cinque

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sono appena uscita dalla palestra, entro negli spogliatoi e mi metto un felpa con la zip, sono in un classico outfit da palestra: reggiseno sportivo e pantaloni attilati.
fuori fa freddino quindi mi tiro su il cappuccio, mi stringo sulla felpa, tiro su la spallina del borsone che continua a scivolare giù.
è scuro e cammino a testa bassa, calcio un sassolino e canticchio blueface di tedua.
una macchina si affianca a me ed io mi giro verso la sua direzione <<che fai a sta ora in giro?>> era anas <<sto tornando a casa da palestra>> tiro su con il naso <<dai sali>> tiene lo sguardo sulla strada, lo assecondo e mi accomodo <<alle 10.30 vai in palestra?>> domanda serio <<si beh, ho finito lavoro ed l'unico momento in cui posso andarci>> faccio le spallucce <<la cintura>> accelera di colpo facendo sbattere la mia schiena contro il sedile <<dammi il tempo di salire almeno>> sbuffo e faccio ciò che mi ha ordinato.
<<tu dove stavi andando?>> mi impiccio nei suoi affari <<da melissa>> il mio cuore manca di un battito <<beh puoi lasciami qui, ti allungo solamente il viaggio>> mi volto verso il finestrino, si ferma e mi fa segno di scendere, lo guardo confusa ed un po' rabbuiata <<beh allora che vuoi fare? scendi si o no?>> ridacchia <<fanculo anas>> esco dalla vettura, chiudo la porta sbattendola, guadagnandomi sicuramente diversi insulti da parte del moro.
rimane fermo per qualche istante e quando mi supera non mi rivolge nemmeno mezzo sguardo.

fottiti, sul serio.

finalmente arrivo a casa e vado immediatamente a docciare, come per sciacquare via tutto lo stress e nervosismo accumulato durante la giornata, soprattutto durante quest'ultima mezz'ora.
mi butto poco elegantemente nel letto e rimango a fissare il soffitto, riflettendo a ciò che è appena successo.

ma era serio o mi stava prendendo in giro?
quel poco che c'è stato tra noi per lui vale qualcosa o sono solo io quella che l'ha presa sul serio?
sinceramente poco ci capivo di quel ragazzo e adesso ne capisco ancora meno.

mi rimbocco le coperte e cerco di dormire, domani ho interrogazione , devo essere abbastanza riposata altrimenti rischio di prendere insufficiente.

da anas
sei arrivata a casa?

••••

mi accorgo solo ora del messaggio che mi ha mandato, lo ignoro e mi preparo per andare a scuola.
ci vado a piedi, voglio ripassare e preferisco farlo camminando che nell'autobus, mi verrebbe la nausea, ne sono sicura.
<<sofi sei pronta?>> mi spruzzo del profumo <<si, mi puoi allacciare alle scarpe?>> sorrido e mi guardo allo specchio, jeans a sigaretta, una maglietta bianca, le forum con i dettagli neri, i capelli raccolti in una perfetta coda bassa, con qualche ciuffo ribelle, un filo di mascara, illuminante e blush, orecchini a cerchio oro e una collanina dello stesso materiale.
vado da mia sorella e le lego le jordan, la prendo per mano e ci avviamo verso la sua scuola e poi verso la mia.

