Argomento genitori

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4 giugno 2022, 9.55

"Mister Mancini. L'Italia è pronta per questa sera?"

"Noi ci stiamo allenando tanto, non dobbiamo sottovalutare la Germania, ce la metteremo tutta per non deludere i tifosi"

"Ieri a Coverciano è arrivata una nuova recluta, che chiameremo davanti alle telecamere a momenti"

"Sì, Azzurra Speranza. Ogni squadra di calcio maschile può avere una ragazza tra i propri giocatori. Ho applicato questa regola in favore di questa giovane calciatrice, perché so che può fare tanto"

A quel punto mi sedetti sulla sedia accanto a mister. Controllai i respiri, dovevo fare di tutto per non far capire che ero spaventata. Avevo sette anni l'ultima volta che ero stata davanti a delle telecamere per parlare e tutto quello che ricordavo era che non ero agitata. Cercai di ritornare a quel momento e sorrisi al ricordo

"Azzurra Speranza. Possiamo collegare il tuo nome ad una speranza per l'Italia?"

"Io farò del mio meglio. Anche i giocatori so che non si lasceranno abbattere dagli ultimi risultati ottenuti e faranno l'inimmaginabile per tornare ad essere l'Italia dell'estate 2021" risposi con un sorriso

"Mancini ci aveva annunciato che eri una giovane calciatrice, ma di preciso quanto anni hai?"

"Sedici, a dicembre diciassette"

"Se il mister ti ha notato già a questa giovane età, e sicuramente significa che hai talento, possiamo immaginare per l'Italia un grande futuro. Hai tanti anni davanti a te, per giocare in nazionale" sorrise cordiale e io feci altrettanto

"Io continuerò a giocare in nazionale finché c'è ne sarà bisogno e finché il mister mi vorrà nel suo team. Continuerò sempre a dare il massimo, cercando di non deludere gli spettatori"

"I tuoi genitori sicuramente saranno fierissimi di te" notò con un'espressione paterna in volto.

Io invece mi rabbuiai, ma cercai di non darlo troppo a vedere. Ero appena entrata a far parte della nazionale e questo mi rendeva una preda facile per i tifosi, mostrare le mie debolezze avrebbe peggiorato solo la situazione e, per quanto ho sempre cercato di non darlo a vedere, ricevere commenti negativi mi avevano sempre ferito più di quello che ci si immaginerebbe.

"Mia madre mi ha detto molte volte che è fiera di me, per lei il fatto che io sia stata chiamata è stata solo la conferma di quello che lei ha sempre saputo. Mio padre è venuto a mancare cinque anni fa, ma tutto quello che conosco sul calcio lo devo soprattutto a lui, quindi sono sicura che anche lui ne è felice" risposi cercando di mantenere lo stesso tono, neutro.

Nello studio calò il silenzio
"Certamente per lui deve essere bellissimo vedere la propria figlia in nazionale grazie ad i suoi insegnamenti" confermò e poi salutò tutti e chiuse l'intervista

"Tutto bene, Azzurra?" Mi chiese Mancini, mentre le lacrime lottavano per uscire.

Volevo solo tornare in camera, stare da sola, tornare a dormire. La giornata era iniziata da poche ore, ma a me sembravano ormai troppe.

Annuì al Mister "vado un secondo in camera. A momenti devo collegarmi di nuovo" mormorai, pri a di uscire di fretta dalla sala riunioni.

Mentre correvo per le scale mi aggrappai al ciondolo che portavo al collo e, con gli occhi chiusi per cercare di trattenere le lacrime, andai a sbattere contro qualcuno.

"Azzurra, aspetta" mi chiamò questo e solo sentendo il suono della sua voce capì che era Giorgio Scalvini.

Non mi fermai e continuai a correre, fino ad arrivare in camera mia. Mi chiusi dentro e appoggiai la schiena alla porta, permettendo finalmente alle lacrime di uscire. Mi mancava mio padre. Mi mancavano i pomeriggi passati con lui a giocare a calcio, o qualche gioco da tavolo, le serate a guardare un film o le partite. Mi mancavano i suoi consigli, i suoi baci della buonanotte, la canzone che mi cantava per svegliarmi. Mi mancava tutto di lui. E pensare che a breve anche mamma mi avrebbe abbandonato mi distruggeva più di quanto già non fossi.

"Azzurra, Azzurra tutto bene?" Era di nuovo Scalvini, che bussava alla porta, il tono della voce preoccupato.

"Non è niente, tranquillo" risposi con voce incerta, mentre cercavo di rallentare i sussulti del petto

"Apri questa porta per favore? Non è tutto ok, si sente" feci un respiro profondo e mi decisi ad aprire.

Entrò, preoccupato, glielo leggevo negli occhi. Chiuse la porta alle sue spalle e mi abbracciò e io, dopo tanto tempo, mi sentì di nuovo al sicuro. Non sapevo spiegare la sensazione ma era come se quelle braccia potessero tenermi lontana dai problemi del mondo. Mi trovai a singhiozzare appoggiata al suo petto, mentre le sue mani mi accarezzavano dolcemente i capelli. Provai a coordinare il mio respiro al suo, tranquillo e dopo poco smisi di singhiozzare

"Stai meglio?" chiese dolcemente. Annuì, tenendo lo sguardo fisso sul pavimento, imbarazzata

"Vuoi parlarne?" Domandò, sedendosi sulla sedia della scrivania
Mi sedetti sul mio letto e iniziai a parlare

"Durante l'intervista hanno ritirato fuori l'argomento dei miei genitori. Ho cercato di non darlo a vedere, ma non riesco a parlarne facilmente. Dopo sono scoppiata, forse hanno influito anche gli ultimi due giorni che mi hanno fatto accumulare parecchio stress" sospirai "il punto è che mi manca terribilmente mio padre. Mi manca tutto di lui, ogni dettaglio, ogni secondo e, nonostante abbia passato tanti e bei momenti con lui mi sembra che sia finito tutto troppo presto. Mi sembra che tutti gli istanti se ne siano andati con lui e in un certo senso è così, dato che non potrò più riviverli, ma anche solo pensarci mi fa male. E non è semplice malinconia e come trovarsi ad un passo dal prendere una cosa di cui ho disperatamente bisogno, ma essere incapace di fare quel passo e avere quella cosa comunque lontana. E il fatto che a breve anche mia madre se ne andrà peggiora tutto, perché ci siamo sempre fatte forza a vicenda, siamo andate avanti insieme e quando se ne andrà io dovrò affrontare di nuovo tutto quanto daccapo, come se questi cinque anni di lavori sulla mia mente per stare meglio non siano serviti e per di più sarò da sola e...e non credo di riuscirci, credo e ho paura di crollare questa volta" la mia voce era stato un continuo crescendo, mentre le lacrime tornavano a uscire, fino all'ultima frase, quasi bisbigliata.

Non avevo mai pronunciato quelle parole ad alta voce. A mamma non riuscivo a dirle, avendo molti problemi che riguardavano se stessa, ben più gravi dei miei, alle mie migliori amiche non serviva che le dovessi, mi capivano senza bisogno di parole, e non avevo mai parlato a nessun altro di ciò che provavo, dopo la morte di mio padre, perché non mi sentivo a mio agio. Con Giorgio invece era diverso. Mi sentivo capita e sapevo che non mi avrebbe abbandonata. E quasi a conferma di quei pensieri lui si alzò e mi abbracciò

"Non so cosa stai passando, ma so che tutto questo non è normale. Probabilmente tutto quello che dirò adesso potrebbe essere sbagliato, ma se avrai bisogno di sfogarti puoi contare su di me. Da come parli dubito che tu abbia detto queste cose a qualcun'altro, prima di me" annuì stancamente, appoggiando la testa al suo petto, mentre con un braccio mi circondava le spalle e con l'altro mi accarezzava i capelli

"Grazie" mormorai sciogliendomi dall'abbraccio

"Se hai bisogno chiamami. Vuoi che rimango qui, mentre sei collegata?" Mi chiese e io annuì

"Sì, se non è un problema" sorrisi timidamente e lui si sedette sulla seconda sedia, accanto alla scrivania in modo che non venisse inquadrato.

Entri nella riunione, erano ormai le dieci e mezza e Samuele mi aveva scritto che avevano visto l'intervista.

Spazio autrice 

Ecco a voi un nuovo capitolo. Ammetto che per scriverlo ho impiegato molto tempo e non è stato facile. Credo che sia il capitolo più difficile che io abbia mai scritto, dato che volevo trasmettere i sentimenti di Azzurra, ma non era facile, dato che non potevo far passare la morte del padre come un evento che lei ha superato facilmente, quindi l'ho scritto e cancellato numerose volte. Spero di essere riuscita nell'intento. 
Oltre ciò, abbiamo conosciuto anche Giorgio Scalvini. Un paio di informazioni su questo ragazzo: classe '03, difensore dell'Atalanta ha giocato anche come centrocampista. Ha giocato anche nella 4º partita di Nation League, contro la Germania. Lo so che non è un calciatore molto conosciuto, ma, nonostante lo conoscessi già da po' essendo tifosa dell'Atalanta, ma mi ha colpito veramente nella sua prima partita con la nazionale maggiore. Non so perché sia rimasta colpita, dato che non ha fatto chissà che. Mi scuso per il ritardo, ma con la ripresa della scuola sono stata impegnata. Voi che scuola fate? Vi trovate bene? Spero che la storia vi stia piacendo! 

Ti Rimarrò Sempre Accanto~ Giorgio ScalviniWhere stories live. Discover now