CAPITOLO SEI

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Quando mi vado a sedere con gli altri Intrepidi mi devo far fasciare la mano.
Per il nervoso ho stretto così tanto la lama del coltello che il taglio corre lungo quasi tutto il palmo.
Quando anche gli ultimi tre hanno fatto la loro scelta è il momento di andare.
La folla mi spinge verso l'uscita e io vado a sbattere contro un altro trasfazione degli Intrepidi. La giacca bianca e i pantaloni neri mi suggeriscono che è un Candido.
Lui si volta verso di me, è alto e ben piazzato.
«Scusa» gli dico cercando di guardarlo negli occhi marroni. Sarà almeno trenta centimetri in più di me.
Lui mi guarda e mi sorride.
«Non preoccuparti» se la sua stazza intimorisce, la sua voce rivela tutt'altro.
Ci ritroviamo fuori dalla sala e gli Intrepidi iniziano ad urlare e a correre giù per le scale. Non ho molta voglia di farmi venti piani a piedi, ma la loro energia è contagiosa.
Mi unisco a loro e inizio a correre fino alla porta principale e poi fuori, nella fresca aria della sera, con il sole che sta tramontando.
Seguo la mia nuova fazione fino ai binari del treno. Non mi è difficile stargli dietro, sono abituata a correre nei campi, anche se l'asfalto della strada è tutta un'altra cosa.
Sento il fischio del treno che si avvicina e mi viene un dubbio: se gli Intrepidi per scendere da un treno ci saltano fuori, lo fanno anche per salirci?
Purtroppo il mio dubbio è fondato.
Il treno ha i vagoni aperti e, mano a mano che avanza, gli Intrepidi ci saltano dentro. Io inizio a correre affiancando un vagone. Devo solo trovare il momento adatto per saltare.
Aspetto qualche secondo avvicinandomi sempre di più e infine mi getto dentro.
Sbatto con la schiena contro il pavimento del treno che vibra.
Mi alzo dolorante, c'era da aspettarsi una cosa del genere dagli Intrepidi.
Chi non è riuscito a saltare sul treno è già un Escluso.
Mentre il treno prende velocità mi siedo con la schiena appoggiata alla parete del vagone.
Hanno lasciato le porte aperte e il rumore del vento si fa sempre più forte.
Di fianco a me si accuccia il Candido che ho urtato all'uscita della Cerimonia.
Rimane per un po' in silenzio a guardarsi le scarpe, probabilmente è imbarazzato; poi si gira verso di me.
«Io sono Albert, ma puoi chiamarmi Al» mi urla per sovrastare il vento.
«Piacere Al, io sono Christal»
«Christal? Non è un nome inusuale anche tra i Pacifici?»
«Si» rispondo sorridendo «I miei genitori sono persone creative»
Sono fiera dal mio nome, mi piace.
«Comunque è un bel nome»
Noto che si sta torturando un pollice torcendolo. È una persona ansiosa.
«Grazie Al» cerco di sorridergli ancora per metterlo a suo agio.
«Sai» dice indicando la mia mano fasciata «Dovevi solo farti un taglietto, non aprirti a metà la mano»
Ora che me l'ha ricordato la ferita riprende a bruciare.
«Si beh, mi piace stringere i coltelli» dico con finta noncuranza.
«Allora sei nel posto giusto» risponde lui ridendo.
In quel momento si siede al mio fianco un'altro ragazzo.
È David. Sta sudando ed è pallido.
«Seconde te era questa l'iniziazione?» mi chiede con voce tremante.
«Penso di no. Sicuramente ci staranno portando a fare qualcosa di folle» sono brutalmente sincera con lui.
Ora mi fa un po' pena, ma mi ricordo di quando mi prendeva in giro e mi lanciava in testa la frutta marcia.
Mi ricordo anche del pugno che gli ho tirato dritto sul naso.
Si rannicchia contro la parete spaventato.
"Sono accanto al prossimo Escluso" penso.

