Cαριƚσʅσ 56

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Jisoo era ancora in macchina, nel parcheggio dell'ON.
Non si rendeva neppure conto da quanto tempo fosse lì, troppo impegnata a piangere e a tentare di calmarsi per potersi rimettere alla guida e tornare a casa.

Aveva la guancia appoggiata al volante dell'auto, con lo sguardo perso nel vuoto, immersa nel silenzio della notte.
Riusciva a sentire solo il rumore del suo respiro rotto dai singhiozzi e il suo tirare su con il naso.
Si era lasciata del tutto andare, il suo corpo era in balìa delle emozioni come un involucro, una scatola rotta che liberava il suo contenuto.

D'improvviso, sentì un rumore che la fece saltare di scatto.
Con i battiti a mille, girò la testa verso il finestrino del passeggero, e vide un' ombra scura che ticchettava con le dita sul vetro.
Jisoo tirò un urlo e cercò subito la chiave appesa al cruscotto per mettere in moto e scappare.

«Jisoo, sono io! Calmati, sono Hyunjin!», disse quella figura, che abbassò il volto verso il finestrino per farsi riconoscere.

Jisoo lo fissò con gli occhi sgranati e tirò un sospiro di sollievo, capendo che non si trattata di un maniaco, ma solo del fratello di Taehyung.
Abbassò il finestrino dell'auto.

«Scusa, non volevo spaventarti ma ti ho vista con la testa bassa e ho pensato che stessi male...», disse Hyunjin.

Lei si limitò a scrollare la testa.
Non riusciva a reprimere le lacrime e parlare e, al tempo stesso, non voleva farsi vedere in quello stato, quindi sperò che la penombra della macchina celasse il suo pianto.
Ma senza successo.

«Sei sicura? Stai piangendo...», fece Hyunjin poco convinto.

Jisoo continuava a non rispondere e a scrollare la testa.
Si passò una mano sulle guance per ripulire le ultime scie di lacrime che le avevano rigato il volto.

«C'entra mio fratello, vero?
Riesce a fare danni anche a distanza a quanto pare. Senti, posso entrare?»,
disse con il suo solito tono da sbruffone.

Jisoo non aveva alcuna voglia di parlare, ma lui si stava preoccupando per lei, per la prima volta sembrava essere gentile e sarebbe stato da maleducata non farlo salire in macchina.

Così fece scattare la sicura dell'auto e Hyunjin le si sedette accanto sul lato passeggero.
Aveva i capelli lunghi legati in un codino e indossava la divisa nera dell'ON.

«Hai finito adesso al locale? Stavi tornando a casa?», chiese Jisoo, cercando di schiarirsi la voce.

«Sì, il sabato è la serata più impegnativa, finiamo sempre tardi», fece lui con un sospiro.

Sembrava veramente stanco e Jisoo pensò che Taehyung, forse, si era sbagliato sul suo conto.
Probabilmente la lontananza del fratello maggiore, lo aveva spinto a responsabilizzarsi e a impegnarsi di più nel lavoro.

"A qualcosa è servita la partenza di Taehyung", pensò Jisoo tra sè.

Hyunjin cominciò a frugare nel suo zainetto. Ne tirò fuori un pacchetto di fazzoletti.

«Tieni», disse, porgendolo a Jisoo.

Lei lo afferrò, sempre più stupita dal comportamento stranamente gentile del ragazzo.

«Grazie...»

«Allora, che ha fatto Tae?», chiese Hyunjin diretto.

𝑨𝒏𝒐𝒕𝒉𝒆𝒓 𝒍𝒐𝒗𝒆 (𝐕𝐬𝐨𝐨)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora