via le maschere

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Quel giorno Kacchan ottenne, oltre che una memorabile lavata di capo davanti a tutta la classe, anche una punizione....adeguata diciamo.
Aizawa lo aveva obbligato a presentare lui la conferenza annuale contro il bullismo che, per legge, doveva essere tenuta in ogni scuola.
Non appena la condanna fu sentenziata il biondo inziò letteralmente a digrignare i denti dalla rabbia mentre tutti gli altri scoppiarono a ridere, scherzando riguardo a quanto fosse azzecata la posizione.
Ma ancora non andava bene, per ora la classe lo trattava ancora come uno scherzo, e si mostravano al massimo un po' delusi, come a dire "guarda come si comporta da sciocchino il nostro Bakugo, ancora se la prende il suo amico"; ciò a cui miravo io era un vero odio verso di lui, un disgusto al pari di quello per i villan, se non peggiore, la consapevolezza che aveva distrutto la vita di qualcuno, per poi incitarlo a togliersela; il disgusto verso qualcuno capace di prendersela solo con i più deboli per accrescere il proprio ego insaziabile e smisurato; l'odio verso qualcuno capace di ustionare ripetutamente il suo amico di infanzia, che ancora lo idolatrava.
E, più importate di tutto, un odio sufficiente a fargli subito perdere interesse nelle sue ricerce, in caso di scomparsa, a fargli pensare che forse, in fondo in fondo, se lo era anche meritato.

Quello non bastava; dovevano sapere la verita, TUTTA la verità.

Katsuki tornò al suo posto, fulminandomi con lo sguardo mentre io, certo di essere osservato da decine di occhi, mi limitavo ad evitare il suo sguardo, fingendosi spaventato, sperando di suscitare in qualcuno il dubbio che forse tutta quella paura non fosse completamente infondata.

Fortunatamente qualcuno lo notò, e ben sei persone si offrirono di fare la strada di ritorno con me, certi che Bakugo mi avrebbe aggredito fuori da scuola.

Feci un pezzo di strada chiacchierando con tutti come sempre, finchè non fummo abbastanza lontani dal cancello da non essere visti dai ritardatari che ancora non erano usciti,tra cui anche un certo biondo; mi girai verso di loro, era ora di andare in scena. 
-sono veramente felice che mi vogliate proteggere, ma devo imparare a vedremela da solo e ad affrontarlo, non posso dipende è dagli altri in eterno no?- dissi loro, sorridendogli ma facendo bene attenzione a mostrarmi abbastanza spaventato da farli preoccupare.
-quindi cosa vuoi che facciamo?- chiese kaminari -dobbiamo andarcene?-
-potete fare come volete, andarvene, nascondervi o fare il giro largo e reincointarmi dopo, basta che non siate qui a darmi man forte, ho bisogno di chiarire bene con lui- dissi risoluto mentre tutti si scambiavano occhiate preoccupate.
-al massimo domani arriverò a scuola con un paio di ossa rotte- continuai con una risata nervosa, mettendoli giosto l'ansia necessaria a convincerli a nascondersi anzichè andarsene.

Li vidi allontanarsi parlottando tra di loro, poi fecero finta di girare un angolo, nascondendosi invece vicino ad un cespuglio; fingendo di camminare a caso per l'ansia mi avvicinai fino ad essere a portata d'orecchio, e aspettai la bombetta.
Bakugo non tardò ad arrivare e, non appena mi vide, mi puntò come se fossi un villain.
Ovvimente per prima cosa mi afferrò il colletto e cercò di sollevarsi da terra, fallendo e facendo già la prima gaffe.
-cosa cazzo era quella scenetta in classe stupido nerd?- mi urlò contro, scuotendomi per la maglietta con fare minaccioso.
-smettila di prendertela con me- risposi con la voce leggermente tremante -non ho fatto niente in classe, sei tu che hai iniziato ad urlarmi contro, ti sei scavato la fossa da solo, non provare a dare la colpa a me - dissi, fingndomi spaventato, e subito un'altro scossone.
-è ovvio che è colpa tua, bastardo!!- urlò di nuovo.
-continui a provocarmi per farmi sbottare e mostrati superiore, bhe indovina? Non sei affatto superiore a me, non lo sarai mai, sei solo uno stupido extra e tale resterai- continuò, arrabbiato come non mai, e potei sentire uraraka sobbalzare dietro il cespuglio.
-non ti istigo, giuro, voglio solo diventare un eroe in pace e salvare le persone, e non so perchè mi vedi come una minaccia ma non lo sono, non voglio rubarti il posto né altro- dissi, sembrando debole in modo da convincere la sua parte più marcia a infierire maggiormente.
-Non so neanche perchè una merda quirkless come te sia entrato in questa scuola, ma non avresti dovuto. Non so se sei masochista o solo stupido ma a quanto pare tutti gli "avvertimenti" che ti ho dato in questi anni non sono bastati, quindi nel caso tutti i pestaggi non fossero stati chiari te lo ripeto, te ne devi andare da qui, non sarai mai un eroe!
L'unica cosa che potresti davvero fare è seguire il mio consiglio e suicidarti, non sia mai che potresti nascere con un effettiva utilità. - urlò è non potei essere più soddisfatto di così .
Questa volta afferrai la sua mano e lo guardai con sfida, approfittando del fatto di dare le spalle ai miei amici; al contrario di come appariva la mia espressione il tono di voce sembrava più quello di di una persona spaventata che cerca di comunque di far valere la propria parola.
-lo sai? In tutti questi anni ti ho sempre ammirato; ero l'unico a volerti essere veramente amico e tu non hai fatto altro che trattarmi come spazzatura, prendendola con me, ridicolizzandomi e picchiando con cadenza giornaliera! Ho ancora le bruciature che mi ha lasciato il tuo stupido quirk e tutto ciò solo perchè mi dispiaceva per te, che avevi gente intorno solo perchè avevano paura di te.
Io invece ti ho seguito ovunque, ti ho supportato e tutto iò che ho ottenuto in cambio sono traumi e cicatrici! Hai letteralmente distrutto la mia autostima e azzerato le mie capacità comunicative e ora vuoi incolpare me della posizione in cui ti sei messo da solo.
Tu hai distrutto la mia vita più di quanto possa mai fare un qualunque villain e nonostante ciò ti ho sempre perdonato ma ora sono stufo, vedi di starmi lontano!- gli urlai contro tutta la verità con un tono alto che rasentava l'isteria e con voce spesso spezzata dai singhiozzi.

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