Capitolo 75

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Il via vai di gente mi indica come un brutto promemoria che odio ricordare, che la vita va avanti anche senza di lei

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Il via vai di gente mi indica come un brutto promemoria che odio ricordare, che la vita va avanti anche senza di lei. Il mondo può anche non accorgersi della sua assenza ma nel mio, tutto ha cessato di esistere. L'arresto cardiaco, l'infermiera che si appresta a mettere in funzione il defibrillatore per rianimarla... Sono informazioni che non lasciano presagire a nulla di buono ed io, non posso fare altro che pensare al peggio.

La mia intera esistenza è costellata di perdite e delusioni costanti, quindi non vedo come possa essere altrimenti adesso, con tutti i trascorsi antecedenti che mi precedono. L'odore di disinfettante che mi riempie i polmoni comincia a rendermi nervoso e irascibile, ho bisogno di riprendere fiato ma non riesco ad andarmene via e lasciarla qui da sola, la paura me lo impedisce. La solitudine che sento addosso mi opprime e mi sussurra che sono rimasto solo, ancora una volta.

Guardo la sala d'aspetto e nessuno è qui per lei. I suoi genitori l'hanno completamente dimenticata, diseredandola soltanto perché lei, troppo innamorata del sottoscritto, ha deciso di scegliere me e nostro figlio. Nostro figlio... Mi agito e tremo, temendo anche per la sua vita, e una bruttissima sensazione mi attraversa da parte a parte, tagliandomi a metà e infiltrandosi ancor più in fondo. Il feto ha solo tre mesi di vita e aggrapparsi con quelle poche forze al cordone ombelicale per venire alla luce non basterà di certo, per rimanere ancorato a questo mondo. È ancora troppo piccolo per affrontare l'insensibilità del destino. 

Quando il fato non ti desidera, interviene per spazzarti via dalla vita. Sto ancora pensando a tutto ciò, quando il chirurgo primario che impartiva gli ordini alla sua équipe, esce dalla sala operatoria col viso stravolto di fatica. Senza rendermene conto, mi alzo da quello che è diventato il mio angolo di reclusione e gli vado incontro. Lo guardo con una tale tristezza negli occhi, totalmente impossibilitato a rivolgergli i miei più grandi timori perché ogni mia parola risulterebbe superflua. Quelle, servirebbero solamente a riempire le pareti con il suo malinconico eco, mentre; le risposte diffidenti che tanto temo di sentire, non arriveranno mai a toccare quel vuoto che provo e che non può essere colmato senza Helena... Ma in qualche modo, la persona che mi sta davanti lo intuisce. Devo fargli proprio pena.

«Lei è il parente della paziente?» «Sono il suo ragazzo.» Gli dico, implorandolo soltanto con lo sguardo di dirmi come stia lei e il bambino. «La ragazza ha avuto un aborto spontaneo e non c'è stato nulla da fare. Mi dispiace moltissimo per la vostra perdita.» Le spalle tese, d'improvviso si afflosciano. Ho già perso ogni mia più piccola speranza di vederlo crescere. Il respiro mi si mozza in gola, poi mi riscuoto; cercando con tutte le mie poche forze rimaste di uscire dal torpore paralizzante di cui sono vittima, sperando con tutta l'anima che lei non sia perduta.

Il chirurgo vedendomi in questo stato è in difficoltà e cerca di spiegarmi in termini meno generici le condizioni di Helena. «Per quanto riguarda la sua fidanzata, siamo riusciti a rianimarla col massaggio cardiopolmonare, nonostante il cuore sia collassato per un breve momento. Questa è una buona notizia.» Nell'attimo in cui mi riferisce quello che per lui è una nota positiva, quella parvenza simile a un piacevole senso di sollievo nel saperla ancora viva, svanisce all'istante. «Cosa vuole dirmi esattamente?» Domando, trincerandomi di una pazienza che non ho. «Che i parametri vitali sono presenti e quasi del tutto stabili ma la paziente ha perso conoscenza e adesso si trova in uno stato vegetativo.» Inorridisco e sobbalzo per l'informazione appena ricevuta, poi con velata compostezza, gli rivolgo la parola, ponendogli una domanda che mi strazia e mi graffia la trachea per venir fuori ed essere pronunciata con riserbo.

«C'è la possibilità che si riprenda?» Chiedo, distrutto. L'uomo in camice blu mi osserva con accondiscendenza e un certo riguardo. «Non smetta di sperare, non spetta a noi decidere. Le conoscenze scientifiche agiscono dove possono intervenire ma il resto invece, dipende dalla tenacia della paziente e a quanto la mano di Dio le sia vicino per tenderle un aiuto.» Annuisco, incerto sulla fiducia che ripone in Dio con tutti quei discorsi intrisi di speranza. La speranza è sopravvalutata! Non si può sperare in un miracolo che non avverrà mai, il miracolo lo devi compiere tu se vuoi che accada... Ma in questo caso, io sono totalmente inutile e non posso farci niente! Tutto dipende dalla bravura dei medici e da Helena, che deve assolutamente ritrovare la volontà di lottare a tutti i costi per tornare da me.

Io farò di tutto per starle accanto ma è lei che deve sconfiggere quel nemico chiamato Morte, lo stesso che ha iniziato ad aleggiarle intorno per strapparla via da me e condurla nell'Aldilà, sempre se esiste un punto chiamato oblio, dove tutto viene dimenticato. Mi riscuoto dai pensieri estenuanti che mi gravano la mente, quando il chirurgo posa una mano su una mia spalla. «Tra poco la sposteremo in terapia intensiva e le permetteremo di vederla.» Lo ringrazio ancora una volta mentre lui annuisce con la fervida convinzione che tutto andrà bene. Si congeda cordialmente e con incedere sicuro si dilegua diligentemente, andandosene via per poi scomparire tra i corridoi affollati dell'ospedale.       

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L'Angolo dell'Autrice:

E con enorme fatica, rieccomi tra voi! Lo so che meritate di più di un capitolo di due paginette ma è da parecchio tempo che me lo ritrovo in bozza e dovevo per forza correggerlo. Oggi son giunta ad una correzione accettabile e accantonando le mie remore per il prossimo capitolo che ancora devo buttar giù, vi lascio questo estenuante Chapter 75 con molta titubanza... Se ci sono errori fatemelo presente (Soprattutto in campo medico, non sono sicura di esserne uscita pulita 🤔), e visto che non ho avuto occasione in precedenza di farvi i miei più sinceri auguri per tutto, ne approfitto adesso nell'augurarvi un felicissimo e magnificoanno nuovo(Mi riferisco anche alle feste passate 🤭), con questo mio piccolissimo regalino giunto in tremendo ritardo nelle vostre mani!

Dolcissima notte Lettori Miei!!! Siete sempre nel mio corazon. 😉❤️









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