Parlo con Al per un bel po' di tempo.
Si è trasferito dai Candidi solo per accontentare i suoi genitori. Non penso che sia il modo giusto per scegliere una fazione.
«Che cosa stanno facendo?» urla David all'improvviso, mi ero quasi dimenticata che fosse qui.
Mi alzo e guardo gli altri Intrepidi; stanno saltando fuori dal treno, sul tetto di un palazzo di sette piani.
Mi si gela il sangue a pensare allo spazio che c'è fra le rotaie e il tetto.
«Andiamo» dico ad Al e a David
«Vuoi seriamente saltare?» David è completamente preso dal panico.
«Si, dobbiamo saltare, muoviti»
Al mi si affianca davanti alla porta del vagone. Di fronte a noi c'è un ragazzo, anche lui è alto, ma non quanto Al e anche lui era un Candido.
Si volta verso di noi e vede Al. Sta per dire qualcosa ma il suo sguardo cade su di me e si blocca.
Ha un bel volto, i capelli neri e gli occhi verde scuro.
Non mi piace come mi fissa.
«Allora?» gli dico «Salti o ti devo tenere la manina?»
Lui si gira di scatto e salta.
Al mi guarda e ride.
«Dai dobbiamo muoverci» il treno non ci aspetterà.
Mi faccio un po' indietro per prendere la rincorsa.
Una ragazza Candida con la pelle scura sta cercando di convincere David a saltare. Ma non lo farà.
Io e Al ci lanciamo in avanti. Il tetto è quasi finito.
Il mio piede tocca il bordo dell'entrata del vagone e mi do la spinta.
La sensazione di leggerezza è fantastica.
Poi tocco il suolo con violenza e mi si piegano le ginocchia. Mi lancio in avanti rotolando un po'.
Mi fa male dappertutto, ma sono atterrata meglio rispetto ad alcuni.
Mi guardo attorno. Al è steso poco lontano da me e si tiene il ginocchio destro. Tutti hanno saltato tranne David, che ora è diventato un Escluso. C'è una ragazza Intrepida sul bordo del tetto che grida guardando giù, qualcuno non ce l'ha fatta.
Distolgo lo sguardo da quella scena.
Gli Intrepidi fanno davvero cose stupide, ma ora io sono un'Intrepida.
Vado ad aiutare Al a rialzarsi.
Sento il ragazzo Candido di prima prendere in giro la ragazza Abnegante, qualcuno ride, a me viene solo da picchiarlo.
Un uomo in piedi sul cornicione dall'altra parte del tetto richiama la nostra attenzione. Si chiama Max ed è uno dei capi degli Intrepidi.
Ci dice che per entrare nel complesso residenziale dobbiamo saltare giù dal cornicione, senza voler farci sapere cosa c'è infondo.
Mi guardo attorno e vedo che nessuno si fa avanti.
Penso a cosa potrebbe esserci sul fondo. Sicuramente non qualcosa di pericoloso, non avrebbe senso far del male a tutti gli iniziati. L'unica cosa che ci blocca qui è la paura dell'ignoto, di non sapere cosa ci aspetta se saltiamo.
Sto per fare un passo avanti quando la ragazza Abnegante avanza verso il cornicione. È esile e non sembra avere sedici anni, forse per via degli abiti larghi che indossa.
Sale sul cornicione e si sfila la camicia, lanciandola al ragazzo Candido che la prendeva in giro. Si gira verso la voragine e salta.
Nessuno dice niente. Il ragazzo Candido passa la camicia appallottolata a un'altra Candida. È massiccia e ha i denti storti.
«Peter che ci devo fare con questa... cosa della Rigida» dice buttando la camicia con la faccia disgustata.
«Chi è il prossimo?» chiede Max.
Questa volta vado con più sicurezza. Sento tutti gli sguardi su di me mentre mi avvicino al cornicione. Mi giro un attimo e vedo Al che si torce le dita della mano. È nervoso ma penso che salterà.
Peter continua a fissarmi. Faccio finta di niente e salgo sul cornicione.
«Prima un'Abnegante e ora una Pacifica, sarete delle iniziate... interessanti» osserva Max.
Io guardo giù. Si vede solo nero.
Preferirei chiudere gli occhi e lasciarmi andare, ma decido di guardare in faccia la paura. Tengo gli occhi ben aperti quando mi spingo in avanti.
Cado nel vuoto senza poter vedere niente. Non è come lanciarsi dal treno, è molto più brutto.
Dopo pochi secondi che sembrano infiniti sbatto contro qualcosa che blocca la mia caduta. È una rete.
Mi rimetto subito in piedi anche se barcollo un po'.
Davanti a me ci sono un ragazzo e una ragazza.
«Il mondo sta andando a rotoli» dice lei scuotendo la testa «Coraggio Quattro, non puoi dirmi che una Pacifica qui sia normale!»
«Questa volta hai ragione Lauren. Non mi aspettavo Pacifici» dice Quattro guardandomi.
«Qual è il tuo nome? Puoi cambiarlo» mi chiede. Io scuoto la testa, non ci penso neanche a cambiare nome.
«Sono Christal»
Quattro si volta verso una folla che non avevo notato e urla: «Seconda a saltare: Christal!»
Gli Intrepidi si lasciano andare alle loro solite acclamazioni.
Quattro mi spinge delicatamente verso l'Abnegate che ha saltato prima di me e dice: «Benvenuta tra gli Intrepidi»
Mi metto di fianco alla ragazza e aspetto che anche gli altri saltino.
È solo l'inizio, ma mi sento positiva.
Sono riuscita ad arrivare fin qui e non ho nessuna intenzione di tornare indietro.

DIVERGENTEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora