Capitolo 10

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Ancora una volta, Harry era disteso nel letto di Bella con lei addormentata sul suo petto. Una delle sue braccia correva su e giù lungo un il braccio di lei mentre l’altra era distesa immobile sulla pelle scoperta della sua coscia sotto i pantaloncini. Poteva stare disteso così per ore, guardandola dormire pacificamente tra le sue braccia. Non si era mai sentito così pieno di vita, come se significasse qualcosa per qualcuno. Non si era mai sentito così forte per qualcuno prima di Bella.

I suoi pensieri non erano mai stati così confusi prima, solo perché prima di allora non gliene era mai importato di nessuno. Tutto era semplice per lui. Doloroso, ma semplice.

“Cosa mi stai facendo?” Chiese retoricamente, guardandola muoversi nel sonno.

Inconsciamente, nel sonno Bella raggiunse la mano di Harry. Quando non riuscì a trovarla, le prese il panico. Quando Harry urgentemente strinse la sua mano nella propria, lei l’afferrò saldamente e intrecciò le loro dita, stringendosi a lui come se la sua vita dipendesse da questo. Harry portò le loro mani intrecciate alle labbra, baciando dolcemente la sua mano. Sentì Bella lasciarsi sfuggire un profondo sospiro, spingendo la testa più in profondità nel suo petto.

Bella passò tutto il resto della mattinata a prendersi cura della sua debole zia , lottando per darle da mangiare, farle il bagno e vestirla. Quando finalmente mise zia Kelly a letto, quasi crollò per la stanchezza. Non avrebbe dovuto fare queste attività quando era stata appena rilasciata dall’ospedale. Harry si assicurò che Bella mangiasse, seguendo gli ordini del dottore, ed entrambi si distesero sul letto. Ci vollero solo pochi minuti prima che la stanchezza prendesse il sopravvento.

Per quanto non volesse, Harry purtroppo si alzò dal letto di Bella, posandola delicatamente con schiena sotto le coperte e avvolgendola dentro. Lei si mosse a disagio nel sonno, le sopracciglia si aggrottarono alla perdita di contatto con lui. Harry scostò i capelli dal suo viso prima di lasciare un soffice bacio sulla sua fronte.

“Dormi bene, bellissima.”

Con questo, afferrò la sua giacca dalla sedia della sua stanza e si diresse fuori dalla casa, a malincuore andandosene da solo.

Quando fu in vista della sua casa, il suo corpo si tese e sentì il battito aumentare. Notò che la sua auto nera come il corvo era parcheggiata vicino alla fin troppo familiare Range Rover grigia. Harry lentamente e nervosamente si diresse verso la porta, preparandosi a quello che stava per accadere.

Suo padre era a casa.

*****

L’ultima campanella della giornata suonò, segnalando che la scuola era finita, e tutti quanti erano pronti per il fine settimana di vacanza. Tutti correvano per i corridoi, eccitati che questo venerdì era arrivato così in fretta.

Ma per Bella, la settimana non poteva essere passata più a rilento.

Quel sabato era l’ultima volta che aveva visto Harry. Il momento prima era accoccolata tra le sue braccia, quello dopo stava urlando e tramando per un altro incubo. Si era voltata verso Harry per cercare conforto, ma ben presto scoprì che lui non c’era.

E non l’aveva visto ne sentito da allora.

Aveva pensato di andare a casa sua, per vedere se era tutto a posto. O se era li. Ma ogni volta che ci provava, voleva solo andare il più lontano possibili a 30 metri di distanza, una brutta sensazione le erompeva nello stomaco. Così lasciava stare.

Ma oggi era l’ultima goccia. Era arrabbiata con lui. Arrabbiata che questa non era la prima volta che accadeva. Arrabbiata che lui potesse essere così confortante e amorevole il momento prima, e irritante ed esasperante quello successivo. Non solo questo, ma era sempre più vulnerabile senza Harry. Le mancava la sua voce rauca, il suo dolce tocco con le sue ruvide mani, il suo calore quando era tra le sue braccia, il modo in cui il suo cuore iniziava a batteva quando erano particolarmente vicini. Voleva andare al fondo della questione. E sapeva già a chi doveva chiedere.

