Capitolo 10

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Spero che Liam non se ne sia andato, scesi le scale il più veloce possibile, “finalmente!” esclamò Liam mentre mi guardava scendere le scale, “dove cazzo eri andata?”, “ero in bagno” spero che se lo sia bevuto perché non avrei altre scuse plausibili “…va bene”, prima di salire in macchina mi guardai dietro per vedere se c’era, I suoi occhi erano bellissimi gli avrei voluti guardare un ultima volta… . “ho già chiamato il dottore è già a casa” non gli risposi e non gli degnai neanche di uno sguardo “mi hai sentito?” “sì ho sentito… grazie” grazie un cazzo. Mi alzai dal letto e andai a fare colazione, ieri sera il dottore mi aveva visitato, non era contento di solito se ne fregava di quello che succedeva tra me e Liam, ma sta volta era diverso, “perché ci è andato pesante sta volta” lo guardai in modo confuso, di solito si limitava a guardare cosa non andava, dire quale medicine dovevo prendere e in fine riferirlo a Liam. “gli ho detto che era un bastardo” mi guardò allibito “per caso volevi morire” non gli diedi una risposta, si alzò guardandomi “hai due costole rotte, le medicine sono più o meno le stesse e attenta potrebbe salirti la febbre” annuisco con la testa, prese le sue robe e fece per andarsene ma si fermò prima che aprisse la porta “addio Elisabhett” non feci in tempo a rispondergli che se ne andò, non capisco, perché mi ha detto addio? Qualcosa non quadra, c’è qualcosa sotto e lui lo sapeva e non ha detto niente e come poteva, se apriva bocca poteva morire e non lo biasimo…
I miei pensieri furono interrotti da una voce angelica a mio parere, era Ariel. “ciao” mi disse appena sveglia con gli occhi ancora socchiusi.
“Te ne vai?” Cosa avevo appena sentito, cosa più importante chi gli ha detto questa fandonia. “no, certo che no amore. Chi ti ha detto questa cosa?” stranamente la risposta al quesito da me fatto, la sapevo ma in quella mia risposta mancava un piccolo ma non innocente dettaglio. “ho sentito papà e un altro uomo, dire che ti sposerai” sgranai gli occhi “che cosa?!” sbraitai senza pensare. Come si sarebbe permesso, non sposerò un uomo qualunque e cosa più importante, un uomo scelto da Liam. Se quei due andavano d’accordo beh… che Dio mi aiuti. Lasciai mia sorella in cucina e mi diressi verso l’ufficio di Liam non so con quale coraggio, ma il mio autocontrollo era annebbiato da una sola emozione, la rabbia e una voglia assurda di tirargli un pugno su quella lurida faccia. In un batter d’occhio ero già davanti al suo ufficio, aprì la porta con forza e… o mio dio.

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