Stella si svegliò di soprassalto, aveva giocato per tutto il pomeriggio con la nonna, per poi crollare non appena toccato il letto.
La sua cameretta era ancora buia, dalla finestra non entrava uno spiraglio di luce, ma delle voci che rimbombavano in casa le tolsero il sonno.
«Vi prego, fermatevi e pensateci un attimo.»
Era la voce della nonna, tremava, non l'aveva mai sentita così triste.
Un brivido le abbracciò le spalle e le fece stringere con un po' più di forza il pupazzo tra le mani.
«Aspettate... aspettate.»
Stella si fece coraggio, spostò le coperte dalle gambe nude, e scese dal letto in compagnia del suo peluche. Con i piedini scalzi sul pavimento freddo, raggiunse la porta della stanza e la aprì lentamente.
La luce del corridoio la colpì con violenza.
Dalla stanza accanto, quella dove dormivano i suoi genitori, uscì sua nonna indietreggiando.
«Non potete andarvene così» implorò con le mani al petto.
Si spostò di lato perché il padre di Stella potesse uscire senza colpirla. La piccola vide le sue spalle larghe mentre si dirigeva in salotto e, dietro lui, la madre lo seguì fino in bagno, dove iniziò a frugare tra i vari cassetti tenendo stretta al petto tutto quello che poteva interessarle.
«Mi state ascoltando?» chiese implorante la nonna.
Ella si fermò a un passo dalla camera da letto con un paio di confezioni di plastica tra le mani. I suoi occhi chiari, uguali a quelli di Stella, guardarono con freddezza quelli di sua madre.
«Invece dobbiamo.»
Provò a superarla ma l'anziana l'afferrò per un braccio fermandola al suo fianco. «È la bambina? Che ne sarà della bambina?»
«Starai tu con lei e di tanto in tanto torneremo.»
Con uno scatto si liberò dalla stretta e sparì nuovamente in camera, seguita dal marito.
Un tuono squarciò il dramma, facendo sussultare Stella dallo spavento, aprì un po' di più la porta, catturando l'attenzione della nonna in piedi a pochi passi da lei.
«Nonna» sussurrò con un filo di voce.
Non capiva che cosa stava succedendo, rimase in attesa di una spiegazione, ma neanche lei sapeva che cosa dirle. Aveva il volto pallido, le mani tremanti che provava a nascondere tenendole unite con forza al ventre; gli occhi erano lucidi e gonfi, anche il rossetto che si metteva con cura ogni mattina era leggermente sbavato ai lati della bocca.
Vedere la propria nonna così, le diede un senso di irrequietezza.
Un altro lampo illuminò la cameretta della bambina alle sue spalle, facendole cadere a terra il pupazzo che teneva ancora stretto tra le mani.
Il tuono ancora più forte del precedente, avvisava dell'acquazzone che si stava per abbattere a Oakdale.
Stella corse incontro alla nonna e le abbracciò i fianchi nascondendo il piccolo viso sulla sua gonna scura. Sentiva che c'era qualcosa che non andava, lo avvertiva anche senza conoscere la situazione.
Una folata di vento le colpì le spalle strette e quando alzò lo sguardo vide i suoi genitori uscire dalla camera da letto con due enormi valige a seguito.
Sciolse l'abbraccio e la nonna lì seguì con passo rapido.
«Tornerete?» li supplicò con quel tono disperato di chi in fondo sapeva la bugia che era stata detta.
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Save me
Romance𝗦𝗮𝗹𝘃𝗮𝗿𝗲 𝗾𝘂𝗮𝗹𝗰𝘂𝗻𝗼 𝗽𝘂ò 𝗲𝘀𝘀𝗲𝗿𝗲 𝗹𝗮 𝗰𝗼𝘀𝗮 𝗽𝗶ù 𝗽𝗲𝗿𝗶𝗰𝗼𝗹𝗼𝘀𝗮 𝗰𝗵𝗲 𝘁𝘂 𝗮𝗯𝗯𝗶𝗮 𝗺𝗮𝗶 𝗳𝗮𝘁𝘁𝗼. 𝗦𝘁𝗲𝗹𝗹𝗮 ha imparato a non contare su nessuno. Dopo la morte della nonna che l'ha cresciuta, si aggrappa al po...
