⏪3 anni e 4 mesi prima (Parte II)

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And darling, it was goodNever looking downAnd right there where we stoodWas holy ground

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And darling, it was good
Never looking down
And right there where we stood
Was holy ground

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Darcy sta aspettando davanti ad una tazza ormai vuota, non perché Max sia in ritardo ma perché lei è arrivata esageratamente in anticipo. Nonostante la frenesia della giornata di ieri, tra festeggiamenti per la laurea con amici e parenti e appena tre ore di sonno, Darcy si sente su di giri. Forse sono i tre cappuccini che ha già preso. O forse è...Max.

Mentre scrive sulla sua agenda alcune informazioni indispensabili per il viaggio di oggi, che farà insieme a lui, continua a ripensare ad ogni cosa che lo riguarda. Dal primo momento che l'ha visto, al saluto che si sono scambiati ieri sera, fuori dal ristorante dove hanno cenato. Nonna Elisabeth ha insistito affinché lui rimanesse e lei, un po' in imbarazzo e un po' speranzosa, l'ha pregato di accettare sottovoce. Max ha detto di sì senza pensarci troppo sopra e così si sono ritrovati seduti vicino, prima durante l'aperitivo e poi durante la cena. L'ha presentato ai suoi amici e lui, con quella sicurezza che ostenta sempre, si è inserito subito all'interno delle conversazioni, trovandosi a suo agio, come se non fosse stata la prima volta che vedeva tutta quella gente nuova.

«Buongiorno», si sente salutare all'improvviso. Alza lo sguardo, trovandosi davanti proprio Max, con l'espressione assonnata e i capelli in disordine.

«Hai decisamente bisogno di un caffè», decreta lei, sorridendogli. Lui annuisce, lasciandosi cadere sulla sedia di fronte e slacciandosi la giacca. «Come lo prendi il caffè?»

«Americano, senza zucchero», fa sapere. Darcy annuisce, alzandosi. Gli fa sapere che ci pensa lei, ritornando qualche minuto dopo con due tazze fumanti tra le mani. Lascia quella contenente un liquido nerissimo davanti a Max, mentre la seconda se la porta alle labbra e prende un sorso ancor prima di riprendere posto.

«Hai dormito bene?» chiede lei. Anche Max comincia a bere dalla sua tazza, inumidendosi le labbra mentre annuisce. Butta un'occhiata verso ciò che ha preso Darcy, inarcando un sopracciglio, non convinto che possa essere qualcosa che potrebbe apprezzare. «È un cappuccino. Latte d'avena, doppio cacao e niente zucchero», fa sapere. «Ci sono poche costanti nella mia vita, e il modo in cui prendo il cappuccino è una di queste. Sono intollerante al lattosio, quindi bevo solo latte vegetale, però non mi piace per niente, quindi ci metto il cacao. Niente zucchero, perché adoro l'amaro del cacao», gli spiega, alzando le spalle con fare ovvio. Max la resta ad osservare da dietro il bordo della sua tazza, prendendo a parlare una volta che la appoggia contro il tavolo.

«Niente lattosio. Lo terrò a mente», dice, facendo sorridere Darcy. «Allora, dove mi porti oggi?» chiede poi. La ragazza si raddrizza velocemente sulla schiena, aprendo la sua agenda sulla pagina di oggi. 29 Giugno. E fa un freddo cane. La guarda distrattamente, come se non sapesse già cose ha scritto.

«Non voglio farti fare il solito tour turistico. Voglio portarti in un posto magico. Spero tu abbia voglia di camminare, perché dobbiamo camminare un sacco! Per pranzo ci fermiamo in un posto dove fanno il miglior stufato del mondo. Vedrai, ti piacerà», comincia a dire Darcy. «Dobbiamo fare un viaggio di circa un'ora, in direzione della costa. Il tempo dovrebbe rimanere stabile, anche se fa un po' freddo. In macchina ho delle giacche a vento e degli stivali in gomma. Dovrebbero andarti bene quelli di mio padre». La ragazza mette via l'agenda e il cellulare, attorcigliandosi poi attorno al collo la sua sciarpa Serpeverde, a strisce verdi e argento. Finisce quello che resta del suo cappuccino e chiede a Max se possono andare. Lui annuisce, seguendola fuori dalla caffetteria. Nel parcheggio ci sono poche macchine e Darcy va dritta verso una Mini Cooper grigia.

Bad Blood || Max VerstappenWhere stories live. Discover now