Capitolo 12

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«Tu non capisci… Devo uscire e...»

«E sono le tre del mattino, Anna!» 

Micol non riusciva a capire cosa le fosse preso. Poi a un tratto sorrise. 

Le veniva in mente un unico motivo per cui una ragazza potesse aver bisogno di un palo per uscire in piena notte.

Ci mise meno di un secondo a incominciare il suo interrogatorio. 

Doveva sapere assolutamente TUTTO, lei.

«Nooo… Hai il ragazzo! Lo conosco? Quanti anni ha? Che scuola fa? Ha la macchina? Come l’hai incontrato? Chiedigli di portare un amico...»

«Vedi di respirare Mì! Ehm… No, non è come pensi. E abbassa la voce» disse Anna in seria difficoltà.

«Ma dai?? Cioè, se è una ragazza, magari ha un fratello figo che può presentarmi. Non lo dico a nessuno. Che mi frega!» disse Micol, troppo in fretta e a un volume eccessivo. «Se vi amate...»

Anna ci mise un pò a decifrare il senso del suo discorso. Un attimo dopo strambuzzò gli occhi e irrigidì la mascella.

«Ma che… Tu sei matta!»

«Guarda che ti copro io con tua madre. Non ti può vietare di vederla, finché ci sono io!»

«Sei l’amica più dolce e schizzata del pianeta. Ti rendi conto che stai scrivendo “Romina e Giulietta” tutto da sola?? Non la amo… Ma che mi fai dire! Non conosco nessuna...»

«Aaaah…È un primo appuntamento! Capito. Ecco perché non posso accompagnarti».

Anna aveva problemi ben più seri dell’incazzarsi perché la sua migliore amica la credeva lesbica. Così, poi, senza motivo se non quello di aver avuto un atteggiamento circospetto. Per quanto tempo la persona del sogno l’avrebbe aspettata tra gli alberi? Si era svegliata poco prima, di soprassalto. Nelle immagini che Anna ricordava, si era vista dall’esterno nell’atto di inoltrarsi tra gli alberi vicino la propria casa. C’era anche una voce. 

«Se vuoi conoscere le verità che cerchi, Anna, esci di casa, attraversa il giardino ed entra nel bosco. Fa’ presto! Decidi in fretta se incontrarmi o no. Conoscerò subito la tua decisione e la rispetterò: la libera scelta è la chiave».

Dopo aver deciso di uscire di casa in piena notte, aveva indossato ciabatte e  felpa al buio. Dopo di che, aggraziata come un facocero, era inciampata sul materasso di Mì, la quale dormiva ancora da lei quel sabato notte.

  «Senti, stai zitta un po’!» ribatté Anna scocciata e decisa a interrompere le farneticazioni dell’amica «Pensala come ti pare, ma mi devi un favore, dopo ieri. E se non sono qui tra un’ora, l’unico che devi avvisare è il mio bisnonno. Tutto chiaro?»

Camp Green SpaceWhere stories live. Discover now