Pagina 4|| La fine di un amore

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Sospiri un po' sopraffatto da tutti quei ricordi mentre, guardando le stelle, svolti la terza pagina fino ad archiviarla per sempre.

La fine di un amore.

Si dice che è nella separazione che si capisce la forza con cui si ama.

A te non era mai piaciuto quantificare l'amore col dolore eppure, proprio in quei lontani ricordi, avevi dovuto ammettere che non vi fosse frase più vera.

Avevate vissuto cinque anni quasi in simbiosi, forse esagerando, bruciando tappe, lasciando partenti e amici titubanti davanti alle vostre decisioni impulsive.

Ma niente sembrava troppo presto con lui.

Come avresti mai potuto elaborare quel dolore senza impazzire? Soffrivi talmente tanto che non avevi avuto nemmeno il tempo per odiare il modo in cui eri stato abbandonato.

Credevi che non gli importasse più niente di te mentre lui stava compiendo un sacrificio enorme per proteggerti nel totale silenzio.

Ogni volta che pensi a quanto debba essere stato difficile per lui vederti spegnere piano nella sofferenza ti viene da piangere quasi più forte di allora.

Il tuo Marti.

Finalmente lo sbiadito ricordo che stavi perdendo si fa sempre più forte e intenso.

Ora lo vedi.

Lo vedi mentre sorride con i suoi dentini imperfetti, la mattina con il viso immerso nel cuscino, quando ti guardava intontito e felice con le guanciotte rosse dopo aver fatto l'amore... lo senti ovunque, soprattutto dentro di te.

"Pagina quattro: La fine di un amore"

Non c'è più niente di lui in quella a casa se non un pizzico del suo profumo.

Quello ti tormenta sempre, lo percepisci ovunque.

Ogni sera, rientrare tra quelle quattro mura e lasciarsi invadere dal silenzio, era un colpo durissimo.

A distanza di un paio di settimane ancora non lo hai minimamente metabolizzato e te ne stai lì, inerme davanti al campanello cercando il coraggio di tirare fuori dalla tasca le chiavi per aprire la porta.

Quella stessa mattina, preso dallo sconforto, ti eri abbandonato a una crisi nervosa e, tutti i ricordi che rimanevano di voi a tua portata di mano, erano diventati vittime di uno scatto d'ira.

Felpe strappate, vetri di cornici innocenti sparsi per tutto il pavimento: subito dopo eri scappato fuori senza sistemare nulla ed ora ti sarebbe toccato rimediare a tutto.

Entri cauto e silenzioso, ti senti quasi di troppo davanti a quelle macerie di ricordi che appartengono a due ragazzi che non siete più voi, ne sei fermamente convinto.

Marti e Nico non sarebbero arrivati a tanto: anche loro avrebbero urlato fino a perdere la voce ma, prosciugata la rabbia, si sarebbero seduti sul letto faccia a faccia, guardati negli occhi, e stretti fortissimo l'uno all'altro.

Si può essere invidiosi di un universo parallelo che non esiste?

Anche tu vuoi riabbracciare il tuo Marti, lo vuoi così tanto che ti vengono le lacrime agli occhi quando stai per buttare nel cestino l'unica felpa che ti aveva lasciato e che hai ridotto in brandelli.

Alla fine la rimetti nel cassetto.

Ti muovi in punta di piedi, quasi come una presenza invisibile tra le schegge di vetri e ceramica fino ad accucciarti in angolino per cominciare a raggrupparle.

Guardi il pavimento sotto ai tuoi occhi, la stanza distrutta, la finestra che ti eri dimenticato socchiusa e che ha congelato l'aria.

Senti di non avere più nessuno.

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