“Hey Louis,” disse Bella mentre si avvicinava all’altro, robusto ragazzo. Era circondato da altri ragazzi con cui lo aveva visto altre volte, ma non trovò alcun interesse in loro, anche se la guardavano dall’alto in basso come se fosse un pezzo di carne.

Louis incontrò lo sguardo di Bella, le sue labbra si curvarono in un piccolo sorriso, felice che quella minuscola ragazza sembrava essersi ripresa bene da quell’orribile notte in cui tremava tra le sue braccia.

“Hey, tesoro, come va?”

Prima che Bella potesse rispondere, il ragazzo biondo alla sua destra li interruppe.

“Oi, amico. Perché non mi hai detto che conoscevi Bella?”

Il biondo le si avvicinò lentamente sfoggiando un sorrisetto sfacciato, le sue intenzioni erano tutt’altro che buone. Bella provò a mettersi più dritta nel tentativo di mostrargli che non era un’altra delle sue puttane. Ma quando la sua mano scivolò intorno alla sua vita e afferrò il suo sedere, iniziò ad indietreggiare, ancora a disagio con qualunque altro contatto diverso da quello di Harry dopo quello che era successo con Clyde.

Prima che potesse posare un’altra mano su di lei, Louis lo strattonò via aggressivamente, spingendolo di nuovo contro gli armadietti.

“Via dai coglioni Niall,” Louis lanciò una sguardo freddo al ragazzo il cui nome sembrava fosse Niall, “smettila di fare il coglione.”

Louis si concesse sono una smorfia verso la sua direzione prima di tornare a Bella.

“Mi dispiace per questo,” si scusò sinceramente Louis, conducendo Bella verso una parte del corridoio più appartata.

“Lascia perdere,” disse in un sussurro, ancora scossa, di cui Louis prese nota, “Hey, tu, um, non ha proprio visto Harry? Per esempio, hai parlato con lui questa settimana?”

Louis vide la disperazione nei suoi occhi. Voleva parlare con lei. Voleva dirle della vita che Harry conduceva a casa. Ma aveva giurato al suo amico che non lo avrebbe detto ad anima viva, e così fece, anche se significava fare del male a Bella.

“No, non l‘ho fatto.” Disse in un sussurro, la testa china a terra, incapace di guardarla negli occhi.

“Oh”

“Mi dispiace Bella.”

“Ehi, non è colpa tua. Ci vediamo in giro allora, okay?”

Louis alzò lo sguardo su di lei, cercava di nascondere la delusione che aveva negli occhi. Stava cercando di non farlo sentire male, ed era abbastanza facile da fare quando lei gli sorrideva così.

“Sicuramente. A presto, B.”

Con questo, Bella girò sui tacchi, uscendo dalla scuola con Louis e la sua gang che osservava il modo in cui ondeggiavano i suoi fianchi, determinata a risolvere quel mistero.

_____

Bella si sedette sul bordo del marciapiede di fronte alla casa di Harry. Studiò con attenzione la sua struttura, osservandone ogni dettaglio.

Era una cosa dall’aspetto piuttosto normale. Era di un bianco sporco con una porta blu e gradini di pietra, semplice. Fuori non c’era niente, niente che mostrasse qualche sorta di vita ma la macchina nera di Harry era parcheggiata nello stretto vialetto. La casa era senza vita.

Prima che decidesse di fare marcia indietro un’altra volta, Bella si alzò improvvisamente dal marciapiede freddo e marciò coraggiosamente verso la porta di fronte. Alzò la mano tremante chiusa a pugno e bussò tre volte.

Non sapeva perché era così nervosa. Forse perché non era mai stata a casa sua prima, forse avrebbe trovato qualcosa che non le sarebbe piaciuto. Forse lo avrebbe trovato con un’altra ragazza.

La sua mente era piena di pensieri mentre aspettava pazientemente che qualcuno rispondesse alla porta. Ma col passare del tempo e avendo bussato per la terza volta, iniziò a crescere l’irritazione. La sua macchina era nel viale, allora doveva essere a casa. Cosa le stava nascondendo?

Proprio quando stava per rinunciare, la porta si aprì, rivelando un Louis preoccupato. I suoi occhi si spalancarono quando la vide alla porta, lei fece lo stesso. Bella aprì la bocca per parlare, ma non uscì nessuna parola.

“Mi dispiace Bella,” disse Louis, “non è compito mio dirtelo. Lo deve fare lui stesso.”

Senza scambiarsi altre parole, lasciò Bella in piedi davanti alla porta ancora aperta per lei per farla entrare facilmente. Prima di farlo, guardò Louis camminare lunga la strada da solo, le mani sepolte in fondo al suo giubbotto di pelle. Poi attraversò la porta aperta, nuovamente nervosa per quello che stava per affrontare.

L’interno della casa era uguale all’esterno. Senza vita. C’era un atmosfera fredda, rinforzata grazie a pareti bianche e molti spazzi vuoti. Nel salotto c’erano un semplice divano e una televisione. Nemmeno un briciolo di felicità aleggiava in quella casa. Faceva sentire Bella allo stesso modo. 

Quando sentì uno strisciare di piedi al piano di sopra, tornò subito alla realtà e con cautela si fece strada su per le fredde scale. I rumori divennero più intensi quando si avvicinò alla porta bianca alla fine del corridoio. La sua piccola mano si posò per alcuni minuti sulla fredda maniglia della porta prima di aprirla tremante. Poteva giurare che le sarebbe potuta cadere la mascella a terra di fronte alla vista che le si prospettava davanti.

Harry stava a petto nudo di fronte allo specchio che rifletteva il suo corpo, esaminando la sua pelle lacerata. Scintillanti segni  neri e lividi blu ricoprivano interamente la sua schiena, graffi era sparsi su di essa. La sua testa si girò rapidamente nella direzione di Bella e un rantolo sfuggì dalle sue labbra. Il davanti era messo peggio della sua schiena. Il suo labbro inferiore aveva un taglio sul lato sinistro, uno dei suoi occhi era nero e blu. Le sue guance rigate di lacrime luccicavano alla luce del sole proveniente dalla finestra che colpiva il suo corpo.

“Harry,” soffocò Bella, una lacrima iniziò a formarsi nei suoi occhi verde chiaro.

Iniziò a muoversi dove Harry stava immobile. Nuove lacrime calde si formarono nei suoi occhi quando vide quelle di Bella. Lei portò una mano tremante verso la sua guancia tumefatta, il pollice che l’accarezzava mentre lui guardava tristemente il suo labbro inferiore tremare.

“Harry, chi ti fa fatto questo?” Sussurrò Bella.

Non venne fuori nessuna risposta dalle labbra di Harry. Stava semplicemente di fronte a lei scusandosi, guardandola esaminare le sue ferite.

“E‘ per questo che non sei venuto a scuola?”

Ancora, silenzio.

“Perché non mi parli, Harry?” A questo punto, Bella stava diventando impaziente, voleva disperatamente scoprire chi o cosa aveva causato così tanto dolore a questo ragazzo.

“Rispondimi, dannazione!”

“Perché ti interessa, Bella! Perché ti importa così tanto?!”

Fu presa alla sprovvista dalla sua improvvisa esplosione, ma mantenne la sua posizione, dicendo nient’altro che la verità.

“Perché io tengo a TE Harry!”

La sua voce arrabbiata era tremante, provando a ingoiare il grosso nodo in gola. L’espressione di Harry rimase invariata, ancora nessuna risposta da lui. Bella non poteva tollerare la vista che aveva davanti, ma la rabbia le cresceva dentro. Riuscì a sentire dei singhiozzi uscire dalle labbra di Harry, e non poteva sopportare di guardarlo ancora.

“Questo è tutto. Me ne vado.”

Harry sgranò gli occhi in preda al panico mentre guardava l’unica cosa che lo rendeva felice voltargli le spalle. Non voleva che lei lo lasciasse, solo e perso nel suo dolore e sofferenze.

“No, Bella. Ti prego non lasciarmi. Ti prego!” Harry afferrò il suo polso e la forzò a tornare indietro e guardarlo. Entrambi stavano piangendo, incapaci di trattenere ancora più a lungo il dolore che gli era stato inflitto. Non l’uno senza l’altro.

“Non posso continuare a fare questo Harry. Non posso affezionarmi sempre di più a te per poi vederti sparire casualmente per giorni, e quando torni picchiato e malridotto non mi dici NIENTE! Non voglio vivere con un mucchio di segreti e bugie, Harry. Non posso!”

Bella tirò via dolorosamente il suo polso dalla presa di Harry, ascoltando le sue suppliche mentre camminava verso la porta.

