24: Attacco e scacco✖️

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Mai rimane in silenzio a guardarmi. Oggi è il ventisei, mancano diciassette giorni alla mia morte. Un giorno al mio matrimonio. La mia mente, però, non può che pensare a cosa sta succedendo. Vorrei sapere di più, ma l'unica cosa che riesco a fare è stare in silenzio. Sembra che Mai sia già morta -cosa che è accaduta effettivamente-, ma lei sta comunque di fronte a me. Erica vorrebbe dire qualcosa, ma non ci riesce. Oggi, appena sveglio, ho ben pensato di scrivere qualche nome nel quaderno, con il consenso di Light. Abbiamo aperto con le penne lo scomparto del letto, fatto cadere per sbaglio le coperte e preso il tutto, scrivendo sotto di esse. Dopo di che, Light mi ha costretto a prendere il suo membro in bocca, come se potesse aiutare. Alla fine, solo lui è venuto. La gola, da una mezz'ora, non fa che sapere solo del suo seme.

L'italiana raggruppa il quaderno bianco e la Bloody Pen. Poi, si decide a porre qualche domanda a Mai. Inizia lievemente: «Hai qualche idea del perché la penna di Rem sia collegata al tuo quaderno?»
Mai scuote la testa. Azzarda un'ipotesi folle, quella di chiedere a Misa, ma il mio sguardo contrariato basta a escludere l'idea. Soichiro entra nel laboratorio con alcune cianfrusaglie chieste da Erica. La donna, sorpresa, ringrazia con un bacio sulla guancia il maggiore, che trasalisce arrossendo. La forense si butta a recuperare tutti i reperti sui quaderni, poi si appresta a esaminare anche il quaderno bianco. Vedo il signor Yagami uscire salutandoci, ma una nota più leggera la mette nel saluto a Mai, per la sua situazione cagionevole. Da quando l'abbiamo conosciuta, si è aperta di più con tutti. Non si può non notare la sua sofferta depressione, che radica in secoli di guerra e morte vissuti con una facilità disarmante, ma questa non sembra più essere l'unico aspetto che emerge. C'è sincerità, divertimento, complicità. Sembra una persona qualunque, forse la persona che era un tempo.
Le chiedo scusa con un filo di voce. Lei alza lo sguardo.

«Perché ti scusi?» mi chiede, proseguendo il mio tono arso dal dolore. Erica osserva la scena in muta contemplazione. Una volta messi in esame i campione, prende la Bloody Pen e il quaderno bianco su una parte scritta. Rispondo: «Perché stai morendo per colpa mia.»
Lei fa spallucce, sorridendo in modo meccanico e emulatore dei sorrisetti da Light: «Non è così, Kyou.»
Cerco nuove spiegazioni, alzando lo sguardo, cosicché lei riprende: «Anzi, mi hai fatto vivere abbastanza. Grazie a te ho conosciuto tante persone. Mai così tanti hanno toccato il mio quaderno.»
Sorrido, perché anch'io la sento più viva che mai, più vicina che mai. Le porgo la mia mano e la tiene. Io ammetto, con una scoccata di lingua, simulando noia e disappunto: «Odio quanto tu abbia sempre ragione.»
Lei ride, io la seguo. Erica sotto sotto sta sorridendo. Quanta tristezza si perde nella felicità.

Mogi sbarra la porta della mia stanza. Quando gli chiedo per quale ragione lo stesse facendo, mi risponde che sono ordini di Light. Così intuisco che qualcosa non va: sicuramente si starà preparando per il matrimonio, ma conoscendo la sua estrema laboriosità e il suo scrupoloso ingegno, posso dire che c'è la distinta possibilità che ci sia altro oltre. Senza altro da fare, torno alla sala principale, dove gli andamenti delle morti non sono variate, rimangono costanti. Sembra che lo stupore non sia solo mio, quasi tutti hanno notato che qualcosa non va nelle uccisioni. Forse la cosa si può spiegare con il fatto che Misa sia stata rimpiazzata e che io, come secondo Kira, non stia al passo. Mi domando cosa starà pensando Light di questo, sempre che ne sia al corrente, ma la preoccupazione non fa che eccitarmi. Cosa? Perché? Perché penso alla punizione che mi spetterà. Nonostante questo, provo un po' di rimpianto nei confronti di Misa, che paga una punizione per colpa mia, passato poi dalla sua parte. Dovrei liberarla? Questo genererebbe dei sospetti su di me, possibilmente? Se l'accusa risulta fare acqua, allora cade la mia credibilità. Così però anche Light sarebbe scagionato da ogni dubbio.

Erica giunge e le viene bisbigliato qualcosa all'orecchio. Si toglie la maschera, felice che Light non ci sia. Dunque ci vuole un po' prima che arrivi. Ci richiama ad ascoltare ciò che ha scoperto, mentre fa scivolare la mia scacchiera da un lato del banco operativo all'altro, dove ci sono io. Apro gli scomparti e sistemo le pedine contenute all'interno. Esordisce: «Il quaderno bianco corrisponde al materiale della penna e quindi alle ossa di Rem. Quello che mi sono giustamente domandata è perché: la penna è composta delle parti di Rem perché apparteneva a Rem. Ma il quaderno è di Mai, dunque non avrebbe senso questa corrispondenza.»
Il mio volto si gira, mentre sto spostando un pedone bianco. Sobbalzo spaventato, attirando su di me l'attenzione. I miei occhi sgranati sono solo una illusione del tempo, a poco a poco si calmano e tutti ritornano composti, specie dopo che li rassicuro. Dietro di me c'è Ryuk che silenzioso osserva.

⛧𝕭𝖑𝖔𝖔𝖉𝖞 𝕻𝖊𝖓↬𝐿𝑖𝑔𝒉𝑡 𝑌𝑎𝑔𝑎𝑚𝑖♚Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora