YEOLDUL | SPICCHIO DODICI

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Pel di carota aveva atteso il sorgere del dì anche stavolta.

Quel giorno era stanco.

Il suono dell'otamatone del barilotto di Watanabe, il vecchio indemoniato di pornografia, lo aveva destato già alle cinque di mattina.

Il vecchio Watanabe da poco aveva comperato uno strumento musicale.
Lo aveva preso al negozio di giocattoli del quartiere.
Da otamajakushi, girino in giapponese, l'otamatone era uno strumento dalla forma della croma, la nota musicale.

Strambo, insomma.

Stramberie del Paese del Sol Levante, insomma.

Lo psicologo aveva di fatto incanalato il signor Watanabe per la scoperta di qualche hobby affinché la pornografia, riviste, filmetti, pellicole e fumetti pornografici si facessero lontani.

Lungi dal fare qualcosa uniformandosi ai moniti dell'analista o della coscienza, il vecchio gridò.
Poi, subito dopo sguazzò nell'accozzaglia di riviste.
S'inebriò dell'uso patalogico di quei filmetti e riviste, una volta fatto ruzzolare sul pavimento di graniglia l'otamatone.

La sua camera da letto era un bazar musulmano o un comune emporio.
Il porno era il suo nettare degli dèi.
Aveva la porno-dipendenza.
Era un porn-addicted perennemente nella trance neurochima e non in cerca dell'orgasmo.
Da adolescente era stato un hikikomori, dunque aveva sofferto della sindrome dell'auto-esclusione dal mondo esterno dei ragazzi giapponesi.

Era durato per ben un lustro, cinque anni e mezzo per precisare.

Praticamente la primavera della sua vita aveva fatto schifo e ora, ormai pensionato, aveva la vita che continuava a fare schifo.
Il Karma, o Karman, non esisteva.
Perché soffrire una volta non voleva dire non soffrire una seconda.

Ritornando ai suoi dirimpettai, ai vicini di appartamento, soprattutto a pel di carota che si accingeva a fare compere on line, c'era poco da dire.
Jeon Jungkook non aveva dormito e doveva comperare altre pillole dimagranti on line.
Ancora non si sapeva perché comprasse pastiglie di piperina e curcuma da mattina a sera.

Spendeva almeno quattromila yen (trenta euro circa).

Poi d'un tratto visitò un sito del tipo: Immobiliare.it.
Cercò appartamenti con almeno quattro vani.

Ma perché farlo quando neppure se lo poteva permettere.

«Cavolo.» si erse cocciuta Shin-hye, «Oppa?!»
Quasi gridò.

«Perché non mi avevi detto che Taehyung era un pornodivo?»
La quattordicenne iniziò a salterellare.

«Wow!»
Il viso della quattordicenne tripudiava di felicità.

«Shin-hye! Come hai fatto a saperlo?»
Batteva annoiato al computer nella tavola della cucina mentre questa era giunta da lui.

«Wikipedia.» gli rispose lei.

«E ti ci è servito così tanto per scoprirlo?»

«Sì.»

«Sei scandalizzata?»
I suoi occhi si rimpicciolirono per il sonno.
Aveva dormito appena tre ore questa notte.
E la mattina gli aveva scolorito il viso.

«No. Sono euforica, allora posso vedermi qualche suo clip?»
Shin-hye si corredò di un sorriso genuino.

«No, no! Assolutamente no, Shin-hye! Te li guarderai quando sarò morto.»
Si trastullava con i suoi capelli mentre ascoltava la sorella.

I suoi capelli dalla tinta color arancio iniziavano a farsi indecisi.

«Cioè presto. E comunque sia, mica li hai girati tu questi filmetti porno. Perché non posso vederli?»
Le sculacciate prese da bambina non erano servite molto perciò era palese che prima o poi avrebbe visto una pellicola del pornodivo Kim Taehyung.

UNDER YOUR BREATH, TAEGGUKDove le storie prendono vita. Scoprilo ora