32.

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Juliet

G

uardai il ragazzo davanti a me con gli occhi lucidi, mi alzai e mi avvicinai a lui.

<<X: è passato un po' di tempo dall'ultima volta, non trovi Juliet?>>, domandò retorico.

Non sapevo cosa dire, le parole mi erano morte in gola.
Mi girai verso i miei amici che avevano gli occhi spalancati, sembrava avessero visto un fantasma, e in un certo senso era così.

<<D: ragazzi che vi succede?->>, guardò specialmente me, <<-Juliet, lui chi è?>>, chiese.

<<X: scusa, che sbadato, tu sei nuovo, probabilmente non mi conosci per questo. Comunque, piacere, Zac Parker>>, si presentò e a quel nome chiusi gli occhi.

<<D: m-mi avevano detto che eri morto>>, sbiancò improvvisamente.

<<Ja: così sapevamo>>, rispose mio cugino.

<<Z: invece sono ancora vivo e vegeto>>, allargò le braccia teatralmente per mostrarsi. 

<<T: ma com'è possibile?>>, si avvicinò con le braccia incrociate.

<<Z: è una storia lunga e vi prometto che ve la spiegherò>>, riaprii gli occhi.

<<J: fallo ora>>, lo incitai.

<<Z: non è il momento>>, rispose.

Mi guardò e sentii gli occhi pizzicare.

<<J: mi sono sentita in colpa per due fottutissimi anni, mi hanno insultata e mi hanno accusata di essere un'assassina. Ho pianto tante di quelle volte che non puoi immaginare e tu ora sbuchi dal nulla e vieni a dirmi che devo aspettare per una cazzo di spiegazione? No caro mio, non è così che si fa>>, sbottai diventando tutta rossa.

<<Z: hai ragione, ma devi fidarti di me>>, mi prese la mano e mi allontanai facendo scattare Dylan in piedi.

Cominciò a mancarmi l'aria e portai le mani alla gola.
Il mio ragazzo venne immediatamente verso di me e gli altri si alzarono.

<<G: sta avendo un attacco di panico>>, si rese conto Gordon.

Il moro mi prese il viso tra le mani.

<<D: amore guardami, ci sono io con te, devi calmarti>>, cercò di rassicurarmi.

La situazione però non cambiava, così Dyl mi baciò.
Quando ci staccammo stavo finalmente meglio.

<<J: grazie>>, sussurrai flebile e sorrise scuotendo la testa.

<<D: mi basta che stai bene>>, mi diede un bacio sulla fronte.

<<J: torniamo a casa>>, annuì e salutò gli altri con un cenno.

<<Z: mi di->>, ma O'Brien lo bloccò.

<<D: hai già combinato abbastanza danni per stasera, ci vediamo>>.

Uscimmo dal locale e salimmo in macchina.

Arrivammo a destinazione prima del previsto. Ero talmente immersa nei miei pensieri che nemmeno mi accorsi di quanto fosse passato il tempo.

<<D: vuoi che ti accompagni dentro?>>, mi chiese.

<<J: sì per favore>>.

Sorrise, scendemmo dall'auto ed entrammo.
Salimmo in camera mia e chiusi la porta.
Dylan si sedette sul letto e dopo svariati minuti a guardarci mi misi a cavalcioni su di lui baciandolo.

Gli sbottonai la camicia e quando arrivai a metà mise le mani sulle mie.

<<D: ne sei sicura?>>.

<<J: sì, questa doveva essere la nostra serata e non esiste modo migliore per terminarla>>, mi morsi il labbro.

Sorrise e riprendemmo ciò che stavamo facendo poco prima.

Spazio autrice
Amatemi. Comunque, lui è Zac Parker:

 Comunque, lui è Zac Parker:

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A future for us ~ Riverdale after yearsWhere stories live. Discover now