Strumentale (Ponte)

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Sbatté le palpebre, ritornando alla realtà. La sua mente si era ingarbugliata nei ricordi, seguendo le tortuose vie delle lanterne. Presente e passato si erano sovrapposti, facile in una terra che pareva immobile e immutabile. In anni, poco, nulla era cambiato. Chiunque, se scavava, aveva davanti a sé le stesse immagini, gli stessi campi, le stesse tradizioni. Erano congelati in un tempo eterno, dove solo le giornate scandivano il ritmo. Nessuno se ne lamentava, chi vi nasceva era avvezzo a quella cita, a quella sicurezza. La stessa sicurezza che aveva lei, riconoscendo tutto, appoggiandosi a quella statica familiarità. Forse per questo non accettava i cambiamenti, forse per questo non accettava quel cambiamento.

Ripercorse le vie delle lanterne, questa volta con un obiettivo in mente. Vide la bancarella, prese Alaya e la trascinò con sé. Ne fu confusa, pure lei era stata distratta.

«Ma... Marija, che succede?» chiese appunto Alaya.

Non rispose, avrebbe capito, come sempre.

La trascinò con sé e la piazzò davanti a un tiro a segno. Alaya capì e sbuffò. Le erano sempre piaciuti i giochi a premio, soprattutto se c'erano dei pallini e si potevano sparare. Poche erano le sue qualità, ma aveva capito che la mira fosse una di queste. Era felice di riuscire in qualcosa, perciò ogni occasione era buona per mettersi alla prova. E vincere qualcosa.

Ogni fiera era buona, ovunque ci fosse il tiro a segno. Capiva se Alaya era stufa, non vi vedeva nulla di produttivo. Un tentativo scarso, una volta, aveva demotivato i suoi intenti. Un futile passatempo, così l'aveva definito. Eppure, oltre a sbuffare, accettava, come lei ascoltava i suoi discorsi.

«Buonasera signorina, vuole tentare?» chiese un uomo baffuto, da dietro il bancone.

Annuì, prese i soldi e glieli diede. Lui le diede il fucile, lei lo posizionò e prese la mira. Ora serviva solo la concentrazione.

«Nulla d'ingombrante, mi raccomando» commentò Alaya, vicino a lei.

Sorrise, comprese l'ironia.

«Non sperarci» le rispose, per poi iniziare il gioco.

Finì la ricarica e pagò un'altra: aveva mancato una sola lattina, ma sapeva non fosse abbastanza. Voleva contraddire Alaya, il suo piano era sempre stato quello.

«Sander, io starei attento alla tua ragazza!»

Riconobbe subito il nome, poi la voce. Sorpresa, abbassò il fucile, voltandosi. Un gruppetto si era avvicinato, tutte persone familiari, ma mai quanto il ragazzo con i capelli color cenere. Era imbarazzato, quanto tenerezza che le fece.

«Lascialo perdere, è un idiota» commentò Sander, sempre timido, lanciando una flebile occhiata all'amico.

Sorrise, capendolo, conoscendolo bene. Per questo continuò lo scherzo. Doveva divertirsi quella sera, l'aveva detto.

«Forse non troppo...»

Cambiò mira, ora la canna del fucile puntava contro l'amico di Sander. Sorrisero entrambi, avevano capito.

«Spostalo, ti prego, Marija. Se un cecchino lo impugna, non è bello averlo contro» commentò l'amico.

Abbassò l'arma, alzò un sopracciglio, perplessa.

«Addirittura cecchino? Ma se butto giù giusto qualche lattina.»

«Dillo a tutti i pupazzi in camera tua.»

Il commento di Alaya fu una sorpresa, per tutti. Aveva partecipato allo scherzo, aveva deciso di unirsi, forse vedendo lo svago. Fredda e calcolatrice in apparenza, ma dentro i loro sentimenti erano simili.

Stay with Me - Krys Talk RemixDove le storie prendono vita. Scoprilo ora