aspetto che arrivino i miei migliori amici e poi entriamo insieme, come sempre.
<<sta sera facciamo qualcosa?>> dice la festaiola di sara <<per me si>> aggiunge ali <<io lavoro>> i due si lanciano un'occhiata e poi mi insultano scherzosamente <<okay va bene, dopo lavoro però>> sorrido ed entriamo in classe <<andiamo all'old fashion?>> propone sara <<che domande sono>> ridacchia l'albanese e si siede nel suo banco, dietro a quello mio e di sara <<tu che dici?>> mi tocca la spalla <<va bene>> apro il libro ed inizio a ripassare <<basta con sti libri>> me li chiude <<ne uscirai pazza>> mi rimprovera la riccia <<non dire che non sai nulla perché l'ultima volta che hai detto così alla fine sei stata la migliore della classe>> continua ali.
sbuffo e mi metto le mani nei capelli appoggiando la schiena alla sedia <<allora questa non è l'interrogazione>> socchiude gli occhi sara <<e tantomeno il lavoro>> si alza dalla sua sedia ali e si siede sopra al mio banco.
<<e quel tipo vero?>> si schiocca le dita << le tue doti da pugile le dimostri solamente nel ring, ok?>> ridacchio <<questo lo dici tu>> ride senza umorismo <<dai che è successo?>>nei loro occhi leggo moltissima curiosità <<ficcanaso che non siete altro>> sbuffo <<okay va bene ora vi racconto>> alzo le mani in segno di resa notando i loro volti da finti arrabbiati <<siamo andati in piscina l'altro ieri come sapete, ci siamo baciati>> sgranano gli occhi <<bacio serio?>> si avvicina ali come una pettegola <<si>> abbasso lo sguardo e arrossisco un pochino <<e poi ha fatto un po' il geloso perché avevo parlato con un ragazzo>> mi guardo le scarpe <<e quindi?>> dice confusa sara <<eh ieri sera stavo tornando dalla palestra e si è offerto di darmi un passaggio, il punto che lui stava andando da un'altra>> diventano shoccati <<e perciò io gli ho detto 'fammi scendere così non ti allungo il viaggio' e lui mi ha scaricata>> annuisco tenendo la testa bassa << e poi mi ha scritto per assicurarmi che io fossi a casa ma non gli ho risposto>> rimangono in silenzio <<brava, hai fatto bene>> annuiscono entrambi <<sara, scommettiamo un caffè alle macchinette che dopo la aspetta fuori scuola>> si gira verso la riccia <<fatta>> si stringono la mano ed io rido.

interrogazione passata, con più facilità di quanto mi aspettassi, usciamo da scuola, finalmente oserei dire.
<<sei da sola?>> domanda ali, la nostra amica era rimasta in biblioteca a studiare <<si devo andare a prendere sofia>> mi gratto il mento <<dai ti do un passaggio>> fa cenno di salire nella sua moto così mi accomodo, nel mentre va salutare dei suoi amici, si avvicinano e da subito noto un ragazzo biondo che continuava a lanciarmi occhiate finché non mi raggiunge <<ciao>> si appoggia allo scooter <<ciao>> gli sorrido a cavalcioni sul motorino <<hai da accendere?>> giocherella con la sigaretta << si>> sorrido ed apro l'east- pack nero ed estraggo il clipper, gliela accendo e mi strizza l'occhiolino.
<<sei occupat->> non fa in tempo a finire la frase che una voce lo precede << si>> era anas, prende il mio mento con l'indice ed il medio e mi fa voltare verso di lui baciandomi dolcemente <<meglio che tu vada>> alza le sopracciglia ed il ragazzo lo asseconda <<anche tu dovresti>> accendo a vuoto il clipper <<ah si?>> corruga la fronte <<si>> annuisco <<perché mai dovrei farlo? uno ci stava provando con te>> fa le spallucce <<perché non dovrebbe farlo?>> sorrido e lui ignora la domanda <<con che faccia ritorni qui e fai lo sbruffone dopo che ieri ti sei divertito con un'altra?>> alzo lo sguardo e lui mi stava già fissando le labbra <<la vita è una, bisogna divertirsi finché si può>> mi sbuffa tutto il fumo in faccia <<io non ti capisco proprio, sei così>> farfuglio non cercando le parole giuste <<vuoi stare qui in questa posizione>> sorride malizioso << a giudicarmi o vuoi venire con me, stare insieme a me>> guarda la sigaretta consumata dal vento, rimango in silenzio a testa bassa <<va bene, io vado>> getta il mozzicone a terra e se ne va, un po' deluso ed un po' amareggiato.
<< ah e il tipo di prima>> si volta <<non dovrebbe farlo sveva>> cammina all'indietro <<perché tu sei mia>> abbassa il capo e se ne va.

che pensa che io sia un oggetto?

<<sei fortissima sve>> mi passa il casco ali <<dai andiamo, sofia finisce a momenti>> mi stringo a lui e poggio la testa nella sua schiena, mi guarda dallo specchietto, mi sorride e mi accarezza la coscia.

perché devi essere così complicato?

tu togli linguette a lattine, chissà se ti è uscito il mio nome // bene.530 Onde histórias criam vida. Descubra agora