“Mi dispiace, Bella!” Supplicò Harry, crollando con le ginocchia sul pavimento, “Solo non lasciarmi, ti prego! Ho bisogno di te!”

Bella si fermò sulla porta. Se ne stava lì, lasciando che le sue ultime parole penetrassero, ascoltandolo mentre piangeva.

‘Ho bisogno di te.’

Fu allora che si rese conto di quello che stava per fare. Lasciare Harry significava lasciare l’unico a cui importasse di lei. L’unico che era lì quando era nei guai. L’unico che sapeva quanto si stesse dando da fare quando a malapena lei se ne rendeva conto.

“Mi sento vuoto senza di te,” sussurrò disperatamente Harry, “Non voglio diventare di nuovo un guscio vuoto.”

Il volto tumefatto di Harry ora era rivolto al pavimento, incapace di guardare la cosa più importante della sua vita allontanarsi da lui. Tuttavia, non udì mai la sua porta sbattere. Non la sentì mai andare via. Nel giro di pochi secondi, vide un paio di ginocchia davanti a lui, e si sentì sollevare il volto da un piccolo dito posato sul mento. 

I suoi profondi occhi verdi, peni di lacrime incontrarono quelli di lei. In entrambi gli sguardi si nascondeva tristezza mentre si guardavano intensamente a vicenda. Bella asciugò via le lacrime con i pollici prima di parlare con dolcezza.

“Va tutto bene. Sono qui. Non ti lascerò.”

Si guardarono l’un l’altra prima che Harry iniziasse ad inclinarsi in avanti. Entrambi i loro respiri erano irregolari quando i nasi si sfiorarono leggermente. Le labbra di lui sfiorarono quelle di lei, e le sue mani si alzarono ad accarezzarle le guancie. Non appena le loro labbra si toccarono, esplosero scintille. Il bacio fu urgente e disperato, ma completamente e assolutamente elettrizzante. Le loro labbra si mossero in sincronia mentre una delle mani di Harry si faceva strada sul fondo della sua schiena. Si chinò leggermente, stendendo entrambi sul pavimento.

Interruppero il bacio per riprendere fiato. Le loro fronti premute insieme leggermente mentre i loro occhi si aprivano. Allora Harry iniziò a spazzar via con i baci le lacrime di Bella che restavano ancora sulle sue guance arrossate, sussurrando ‘mi dispiace’ mentre lo faceva.

“Ho bisogno di te,” disse Harry, “ho maledettamente bisogno di te.”

“Lo so,” rispose Bella, muovendo una delle sue mani per spostare i ricci dalla sua fronte. L’altra mano correva leggermente lungo la sua schiena ricoperta da segni neri  e blu. Harry la guardava intensamente mentre si concentrava per essere il più delicata possibile, impaurita di ferire il ragazzo già malconcio.

“Fa male?” Chiese Bella, ricevendo un piccolo cenno di assenso da Harry.

“Come l‘inferno.”

Bella baciò appassionatamente per l’ultima volta le sue rosee labbra gonfie prima di guidare entrambi verso il suo letto. Appena si misero a letto, Harry avvicinò Bella a sé, emettendo un piccolo gemito a causa del dolore che stava sopportando. Bella si spostò istantaneamente tornando al suo posto lontano da Harry.

“No, vieni qui.”

“Non voglio farti male.”

Allora Harry le si avvicinò, non lasciandole altra possibilità che stringersi a lui.

“Mi fa male di più quando non sei tra le mie braccia.”

Bella restò con Harry per il resto del pomeriggio fino a tardi, bendando le sue ferite e prendendosi cura di lui, baciandolo qua e là. Ben presto scese la notte ed Harry e Bella era distesi nel letto insieme, semplicemente parlando di tutto, Harry le lasciava leggeri baci.

“Bella?” Chiese Harry timidamente, abbassando lo sguardo sulla sua piccola figura che ancora tracciava le linee dei suoi tatuaggi sotto la sua clavicola.

“Hmm?” Rispose, senza distogliere lo sguardo dai suoi tatuaggi che sembravano interessarle davvero.

“Vuoi restare con me stasera?”

L’unica risposta che ottenne fu un soffice bacio sulle sue labbra rosee prima che lei si stringesse dolcemente a lui. 

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