancora.

"Una costellazione."

"Ma davvero? Ero appassionata di stelle e cose simili da ragazzina, poi ho perso l'interesse. E sul bicipite?"

Derek già non ne può più. Risponde, afferrando una maglietta e cominciando a rivestirsi. "Una scritta."

"Vai già via?" Chiede la donna, mettendosi seduta al centro del letto.

"Sì, ho da fare" è la risposta lapidaria di Derek, prima di chiudersi la porta alle spalle.

Esce dal palazzo, si infila il casco e sale in moto, diretto a casa. Solo che un cartello lungo la statale gli fa prendere una deviazione.

In meno di dieci minuti si ritrova a parcheggiare e a scendere, affondando poco dopo con i piedi nella sabbia fredda.

Poco distante, una piccola villetta su un solo piano, con un piccolo giardino che affaccia sulla spiaggia. Derek alza gli occhi al cielo, osservando quelle stelle allineate, familiari ma lontanissime nel tempo e nello spazio.

(Ore 02:12) Ho quattro tatuaggi e tre di questi sono tanti disegnati da te o comunque li associo a te. DH

Invia, consapevole che il destinatario non lo riceverà mai, perchè quella conversazione è bloccata da mesi, oramai.
Invia di istinto, ma, solo dopo averlo fatto, si rende conto che il messaggio è stato recapitato.
Vede quella doppia spunta nello sesso momento in cui una luce della villetta si accende, quella del salotto.

Derek cerca di eliminare il messaggio, ma non riesce, gli tremano le mani e il cuore ha preso a battere ad uno stano e furioso ritmo.

(Ore 02:14) Ti avevo sbloccato poco prima di crollare. Mi ha svegliato il suono del messaggio. SS

Derek non sa cosa significa realmente quel messaggio. Segnale di pace? È arrabbiato? È educazione? Non lo sa, ma poco gli importa fare congetture. Si alza, si toglie la sabbia dai jeans e va verso la casa.

Sa che potrebbe provocare un infarto a Stiles, ma infila le sue chiavi nella serratura e la fa scattare. Appena entra, si ritrova davanti Stiles in pigiama, capelli spettinati e una mazza da baseball tra le mani.

"Porca puttana, pensavo fosse un ladro!"

Derek si hiude la porta alle spalle, gli si avvicina e lo abbraccia di slancio, sollevandolo. Stiles lascia cadere la mazza, avvokgendigli le gambe intorno ai fianchi e le braccia attorno al collo.

"Sei davvero qui?" Chiede e Derek se lo steinge contro ancora più forte.

"Sì. Sono qui. Parliamo dopo, ora abbracciami solo, ti prego. Ho bisogno di te."






La parola era "GAROFANO".

365 Sterek (2021) vol.1Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora