La cosa giusta.

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Vide Marco aprire la portiera dei sedili posteriori.

Gli sorrise, invitandolo ad entrare.

E Mattia lo fece.

Ricordò bene quando Marco aveva iniziato a proibirgli di stare sui sedili anteriori, accanto a lui, durante i viaggi.

Ricordò bene quando l'unico posto che meritava era quello del sedile posteriore, anche se erano soli in macchina, quasi come se lui fosse un animale, un cane domestico a cui avrebbe anche fatto piacere avere più spazio disponibile.

E stava per mettere un piede in quella macchina, perché assecondare i suoi ordini gli sembrava la cosa più intelligente da fare ora che l'ansia gli stava salendo, ora che la paura lo stava bloccando, ora che se anche si fosse ribellato non avrebbe risolto nulla se non farlo arrabbiare il triplo, quando sentì qualcuno chiamarlo per nome.

«Mattia?»

Domandò una voce, ma Mattia non la riconosceva.

Si voltò verso quella direzione, e Marco insieme a lui.

Qualcuno si avvicinò a loro, e il biondo dovette sbattere un paio di volte le palpebre per far smettere ai propri occhi di fargli vedere tutto così sfocato, e mise a fuoco la figura davanti a lui.

Alex.

Era Alex.

Mattia schiuse le labbra sorpreso, incapace di dire niente, mentre quello guardava sospettoso prima Marco e poi lui.

C'era qualcosa che non andava.

E fu per quel motivo, che senza nemmeno lanciare una seconda occhiata a Marco, si voltò verso di lui.

«Va tutto bene?»

Domandò il ragazzo dalla bandana stretta alla fronte, per metá nascosta dai capelli, e Mattia capì che quello era il suo momento.

Poteva andarsene, poteva liberarsi, poteva-.

«Sì, va tutto bene, lo stavo accompagnando a casa.»

Sorrise Marco, educato come solo un bastardo del genere poteva essere, e porse la busta della spesa a Mattia.

E il riccio lesse il mondo dietro quegli occhi.

E capì, in quel momento più che mai, che non poteva dire ciò che era successo ad Alex.

Perchè come fai a dire che sei stato fermo mentre uno ti toccava, mentre qualcuno ti si strusciava contro senza nemmeno bloccarti, quando a casa hai un altro ragazzo che ti aspetta?

Afferrò piano la busta, ma sembrò diventare pesante anche quella.

Marco si voltò verso Alex.

«Sei andato anche tu a fare la spesa qui vicino? Sono buone le offerte, non é vero?»

Domandò loquace, indicando con lo sguardo la busta che anche Alex aveva nella mano sinistra.

L'altro annuì, un po' sospettoso, prima di girarsi di nuovo nella direzione del fidanzato del migliore amico.

C'era qualcosa che non andava.

C'era qualcosa che gli stava dicendo di andarsene il prima possibile da lì, di portarsi dietro Mattia, di allontanarsi insieme a lui.

Si voltò verso il riccio che ancora non parlava, e poggiò una mano sul suo braccio.

Tremava.

Sotto la felpa tremava.

Mattia nemmeno lo sentì quel tocco, mentre fissava la portiera della macchina.

Come le Maschere di Pirandello. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora