2. Il delitto di Borgonatio

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- Dio, Chiara. - Eravamo da poco usciti da una strada statale. La E45 correva diritta verso l'orizzonte squarciando in due una landa aperta e dai colori tenui. Dennis continuava a brontolare tra sé e sé con gli occhi sbarrati sul parabrezza. - Ma ti rendi conto?! È passato un anno e mezzo!

Io me ne stavo accanto a lui, sul sedile del passeggero. - Già, - mi limitai a rispondere.

- Ricalcolo del percorso. Pirubì! 

Di tanto in tanto, una voce femminile riempiva l'abitacolo con affermazioni di dubbio interesse. Un tempo il Caino teneva un Tom Tom attaccato al cruscotto; adesso, quel Tom Tom non c'era più. Era stato sostituito da un telefono sottile, bianco e privo di tasti. Avrei voluto prenderlo e lanciarlo fuori dal finestrino.

- Dove cazzo eri sparita?! E perché cazzo non ti sei fatta viva prima...?! - Rosso in faccia, rimarcò con particolare veemenza la parola "cazzo". - Tu... Tu ce l'hai una vaga idea di quello che ha significato?! - Sospirò. - Giuro, ti vorrei strozzare! Se non ti strozzo è solo perché farei un torto ad Alex.

- Pensi che sia sparita di proposito?! - Mi toccai la fronte, esausta. - Me li sono ritrovati in cucina... Cazzo, Dennis. Non sai quello che ho passato. Non ho fatto altro che cercare di tornare indietro, in tutto questo tempo...

- Ma chi?! - sbraitò, battendo il palmo della mano contro il volante. - Chi ti ha portata via?! Dimmi chi è stato!

- Non lo so, Dennis! - Strizzai le palpebre. Cosa potevo dirgli senza sembrare pazza? - Erano tre persone che non conoscevo, ok? Ed è inutile che ne discutiamo, perché sono morte, ormai.

Dennis mi lanciò un'occhiata. - Morte? Ne sei sicura?!

- Sono state ammazzate davanti a me, ne sono abbastanza sicura, sì.

- E da chi?!

- Oddio, Dennis, non lo so! Non so chi fossero! 

- Ma perché ti hanno rapita?! E dove ti hanno portata?! Cristo santo, ti hanno cercata in tutta Italia!

Appoggiai la nuca contro la testiera. Non avevo una versione pronta da fornire. Né nessuno con cui consultarmi per testarne la credibilità.  

- Non ero in Italia, - gli risposi dopo un po' , aggrottando le sopracciglia. - O almeno, credo. Non sapevo dove fossi. Se proprio lo vuoi sapere, sono stata prigioniera al chiuso per mesi. E la gente che stava lì con me non parlava neanche la mia lingua... Non capivo nulla di quello che dicevano. - Era una mezza verità, forse me la sarei cavata così. - Poi, a un certo punto, mi sono risvegliata su quella spiaggia e ho cominciato a camminare... Fine della storia.

Anche Dennis era esausto, per motivi diversi. Scosse appena la testa. - No. No, Chiara. Mi serve qualcos'altro, - disse cupo. 

- Che cosa..?

Soffiò dalle narici come un toro. - Quel tuo ex...

­Mi impietrii. - Quale mio ex?!

- Quel Nicola Puccini. È stato lui, vero?! Dillo, cazzo!

- Ma come... Come... Come fai a sapere chi è Nicola?!

Uno scatto d'ira, serrò il volante tra le dita. - Dio... Chiara! Ma tu davvero non hai la più pallida idea di tutto quello che è successo dopo che sei sparita?! Non sai proprio un cazzo?!

- No, Dennis! Non so un cazzo. Me lo vuoi dire?!

- È successo un macello, ecco cosa. - Deglutì. - Alessio!

- Alessio che cosa...?!

- Alessio è stato incolpato del tuo rapimento!

Seguì un lungo silenzio.

RecursionWhere stories live. Discover now