PROLOGUE

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"heart to heart and eyes to eyes, is this taboo ? baby we built this house in memories. take my picture now, shake it till you see it"

 take my picture now, shake it till you see it"

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GRIMMAULD PLACE.

È lì che Sofia stava andando. L'Ordine aveva ormai lasciato quel luogo che un tempo usavano come quartiere segreto, e si poteva ben notare.

Quando Sofia sbatté il piede tre volte la casa iniziò ad apparire. Era piuttosto degradata, malconcia e piena di muffa, ma Sofia non poté non sorridere amaramente alla vista della casa.

Aprì la porta cigolante, e subito le lacrime rischiarono di fuoriuscire -"eccoci qui"- sussurrò Sofia iniziando a camminare per il corridoio.

Iniziò a salire le scale, dando un'ultima occhiata al piano terra, associandolo ai momenti passati a giocare con i gemelli, o a cucinare con Hermione. Piccoli ricordi a doppio taglio: per un momento un piccolo sorriso si increspò sul volto di Sofia, ma poi, quando la consapevolezza che nulla di tutto quello sarebbe riaccaduto la colpì, la ragazza tirò un triste sospirò salendo le scale cigolanti.

Osservò le camere, camminando verso una in particolare, la camera di Sirius Black. Aprì la porta osservando quel luogo così cupo, ma allo stesso tempo pieno di vitalità.

La camera di Sirius era drappeggiata da poster babbani rock, stemmi grifondoro e foto con i suoi vecchi amici, di cui adesso rimaneva solo Remus. La ragazza si sedette sul letto, osservando le crepe sul pavimento per attimi eterni.

Scivolò via da tutti quei ricordi scendendo al piano di sotto, aprì la porta dove si trovava l'albero genealogico dei Black. Guardò l'immagine bruciacchiata di Sirius, mentre una lacrima scendeva impassibile. Tracciò con un dito il percorso di Selene, fino ad arrivare alla sua immagine.

Sofia Aries. L'immagine la raffigurava in modo perfetto, i dolci occhi marroni erano contornati dai capelli ricci.

Era l'unica viva della stirpe Black. Presa dalla rabbia si avventò sull'albero, strappando la sua immagine -"che cosa?"- sussurrò guardando dentro il buco creato. Prese lo strano oggetto tra le dita, sentì la carta sui polpastrelli e il profumo simile a quello dei libri.

Corse verso la camera di Sirius, sedendosi per terra e aprendo la lettera.

Piccola lumos,
se stai leggendo questo significa che sono morto. Un po' drammatico come inizio non trovi? Però è così. Se leggi questo allora vuol dire anche che hai trovato la lettera come pensavo, sei perspicace come noi Black. Non so sinceramente da dove iniziare a scrivere, siccome sto scrivendo la lettera per la trentesima volta, ma è complicato. Mi dispiace se ti ho lasciato sola, spero saprai che la morte è una delle cose che non posso controllare, e mi dispiace per questo, perché io ero la tua ultima famiglia. So come ti senti, sperduta. Credo che sia questo l'aggettivo adatto, e sapere di essere stato io non fa altro che accrescere i miei sensi di colpa. Sapere di poterti lasciare in questo mondo oscuro da sola mi fa paura, anche se so che con te c'è Harry. Spero che tu riesca ad accettare la mia morte, ma ricordati sempre di me. Dopo tanti anni, tu sei stata la luce che è entrata nella mia vita, per questo vivrai sempre dentro di me, e porterò il tuo ricordo anche tra le stelle. Ti ricordi quando ti avevo detto che chi ci ama non ci abbandona mai? Lo penso ancora, e vale anche per me. Ci sarò sempre per te, per quanto doloroso sia, la morte non ci può separare. Io e te siamo legati da un filo ancora più forte del destino, e lo sai qual è? L'amore, e io ti amo come se fossi mia figlia. Dal primo istante che ti ho vista ho sempre pensato a te come qualcosa di luminoso. Tu sei vita, Sofia, e so che te lo sarai sentito dire migliaia di volte, ma ricordati, che la forza sta in chi ha sofferto e sorride ancora, e tu sei la persona più forte che io conosca, perciò al posto di piangere, fammi un bel sorriso. Anche se non mi vedi, anche se non senti più la mia voce e ti sembro scomparso, io ti accompagnerò per sempre. Ti voglio bene mia lumos, tuo per sempre, Sirius Black.

La ragazza singhiozzò sulla pergamena -"ti voglio bene"- pianse -"mi manchi, mi machi tanto zio"

Il dolore le lacerava l'anima come una lama incandescente, voleva solo tornare felice.

Voleva solo...tornare con Sirius. E forse avrebbe dovuto capire che alcune scelte bisogna farle a mente lucida, e lei in quel momento era tutto tranne che lucida. Ragionava col cuore impregnato di sofferenze, e la mente controllata da Ecate, che le sussurrava cosa fare.

Gli occhi tristi divennero subito più determinati.

"Se tu non puoi venire da me...verrò io da te, zio"- sussurrò la ragazza stringendo il pezzo di carta -"si, verro io da te..."- disse quasi per auto-convincersi.

"Staremo di nuovo insieme"- disse annuendo come una pazza -"come una famiglia"- sussurrò abbassando lo sguardo sulla lettera. Gli occhi divennero neri come il sottosopra, i capelli divennero più scuri, le dita emanavano piccole scintille di magia oscura -"saremo di nuovo una famiglia"- sussurrò per l'ultima volta, prima di toccare la lettera con le dita.

La magia esplose, l'oscurità si riversava a fiotti per tutta Londra, mentre la gente correva via disperata. Perché la distruzione porta con sé la paura.

E Sofia, era diventata la distruzione.

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𝐆𝐫𝐞𝐞𝐧 𝐄𝐲𝐞𝐬||𝐇𝐚𝐫𝐫𝐲 𝐏𝐨𝐭𝐭𝐞𝐫||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora