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Finita la riunione, Derek mi accompagna nella mia camera. Nel tragitto mi racconta cosa è successo a Kant quando ci siamo divisi, ma non gli presto molta attenzione. Nonostante abbia dormito un giorno intero sono stanca come se non dormissi da settimane.

Probabilmente non è stanchezza fisica. Sono semplicemente stanca di tutto questo.

Giunti di fronte le nostre camere, l'una accanto all'altra, ci fermiamo.

<<Derek.>> lo interrompo dal discorso che faceva, perché non stavo capendo un granché. <<Ho bisogno di parlare con Alba.>>

<<Lo so.>> risponde toccandosi nervosamente un braccio. <<Lei però non è pronta.>>

<<Avrei dovuto dirle tutto quando potevo.>> sussurro guardando altrove. <<Probabilmente ora mi odia.>>

<<Non ti odia, e lo sai.>> posa una mano sulla maniglia della sua porta. <<Le abbiamo spiegato ogni cosa con calma, illustrandole i motivi per cui ne era ancora all'oscuro. Sembra abbia capito, ma è pur sempre una ragazzina. Devi darle il tempo per assimilare tutto.>>

<<Come se scoprire che in realtà non sei mai nato sia una cosa facile da comprendere.>>

Risponde con un sorriso. Forse crede che io abbia fatto una battuta, ma lo penso davvero. Lei mi è sempre stata vicina, anche quando ho scoperto di essere ciò che sono. È stata l'ancora che mi ha tenuta con i piedi per terra, la ragione per cui non mi sono lasciata andare. E fa male sapere che adesso io non posso esserlo per lei.

Vedendomi in silenzio, Derek apre la porta. <<Allora, ci vediamo domani mattina. Se stai meglio devi ricominciare ad allenarti.>>

<<Va bene...>> mormoro in risposta. <<Buonanotte.>>

Ci chiudiamo le rispettive porte alle nostre spalle.

Mi siedo sul letto, stremata e pensierosa. Quando sto per togliere i vestiti, sento il rumore dell'acqua che scorre. Guardo nel mio piccolo bagno ma la doccia è ferma, quindi capisco che l'udito vampiristico mi permette di sentire la doccia di Derek. Non me n'ero mai accorta prima, forse troppo presa da altri pensieri o semplicemente non mi importava di chi abitava in quella stanza.

Chiudo gli occhi e immagino ciò che sta facendo adesso: lentamente si sta togliendo la maglietta nera con lo stemma dei cavalieri, poi le scarpe, i pantaloni e... basta. Scuoto la testa quando mi rendo conto dove esattamente stavano arrivando i miei pensieri. Lo specchio che rimanda la mia figura evidenzia le gote rosee e gli occhi più vispi che mai, con un leggerissimo accenno di bianco.

Mi alzo, decisa a smettere di ascoltare, ma poi percepisco l'acqua che si interrompe quando incontra il suo corpo. Ogni singola goccia che scende lenta e tocca tutte le sue parti nascoste. L'elemento dell'acqua mi chiama, lo sento come se fossi io stessa lì. Come se fossi io l'acqua.

Dannati poteri da Soul Hunter.

Mi getto sul letto e poso un cuscino sul viso, cercando di eliminare le sensazioni che mi stanno pervadendo. Se è l'acqua l'elemento che mi chiama, perché è il fuoco che risponde? Perché è il suo opposto che mi sta divorando dentro?

E nel frattempo Derek continua a farsi la doccia.

Non mi sembrava poi così sporco.

Interminabili secondi dopo, finalmente il getto si arresta. Levo il cuscino dal viso e torno a respirare, aggrappandomi alle lenzuola alla ricerca di aria. E quando credo che finalmente il supplizio sia finito, ecco che il getto d'acqua ricomincia a scendere.

Soul Hunter - La vendetta di KillianWhere stories live. Discover now