68 - give life -

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Swami's POV

"Swami ti prego, guardami." Mi disse Ginevra

La mia migliore amica era tornata a casa quando Melissa era andata via.

E mi aveva trovato a fissare il vuoto, a piangere senza fare rumore e far fatica a respirare.

"Squilla incessantemente" Disse alludendo al mio cellulare la cui suoneria sentivo anch'io

"Non lo voglio sentire, ne vedere." Sussurrai

"Così sarà, ma ti prego.
Guardami.
Non oso immaginare in che stato sia il tuo cuore, posso solo pensare quanto sia difficile.
Ma ti prego, cerca di reagire." Mi disse Ginevra

Erano passati quattro giorni da quando Melissa mi aveva detto cosa era successo.

L'unica che sapeva cosa stesse succedendo era la mia migliore amica che mi aveva trovata nel mezzo di una crisi respiratoria.

Persino Enea, ovvero la persona più curiosa sulla faccia della terra non aveva fatto domande.

Curioso si, ma da sempre con un grande tatto.

In quei quattro giorni ero stata letteralmente chiusa in camera con Marlon che entrava e usciva di lì.

Non lo sentivo dalla mattina di quel tre gennaio, nonostante lui chiamasse e scrivesse, chiedendomi cosa fosse successo e che era preoccupato.

"Avrei dato la mia stessa vita per la sua." Sussurrai e potei giurare di aver sentito Ginevra tirare su con il naso

"Sai che ti dico? Adesso ci penso io." Disse Ginevra afferrando il suo telefono e facendo non so cosa.

"Forza! Alzati." Disse dopo qualche minuto

La vidi affettare il mio vecchio zaino delle superiori e infilarci dentro dei vestiti.

"Che stai facendo?" Le chiesi guardandola per la prima volta

"Ti ho fatto il biglietto per Milano.
Tu adesso ti alzi che ti accompagno in stazione.
Vai da tuo fratello e ci stai un po'.
Se c'è qualcuno che può farti bene adesso, quello è Leo.
Senza dubbio." Mi rispose Ginevra afferrandomi per la mano e costringendomi ad alzarmi 

***
Ero sul treno diretto a Milano al cui mancavano più o meno dieci minuti per arrivare a destinazione.

Ginevra mi ci aveva letteralmente buttato di peso.

Il mio cellulare vibrava di continuo, costringendomi a silenziare la sua chat.

Non ero riuscita a bloccarlo o cambiare la sua registrazione.

Per il mio cellulare lui era ancora Bubi.

Ma la mia testa non poteva pensare a Federico, che i miei occhi diventavano delle cascate.

Leo non sapeva nulla, ma aveva capito che avevo bisogno di lui e mi aspettava in stazione.

Ginevra aveva ragione.
Se c'era qualcuno o qualcosa di cui avevo bisogno, quelli erano mio fratello e del tempo in sua compagnia.

Quando il treno arrivò, presi lo zaino che mi aveva preparato Ginevra affermando che avevo vestiti a casa di mio fratello e quindi me ne aveva messi pochi, e poi scesi camminando fino a trovare l'unico vero uomo che avrei amato per tutta la vita.

Quando Leo mi strinse tra le sue braccia scoppiai a piangere per l'ennesima volta.

Chiunque avrebbe pensato che era normale star male ma che ero esagerata.

Ma io sapevo che mio fratello mai nella sua vita mi avrebbe giudicata.

"Sh, andrà tutto bene principessa.
Ci sono io con te, sempre." Mi sussurrò ed io tirai su con il naso

Restammo per un po' così.

Immobili in un punto della stazione centrale di Milano, abbracciati l'uno all'altro incuranti delle persone che ci guardavano.

"Forza, andiamo a casa.
Ti ho fatto la lasagna."

Ed io sorrisi per la prima volta in quei giorni.

***
Leo aveva preso due giorni dal lavoro e in quell'otto gennaio, mi aveva buttato giù dal letto e trascinato in giro affermando che mi avrebbe fatto bene.

E dopo essere stati tutto il giorno in giro in quel momento stavamo tornando a casa con un frappuccino di Starbucks tra le mani.

Perché si, era sempre un buon momento per prenderlo.

"Domani ti porto in bel posto." Mi disse mio fratello mentre cambiava la marcia

"Leo.." provai a dire ma lui mi fermò

"Non provare a finire quella frase, Swami."

Io sospirai e guardai fuori dal finestrino, Milano che si muoveva.

"Grazie." Dissi e posai gli occhi sul mio fratellone concentrato alla guida

"Non devi neanche dirlo.
Sai che sei una delle due metà del mio cuore.
Darei la vita per te e per Cami, lo sai."

CUPIDO HA FATTO GOAL - Federico Chiesa Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora