Non ci sarebbe stato Universo alcuno.

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Mattia sbadigliò, mentre scorreva il pollice sull'home di Instagram.

Ormai non gli interessavano i meme che venivano pubblicate da quelle pagine, e pensò che avrebbe dovuto fare una pulizia dei propri seguiti.

Era sdraiato sul letto a guardare l'ennesimo video asmr che avrebbe dovuto rilassarlo ma che invece gli procurava solo l'effetto opposto, quando sentì d'improvviso la porta aprirsi.

Alzò lo sguardo dal cellulare e, quando non incontrò quello della sua amica -proprietaria di casa-, ma di suo fratello, sgranò gli occhi e si tirò immediatamente a sedere, imbarazzato.

«Oh- oh, tranquillo, resta.»

Si mise a ridere l'altro, con il sorriso perfetto che gli illuminava il volto abbronzato; Mattia sentì le guance arrossarsi un po' più mentre metteva su un sorriso da ebete.

«Sì- no, ecco- io- stavo aspettando che- cioè, non-.»

«Ma tranquillo, anch'io mi stancherei ad aspettarla mentre si fa la doccia. Ci mette una vita ogni volta.»
Ridacchiò riferendosi alla sorella, e al biondo venne naturale sciogliersi e abbassare le spalle quando capì che il ragazzo più grande stesse facendo conversazione per metterlo a suo agio.

Indossava una maglia bianca che entrava in contrasto con la sua carnagione, e Zenzola avrebbe mentito se avesse detto che più e più volte il suo sguardo non fosse caduto su di lui, sul suo corpo.

Dandosi dei pizzicotti sulle mani per trattenersi, portò lo sguardo altrove.

«Ma si sta facendo anche lo shampoo?»

Chiese distratto, mentre si allungava sulla mensola sopra la scrivania per cercare qualcosa fra la miriade di pupazzi colorati.

«Sì.»

«Allora mi dispiace per te, uscirà minimo fra due ore.»

Si voltò verso di lui, e il riccio scosse la testa come per dire che non faceva niente, e che avrebbe aspettato.

In realtà non sapeva nemmeno formulare una frase quando si ritrovava quel ragazzo davanti: non sapeva che accadesse nel proprio corpo, eppure sentiva un improvviso calore che gli saliva fino alla punta delle orecchie e diventava il triplo più impacciato di ciò che era normalmente.

Aveva provato a nasconderlo, e fortunatamente c'era riuscito anche bene: la sua amica non sospettava niente, e lo invitava spesso a casa sua.

E a Zenzola non poteva far altro che piacere vedere quel ragazzo diciannovenne che gli gironzolava attorno.

Perché Mattia era tutto fuorchè ingenuo: forse era un ragazzino malizioso o semplicemente sveglio, eppure lo aveva notato bene come ogni volta che lui andasse a trovare l'amica, il fratello si facesse trovare a casa.

E se dovevano uscire, li accompagnava lui fino al luogo d'incontro con i loro amici.

E ogni volta che si ritrovavano in situazioni come quella, dove la coetanea era sotto la doccia e lui nella sua camera a non fare niente, il fratello entrava e con una scusa o con un'altra attaccava bottone.

E il quattordicenne che poteva farci se non sentirsi profondamente lusingato da quelle attenzioni?

«Dove andate di bello stasera?»

«C'è la festa di paese, quindi credo che andremo in piazza.»
Rispose Mattia, mentre controllava l'orario sul telefono.

E si diede dello stupido quando calcolò quanto tempo la sua amica fosse stata in bagno per pregare che avessero altro tempo da spendere insieme lui e suo fratello.

Come le Maschere di Pirandello. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora