Capitolo 1

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Cazzo cazzo cazzo, sono in uno stra-fottuto ritardo alla prima cena con il capo e tutti i soci. La prima cena a cui IO sono invitato, la prima cena in cui vogliono la mia presenza! Perché? Beh.. perché essendo gay, sono un perfetto consigliere come stilista!

Ho finito la scuola da un anno e mia mamma mi ha subito obbligato ad andare a lavorare. Lei passa poco tempo a casa, è sempre via e non vuole che io stia in casa tutto il giorno a non fare nulla, così mi ha piazzato in una delle grandi aziende di moda che amministra insieme a qualche altro pezzo grosso del settore.

Ero stato messo a pulire i pezzi di stoffe che cadevano a terra, fino a quando ,qualche settimana fa, non hanno chiesto il mio parere sul disegno di una borsa. Ho espresso il mio consiglio ed è piaciuto! Quindi adesso eccomi qua, in crisi per una cena con persone del doppio della mia età.

"Louis, calmo. Lavori per un'azienda di moda, non devi mica farti tanti problemi per come ti presenti vestito" mi dissi sarcasticamente.

Jeans stretti o pantalone elegante?

Chiaro o scuro?

Giacca o camicia?

Questo è il dilemma!

"Jeans neri stretti, eleganti ma non troppo, comodi ma non sportivi. Perfetto!" mi commentai guardandomi allo specchio ancora a torso nudo.

"Camicia bianca a pois neri e giacca" dissi prendendole fuori dalla cabina armadio e indossandole.

"Bene !Ora... mocassini o inglesi?" riflettei prendendo entrambi i paia di scarpe.

"Inglesi. Decisamente inglesi" le infilai.

I capelli erano a posto e per il viso più di tanto non potevo fare. Ero andato dall'estetista tre giorni fa, e me ne pentii per non esserci andato anche oggi.

"Louis, calma. Va bene che sei frocio, ma contieniti" dissi ad alta voce facendo un lungo respiro.

Bene, ero pronto.

Presi portafogli, cellulare, chiavi della macchina e scesi giù. Passai per il garage e optai per la Rang Rover, faceva più uomo.


Arrivato davanti al luogo dell'incontro entrai nel panico.

Ed ora cosa facevo? Scendevo? Entravo? Aspettavo di vedere qualcuno? Cazzo.

"Ma non potevo dire di essere impegnato?" mi chiesi retoricamente nella testa.

In quell'istante vidi Bart, il mio direttore e "Dio grazie!" esultai mentalmente. Scesi velocemente dall'auto e lo raggiunsi.

"Oh! Louis anche tu in ritardo? Beh almeno non faccio una figuraccia da solo" disse battendomi una pacca sulla spalla e sorrisi lievemente. Insieme entrammo e quando il maitre ci accolse parlò solo lui.

Successivamente una cameriera ci condusse fino al tavolo, a cui circa una decina di persone erano già sedute. Con mia grande vergogna, notai che ero l'unico ragazzino.

"Tu devi essere Louis. Ho sentito parlare di te ultimamente, ed è un onore avere qualcuno di giovane in mezzo a tutti questi vecchi" disse un uomo ridendo, facendo ridere anche gli altri seduti.

"Io sono Desmond, ma puoi chiamarmi Des"

E nel sentirgli pronunciare il proprio nome, realizzai chi fosse.

Lui era il tizio che lavora sopra a tutti con mia mamma ed io non l'avevo neanche riconosciuto. Merda.

"L'onore è solo mio signor Styles" dissi stingendogli la mano.

"Vieni a sederti accanto a me" disse.

Con un gesto fece alzare uno degli uomini in giacca e cravatta e mi indicò di sedermi.

Dove nasci rimani...dov'eri restiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora