È cominciato il tempo della vendemmia e questo richiede tanta concentrazione.
Alberto, anche se in un mondo di lavoro, così diverso dal suo,cerca di essere all'altezza di quelle raccomandazioni che suo nonno ha fatto prima di morire a tutta la squadra di lavoro .
Unica nota stonata, è il migliore amico di suo nonno, ovvero Tommaso, che insieme a suo figlio, paiono assai indisposti nei suoi confronti.
Alberto è nella sua camera.
Ha calzato qualcosa di comodo e semplice, visto l'ambiente in cui si getterà da lì a qualche minuto.
Per un attimo ha pensato al suo telefono, lasciato sempre lì, allo stesso posto, senza mai guardarlo.
L'unica cosa di cui si è occupato è di tenerlo sempre in carica e acceso.
<Albertino! La colazione è pronta> , sente la voce di sua nonna al di sotto
Sono appena le cinque, ma in casa Barone è come essere già a metà giornata.
<Arrivo nonna> , le risponde, sbloccando finalmente il telefono
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Si accorge di quante notifiche abbia ignorato e tra le tutte, le più importanti sono sicuramente quelle di Rosie.
Apre la chat, e comincia a leggere tutti i messaggi, sentendosi un maledetto stronzo per averla messa da parte.
-Alberto che fine hai fatto? -Perchè non mi rispondi? -Sono in pensiero per te! -Chiamami presto! Manchi tanto anche a Megan -Perchè stai facendo così? Me lo merito forse? -Sono giorni che ti scrivo e che non ho tue notizie! -Alberto... -Sto pensando a qualcosa di davvero brutto... -Sono stufa! 😣 -Alberto! Se era questo il modo per farmi capire che vuoi rompere con me, hai sbagliato atteggiamento! -Ok scusa per il messaggio precedente. non sei mai stato vigliacco, ma io ho bisogno di sentirti! Che sta succedendo? Sono preoccupata per te😓 -....
Scende lungo la chat, sentendosi umo schifo.
Quelli che non si aspettava era la sua reazione alla morte di suo nonno.
Ha sempre immaginato quel momento e a come si sarebbe sentito in sua assenza, ma non ha mai previsto di chiudersi a riccio, escludendo tutti dalla sua vita.
Ma Rosie merita una spiegazione.
Sono stati sempre una sola cosa ed è arrivato il momento di farsi sentire e farla tranquillizzare in qualche modo.
A Marsala sono poco più delle cinque del mattino , a San Diego invece, sono per l'esattezza le otto della sera.
Anche se non è tardi, Rosie è crollata molto presto per via della stanchezza, ma apre gli occhi non appena sente la vibrazione del suo telefono, lasciato sul comodino di fianco.
Quando legge 'Alberto' sente il cuore accelerare.
Non crede a quello che vede.
Ma per avere conferma, apre la chiamata e davanti alla sua voce, chiude gli occhi, tirando un respiro di sollievo.
<Alberto... Non hai idea di quanto aspettavo questa chiamata. Che fine hai fatto? Si può sapere?>, dice con voce alterata
Cerca di contenere tutte le sue emozioni letteralmente in contrasto tra loro.
<Rosie... Scusami>, riesce a dire, mentre si passa una mano tra i capelli <Scusami? Tutto qui? Pensi sia sufficiente?> <Sono successe tante cose ...> <e io dov'ero in tutto questo?> <Lo so. Non è un buon momento Rosie... Cerca di capire... Mio nonno è morto. Mi hanno fatto venire perché aveva le ore contate e io...>
Rosie ha ipotizzato tale risposta, ma averne certezza chiaramente fa male il doppio.
È seriamente dispiaciuta per la sua perdita, ma...
<... Perché non chiamarmi e dirmelo? Ti sarei stata vicina come sempre. Sono la tua fidanzata cazzo! Cos'è? La tua Sicilia te lo ha fatto dimenticare?> , una lacrima scende rapidamente <Certo che non l'ho dimenticato> <Mi dispiace ok? Mi dispiace per tuo nonno, anche se non l'ho mai conosciuto, e mi dispiace se mi hai esclusa dal tuo dolore. Mettiti al mio posto! Cosa avresti pensato? Sei sparito lunghi dieci giorni> <Hai tutte le ragioni del mondo. Ma io anche ho le mie ... Ti prego di capirmi>
Silenzio.
<Mamma! Chi è al telefono?> , è la voce di Megan
La piccola è appena entrata nella sua camera, dopo aver sentito la voce di sua madre.
La babysitter è alle sue spalle.
<È Megan?> , dice Alberto, con sorriso <Si. > <Me la passi due minuti?>
Rosie invita sua figlia a sedersi accanto a lei sul letto e concede la babysitter per avere un po' di pivacy.
<È Alberto> , sussurra Rosie all'orecchio della piccola
Una piccola con tanto di sorriso ora.
<Alberto! Nice to hear you > (che bello sentirti), dice a voce alta, felicissima <Ciao Megan... Come stai piccola? > <Io sto bene. E tu? Mi manchi tanto> <Anche tu mi manchi piccola. Tantissimo... Ci vediamo presto> <Dove sei?> <Sono ancora in Italia ... Torno a San Diego tra una settimana circa> <Siii! How beautiful! Non vedo l'ora.> <Anch'io. Fai la brava e passami la mamma> <Va bene. A presto Alberto>
Passa il telefono a sua madre sentendosi al settimo cielo.
Per Megan, rappresenta suo padre. È inevitabile.
<Megan tesoro. Vai nella tua camera a giocare. Mamma appena finisce di stare al telefono, ti raggiunge>
La piccola annuisce, scende dal letto e va nella sua stanza come l'è stato ordinato.
Rosie porta di nuovo il telefono all'orecchio, sospirando.
<Allora? Sono perdonato?> , dice subito lui <Come posso non perdonarti davanti a questo? Ni farò passare la rabbia, per il resto ti sono vicino vicina. Lo sai vero?> <Lo so e ti amo per questo> <Anch'io ti amo Alby! Torna presto perché mi manchi> <Mi serve una settimana ancora per sistemare la situazione qui , dopodiché sarò in grado di lavorare da San Diego in maniera tranquilla> <Va bene... Ti aspetto... L'importante è che ti farai sentire. Quando non lo fai, mi sento soffocare> <Mi dispiace Rosie... Much >
Mette giù e sospira.
Per fortuna Rosie ha capito il suo stato d'animo, e per fortuna, con lei tutto si può sistemare tranquillamente. Il loro rapporto è tranquillo proprio per questo motivo. C'è supporto. C'è pazienza. C'è sempre quella voglia di capire l'altro e rimediare.