Amore.

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Mattia sorrise pacatamente, mentre accarezzava il cuoio capelluto del ragazzo intento a baciargli il collo.

Il biondo mugolò contento quando sentì Stefanelli insistere su un punto passandoci spesso la lingua, prima che schiudesse le labbra e prendesse a succhiare.

D'istinto strinse le gambe come per chiuderle, trovando come ostacolo il corpo del più alto in mezzo.

Si trovavano nella sua camera da letto, con il proprietario sulla scrivania e l'altro intento a lasciargli dei segni rossi, e ormai si stavano lasciando andare a quell'atmosfera rilassante da un po'.

Avevano abbassato le tapparelle, perciò la luce che entrava all'interno della stanza era relativamente poca.

Sentì le mani del più alto accarezzargli le gambe, rivolgendo i pollici verso il suo interno coscia e massaggiandolo pacatamente, prima di strofinare le labbra sul suo collo e parlare.

«Non chiuderle.»

«É istintivo.»
Si scusò il più basso, mentre arrotolava un ricciolo attorno al suo indice, e con la mano libera guardava un po' il cellulare.

Christian riprese a torturare quel punto del suo collo, prima che Mattia lo interrompesse allontanandosi.

Il moro alzò lo sguardo come per chiedergli perché lo avesse fermato, e il biondo sorrise vedendolo così tanto in balìa sua, e fece scivolare la mano libera sulla sua mascella, prima di afferrargli il mento fra le dita e baciarlo.

Stefanelli chiuse gli occhi lasciandosi andare, perché ormai era totalmente schiavo delle emozioni che il più piccolo gli provocava, e quando quello si allontanò dopo nemmeno dieci secondi lo guardò dispiaciuto.

Zenzola sorrise, mostrandogli il cellulare con una loro fotografia mentre si baciavano, scattata proprio in quel momento.

«Che dici se la pubblicassimo?»

«Coming out semplice e veloce.»
Sorrise il moro, non badando alla leggera sfocatura dell'immagine, alla presa troppo vicina, ai colori non troppo accesi, al fatto che non era nemmeno poi così bella come foto.

Eppure notò bene come Mattia non la cancellò nonostante la leggera risata, e spostò il viso di lato per riprendere a giocare con il telefono e con la mano di nuovo libera, ricondurlo sul suo collo.

Christian chiuse gli occhi, perché amava avere cura dell'altro, e amava lasciargli quei segni sulla pelle.

Riprese a baciarlo, e vedere come già quelle zone prendessero a diventare più rosse rispetto alle altre circostanti, lo fecero stare bene.

Sentì le note di una canzone prendere piede nella stanza, e quando sentì che il più piccolo poggiò il telefono sulla scrivania, capì che era stato fatto di proposito.

Capendo che ora finalmente avrebbe avuto tutte le attenzioni dell'altro, fece risalire le mani lungo le sue cosce per bloccarle sui suoi fianchi, mentre Mattia mugolava contento a quella presa più decisa.

Vide Zenzola tirare la testa all'indietro per lasciargli più spazio per muoversi, mentre i riccioli pendevano verso il basso deboli della forza di gravità, e poggiò le mani dietro la sua schiena per darsi un equilibrio.

Si fece più fuori alla scrivania, verso la sua estremità, allargando le gambe per poter accogliere al meglio il corpo dell'altro, e sospirò mentre Christian continuava a regalargli quelle dolci attenzioni.

Tenne una mano dietro di lui sulla scrivania per reggere il peso della schiena, mentre quella sinistra la fece arrivare alla sua guancia.

La accarezzò debolmente, prima di scendere sulla spalla allargandogli appena il colletto della maglia, e scese ancora fino ad arrivare al petto, e poi allo stomaco e alla pancia, dove cambiò direzione.

Come le Maschere di Pirandello. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora