capitolo 1

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POV Vi

Le urla di mia madre mi riportano alla realtà: io e mia sorella Alice dobbiamo andare a mangiare la pizza dalla nonna, dal momento che i nostri genitori devono uscire a cena. Mio papà ha una cena di lavoro e mia madre invece vuole godersi una serata di meritato riposo a casa delle sue amiche. Quindi io e Alice dobbiamo andare a mangiare dalla nonna che abita al piano di sopra e poi io dovrei mettere a letto la “piccola peste”, pardon Alice. Quest'ultima parte del piano però è stata disturbata da una fastidiosa zanzara. Io e Alice abbiamo cercato di acchiapparla per almeno un quarto d'ora, alla fine ha vinto lei e noi abbiamo rinunciato. Pertanto si è fatto tardi e siamo ancora in bagno a prepararci per andare a dormire.

Finalmente riesco a pettinare Alice per farle una treccia, dal momento che è in una fase in cui vuole assolutamente avere i capelli ricci come i miei. Io proprio non la capisco; lei vuole essere uguale a me! Anche se, in realtà, io un po' la invidio: ha occhi azzurro-verdi, che sembrano due grandi laghi limpidissimi, capelli biondi liscissimi che le arrivano fino al sedere, e un fisico sottile e slanciato ….. tra qualche anno avrà una fila di spasimanti sotto casa!

L'unica cosa che condividiamo è appunto il fisico, per il resto siamo agli opposti: io ho gli occhi castano chiaro, quasi color miele, i miei capelli sono castano scuro con riflessi rossicci, hanno una lunghezza discreta, mi arrivano a metà schiena e sembrano aver vita propria visto che sono tra il mosso e il riccio, e con l'umidità mi fanno assomigliare a Medusa.

Ad un certo punto, dalla finestra aperta si sentono le urla di alcuni ragazzi provenienti dalla lussuosa villa che sfortunatamente si trova proprio davanti al nostro palazzo. Mando mia sorella a letto e mentre le leggo la storia della buonanotte, l'occhio mi cade sull'orologio e vedo che è mezzanotte passata. È stata dura, mia sorella non ne voleva sapere di addormentarsi, ho anche pensato di tirarle una martellata in testa!

Mi affaccio alla finestra, non fa freddo, anzi ora l'arietta serale che sento sul viso è piacevole dopo una giornata di caldo estivo. La brezza mi scompiglia i capelli, sento una pace indefinita e mi perdo ad osservare la stupenda, ma alquanto pacchiana, villa davanti a me. È ben visibile grazie al sentiero di lampioni che attraversa il prato con un elegante lastricato di pietra chiara in contrasto con l'erba bassa e perfettamente curata, puntellata da piccoli cespugli di fiori azzurri e bianchi. Il perimetro del giardino è costeggiato da una recinzione in legno bianco come nelle villette dei film americani. La casa ha una facciata molto elegante: una piccola gradinata arriva a un portico con un dondolo molto romantico, appesi alla ringhiera del portico ci sono alcuni vasi con dei meravigliosi geranei rossi e rosa. Il tetto è verde con dei pannelli solari che riflettono la luce della luna, anche la porta è verde, ma di metallo, lo si vede da come riflette la luce. Le alte finestre buie nella facciata bianca, hanno rifiniture in legno naturale.

Altre grida mi distraggono dalla contemplazione di questa meraviglia architettonica. Di scatto mi giro e vedo Alice che finalmente dorme beata, abbracciata al suo orsacchiotto di peluche e quindi vado camera mia. Mi affaccio dalla mia finestra per dare un'ultima occhiata alla villa e noto, seminascosta dietro la casa, una piscina dove alcuni ragazzi si divertono. Rimango a osservarli per qualche minuto fino a che uno di loro si gira verso di me e mi nota. Allora, dandomi mentalmente della stupida, accosto di scatto la finestra, ma non prima di sentire:

-Hei bella! Ti piace quello che vedi? E a proposito ti è caduta una maglietta dalla finestra!!!-

Al che io mi affaccio, rossa come un pomodoro e rispondo a quei ragazzi:

-Ah grazie mille!-

Chiudo la finestra e cerco le chiavi di casa per uscire a recuperare quella stupida maglietta che nella foga di chiudere la finestra mi è caduta. Mentro scendo le scale, mi infilo un paio di calzoncini corti ed esco nel piacevole fresco della sera. Mi prendo del tempo per passare davanti alla villa su cui io e Aly spesso fantastichiamo, immaginando la faccia della piccola peste quando le dirò che c'è anche una piscina.

Raggiungo la mia maglietta e non vedo il ragazzo che esce correndo dalla piscina con un secchio pieno d'acqua gelida. Quindi, quando questo me la versa addosso, rimango bloccata un paio di secondi prima di iniziare ad insultare chiunque fosse stato. Avevo già cominciato a sibilare insulti a destra e a manca ma appena mi giro e vedo il ragazzo che sta ridendo, rimango quasi paralizzata.

È il ragazzo più bello che io abbia mai visto: capelli scuri e bagnati con il ciuffo che gli ricade sul viso, lineamenti perfetti, quasi disegnati, lo fanno sembrare un angelo terribile e meraviglioso. Pian piano i miei occhi scendono sul suo corpo e rimango a contemplare il suo fisico spettacolare, ma appena alzo lo sguardo trovo due iridi azzurre così chiare da sembrare di ghiaccio, così profonde da annegarci dentro e … cavolo se mi piacerebbe affogare in quegli occhi! Il suo sguardo però mi riporta alla realtà, in quegli occhi così belli scorgo una scintilla di divertimento ma anche una punta di un'altra emozione che non riesco a decifrare, fino a che, seguendo la direzione del suo sguardo, capisco subito. Che imbarazzo! Per stare più comoda indosso le magliette di mio padre e spesso uso le sue canottiere bianche, vecchie ….. peccato che quella che avevo messo stamattina fosse molto lisa e quindi ora che è bagnata sia diventata trasparente e lasci vedere il mio reggiseno nero. Avvampo, lo guardo male e scappo verso il portone di casa, ricordandomi solo dopo del motivo per cui ero scesa, la mia maglietta giace ancora in mezzo alla strada davanti a quel ragazzo.

Salgo di corsa le scale, entro in casa con la delicatezza di un rinoceronte e mi strappo di dosso i vestiti bagnati. Passo a vedere se Alice dorme ancora e la trovo persa nel mondo dei sogni con un'espressione angelica. Mi incanto a guardarla, quando sento un brivido di freddo, le do un bacio sulla fronte e vado in camera mia. Mi butto sul letto e mi addormento cercando di non pensare alla mia figuraccia e a quel ragazzo con quegli occhi cosi particolari e soprattutto all'effetto del suo sguardo su di me.

Tutta colpa di una maglietta...Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora