Non adesso! cap.93

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Cameron

Si volta a guardarmi.

«A me dà fastidio che qualcuno mi guardi insistentemente solo per la mia sessualità, e non voglio abituarmi agli sguardi, e sai perché? Perché non voglio essere io quello a essere abituato a questo! Non sono un pagliaccio, non sono uno strumento, non sono un oggetto. Sono una persona, una persona come tutti gli altri, ed è assurdo che debba abituarmi, ed è assurdo che qualcuno lo debba fare con me, perché sono una persona, una persona che respira, ama, sbaglia, sono un essere umano, indipendentemente dal mio orientamento sessuale, indipendentemente da con chi vado a letto! Perciò sì, mi sono infastidito, perché odio essere guardato come se fossi un esserino difettato che ha bisogno che qualcuno lo aggiusti!»

Steve è esasperato.

Non mi ha mai parlato così.

Non mi ha mai parlato in questo modo così amareggiato.

È stanco, è stanco di doversi sempre giustificare.

Di dover dire necessariamente qualcosa.

È stanco che qualcuno debba abituarsi a lui.

Steve la vive male.

E per quanto non lo dia a vedere.

Per quanto io lo abbia già intuito.

Con queste sue parole ne ho avuto la certezza.

«Steve... io non intendevo questo.»

«E cosa intendevi? Forza, confrontati!»

«Intendevo dire che se a ogni sguardo insistente la prendi male non vivi più. Dovresti iniziare a fregartene per davvero!»

«Tu non capisci!»

«Sì che capisco. Ho capito tutto quello che mi hai detto, e hai ragione. Con abituarti non intendevo quello che hai capito. Intendevo dire che devi capire che purtroppo è così. Lo so che è brutto e ingiusto, ma funziona in questo modo. E non lo dico io, non lo dice nessuno in realtà, ma è la verità dei fatti, e tu lo sai bene!»

«Io vorrei davvero vedere le cose come fai tu...»

«Siamo due persone diverse. Tu hai la tua storia, hai la tua sensibilità, io ne ho un'altra. E mi va bene, Steve, davvero. Ma se sei sempre arrabbiato, se ti infastidisci, se ci stai male e non capisci, la tua vita si ferma in quel momento. E sarai sempre arrabbiato, infastidito e incredulo, e poi è lì che non mi va più bene, perché io ti voglio felice e spensierato. Ti voglio sorridente e sereno.»

«Mio padre, Cam...»

«Cosa?»

«Non voglio che si abitui, voglio che lo capisca...»

Apre nuovamente il suo raccoglitore, lo osserva insistentemente, e poi parla ancora.

«È lui nel foglio. L'ho iniziato un po' di giorni fa...»

«Lui sa cosa provi?»

Steve non stava facendo un discorso generale.

O meglio, sì.

Ma pensava a una persona in particolare, che è suo padre.

«Credo di sì...»

«E cosa dice?»

«Sempre le stesse cose...»

«Cioè?»

«Che non riesce a capirmi, che non sopporta il fatto che io stia con te...»

«E tu non capisci come faccia a non capirlo!»

«Già...»

Non sono molto entusiasta che passi del tempo con lui.

"L'Angelo e il Diavolo"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora