Capitolo quarantacinque

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15/01/22

Erano le 23:59 del 9 gennaio. Chiara e Mattia erano seduti fuori nei divanetti ad aspettare la mezzanotte.
«3, 2, 1... buon compleanno amore» sussurrò piano Chiara, battendo le mani e dando un bacio al ragazzo. «Grazie». Le diede una serie di bacini.
«Credo che questo sarà il compleanno più bello di sempre» disse Mattia che era vicino alle labbra di Chiara.
«Ovviamente è dovuto alla mia presenza». Lei mosse i capelli in un gesto teatrale.
«E certo, sennò per chi?». Ma Mattia non ricevette risposta, perché Chiara lo baciò di nuovo. Tolse una mano dalla tasca della felpa calda che aveva e sentì freddo per qualche secondo, ma poi la affondò nei capelli di Mattia, che erano caldi e soffici.

«Andiamo signor maggiorenne, dentro ti stanno aspettando». Chiara si staccò e Mattia anche, controvoglia.

Quindi rientrarono dentro, trovando tutti i ragazzi in semicerchio ad aspettarlo.
«Buon compleanno Matti» urlarono tutti i ragazzi, abbracciando il festeggiato.
«Facciamo un grande applauso a Mattia» disse Luca un po' in napoletano, provocando una risata di gruppo.

La mattina poi proseguì tranquilla, tra lezioni e compiti dai prof.

Quando tornò dalla lezione di latino, nel pomeriggio, Chiara corse subito a farsi una doccia. Si mise un cardigan color crema, e dei jeans neri semplici con sotto delle Air Force bianche. Si guardò allo specchio e pensò di essere bella. Era una delle poche volte che lo pensava. Poi andò in cucina, e vedendo tutti i ragazzi che facevano qualcosa, decise di aiutarli. Mise qualche palloncino aiutata da Sissi e sistemò i bicchieri e i tovaglioli sul tavolo.

Christian nel frattempo stava intrattenendo Mattia nella sua camera per non farlo andare a sbirciare, anche perché quella in teoria avrebbe dovuto essere una festa a sorpresa.

Dopo un po', Chiara fu chiamata da Christian.
«Vai di là» disse soltanto con un sorrisetto sul volto, per poi andare a sfornare la torta che gli altri avevano preparato. Chiara quindi andò nella camera del suo ragazzo, ma non lo vide. «Matti, dove sei?» lo chiamò lei. Neanche dieci secondi dopo la porta del bagno si aprì, rivelando un Mattia con i capelli bagnati e solo i pantaloni addosso. Chiara rimase a bocca aperta. Quel ragazzo sembrava veramente una statua greca. Sul serio.

«Che devi fare tu vestita così?» le chiese mentre si metteva una felpa.
«Non ti piaccio?» chiese per provocarlo.
«Mi piaci anche troppo adesso» sussurrò Mattia dandole un bacio sul naso. Poi scese sulle labbra, lasciandone uno dolce.

«Matti...» mugolò Chiara, mettendogli le mani sul petto. «Ci aspettano di là».
«E va bene, però dopo stiamo soli io e te» le sussurrò ad un passo dalle sue labbra.
Chiara gli fece un occhiolino, per poi prendergli la mano e condurlo in cucina. «Chiudi gli occhi».
«No, ho paura» Mattia sorrise.
«Ti fidi di me?» gli chiese Chiara. «Sinceramente? No». Rise ancora di più.
«Te ne pentirai» disse Chiara prima di accendere la luce del salotto.

«Sorpresa!» urlarono tutti andando ad abbracciare Mattia.

I ragazzi poi andarono a sedersi a tavola per mangiare, dato che erano quasi le nove.
Dopo aver finito Christian andò a prendere la torta, che era completamente ricoperta di panna con sopra la scritta "Auguri Mattia +18" e tutto attorno dei fiorellini finti commestibili.

«Tanti auguri a te, tanti auguri a te, tanti auguri a Mattia, tanti auguri a te» cominciò a cantare Luca, poi si aggiunse Alex, Albe e Luigi, tipo coro.
«Auguri fratè» esclamò Christian, alzando un bicchiere di succo all'ace per brindare.

Tutti batterono le mani, Mattia soffiò la candelina ed espresse un desiderio. Poi prese tutti i regali e cominciò a scartarli. Aveva ricevuto delle maglie, qualche libro, e poi passò al regalo di Chiara.

Era una bustina dorata che conteneva una lettera, che decise avrebbe letto con lei da solo, e una scatola piccola. La prese e la rigirò tra le mani, poi la aprì. Dentro vi trovò un foglio piegato. Era un biglietto. Un viaggio a Mykonos per due. Sotto c'era una foto di lui e Chiara. Se glielo avrebbero chiesto lui avrebbe detto che non ci credeva.
Subito andò ad abbracciare la sua ragazza, riempiendola di baci e di "grazie".
«Sei la fidanzata perfetta» disse Carola, abbracciandola.

Dopo aver finito di mangiare la torta e aver sparecchiato la tavola, Chiara e Mattia andarono nel giardino sul retro. Ormai l'avevano nominato come loro posto ufficiale.

Mattia prese il telefono e fece il numero di sua madre, che rispose dopo il secondo squillo. «Mattia amore» disse la mamma salutandolo. Dietro poi comparve il padre e il fratello piccolo, Daniele.
Parlarono un po' tra loro, fecero gli auguri a Mattia gli raccontarono di come andava lì a Bari. Chiara osservava in silenzio, fino a che ad un certo punto Mattia disse: «Mamma, papà, voglio presentarvi Chiara».
«Ciao tesoro, come stai? Piacere sono Giulia, la mamma di Mattia» disse cordiale.
«Salve, piacere mio» salutò timida Chiara. «Per favore dammi del tu, sennò mi sento troppo vecchia» rise Giulia.
«Posso chiederti come hai fatto a metterti con un soggetto del genere?» si intromise Daniele, il fratello. Chiara sorrise, rivolgendo uno sguardo a Mattia. «Non saprei spiegartelo». «Matti, un'ultima cosa e poi ti lasciamo; il piede come va?». Giulia si fece seria. Era una questione che quel giorno nessuno voleva tirare fuori, perché sapevano quanto Mattia stesse male, però Chiara si disse che era giusto così.

«Bene dai, mi sto abituando».
La mamma sospirò. «Va bene, buonanotte tesoro, buonanotte anche a te Chiara» li salutò Giulia, poi chiuse la videochiamata.

Chiara appoggiò la testa sulla spalla di Mattia. Avevano entrambi bisogno di silenzio.
Ad un certo punto, mentre guardava il cielo, Chiara vide una stella cadente.

«L'hai vista?» chiese a Mattia, che annuì. «Esprimi un desiderio»
«Un altro?»
«Sì.»
«Allora dico che vorrei restare così per sempre»
«Così come?»
«Con te» sussurrò prima di buttarsi sulle labbra della ragazza per l'ennesima volta quel giorno.

Se qualcuno gli avrebbe chiesto cosa fosse la felicità, loro due avrebbero risposto che era quello che stavano vivendo in quel momento. E che avrebbero voluto viverlo all'infinito.

Dal primo momento //Mattia ZenzolaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora