XXVIII

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Una risata riempì l'entrata della villa "Cazzo Hyunjin ho battuto da qualche parte non hai una luce in casa?!" lo rimproverò il biondo muovendo le mani davanti a sè per capire dove si trovasse il muro o qualsiasi altro oggetto su cui avrebbe urtato ancora.

"Su cosa tu vada a sbattere non è un mio problema, perché ora quello che vuole sbattere qualcuno sono io" sussurrò il corvino con malizia al suo lobo inglobandolo con le braccia da dietro.

Sentì la sua pelle rabbrividire sotto il fiato caldo di Hyunjin che venne preceduto da due dolci labbra, un semplice bacio a cui susseguirono degli altri sulla pelle che aveva infuocato in poco tempo, lenti e gustosi che rilassarono i nervi tesi di Felix. Le mani dai fianchi piccoli e spigolosi si spostarono verso il basso ventre, coccolando la stoffa rossa del jeans che il corvino avrebbe desiderato strappare più di ogni altra cosa. Con le labbra stava tracciando un lento percorso che dalla clavicola raggiungeva la mandibola.

Qualcosa in Felix stava succedendo. Quando erano i ragazzi sconosciuti, a cui vendeva il suo corpo per ripagare dei debiti inesistenti, a toccarlo i loro gesti erano rudi e violenti. A nessuno interessava con chi avessero a che fare, ma l'unica cosa che guardavano erano le curve e il faccino che si ritrovavano davanti. Si era abituato a tutto ciò, sentire quelle mani rudi sotto i tessuti dei vestiti, quelle labbra violente e sadiche che si posavano su di lui e per la maggior parte delle volte segnando la pelle limpida. Nessuno l'aveva mai veramente apprezzato come Hyunjin stava facendo.

Lasciò cadere la testa sulla sua spalla mentre con gli occhi chiusi ascoltava il suono dei baci leggeri, mentre le mani grandi di Hyunjin lo accarezzavano. Era rude solo con le parole, ma con i gesti comprendeva a pieno i bisogni del biondo.

Quando posò l'ultimo bacio tra l'attaccatura della mandibola e il lobo lo sentì sorridere "Questa rete intralcia il mio lavoro" sussurrò afferrandola con i denti sfiorando anche la pelle del collo che per l'ennesima volta reagì. Felix si voltò con il corpo verso di lui facendo scontrare i loro petti e sorrise nell'oscurità alzandosi nelle punte delle scarpe, per assicurarsi che il corvino lo sentisse forte e chiaro. "Allora perché non la levi?".

Quando terminò quella frase Hyunjin l'aveva già preso per le cosce, facendolo alzare da terra e avvolgendo la vita con le gambe per mantenere un minimo di equilibro, mentre il corvino sembrava ormai aver acquistato un po' di lucidità. Camminò senza problemi nell'oscurità per pochi secondi prima che la schiena di Felix ebbe un impatto violento con della pelle.

Il divano. Gli occhi si stavano lentamente abituando, in più la grande vetrata del soggiorno lasciava filtrare la luce della luna aumentando di più la visibilità su Hyunjin sopra di lui mentre lo studiava, era straordinariamente sexy. Quelle pozze nere persistevano ed era ormai chiaro a Felix che qualcosa di lui non era umano, nessuno poteva avere questo tipo di cambiamento e ciò lo rendeva ancora più attraente.

Chiunque probabilmente avrebbe avuto paura, ma per Felix era diverso e anche Hyunjin se ne stava accorgendo. Il volto del corvino si avvicinò pericolosamente a quello del biondo e il cioccolato dei suoi occhi si riflesse nelle pozze facendogli trattenere il fiato. "Avresti preferito il barista, piccolo?" domandò mentre una mano tracciava con tocco modico il suo petto fino alla cintura dei pantaloni, che fece sfilare rapidamente. "Rispondi" sussurrò avvicinandosi alle sue labbra. Non si erano ancora baciati e Felix voleva provare il suo sapore più di ogni altra cosa in quell'istante.

"Te, ho sempre preferito te" ammise prima di allacciare con frenesia le loro labbra.

I loro sapori miscelati in quella danza, non forzata e piena di passione, Felix aveva associato il sapore di cioccolata che i brownie della madre gli lasciavano. Il suo dolce preferito, un sapore che non avrebbe dimenticato in fretta.

DARK SIDE // MinsungDove le storie prendono vita. Scoprilo ora