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Cherry Pov's || Chapter 13

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"Non ho mai detto di voler far sesso con te, Ariel." Le sue parole scaturiscono come un flusso inarrestabile di sconcerto puro, una prigione che inghiotte tutti i miei pensieri e i ragionamenti. Mi ritrovo a tentare di districarmi nel labirinto delle sue parole, cercando di comprendere il poco che riesco a cogliere dai suoi atteggiamenti enigmatici e scostanti. Ogni frase da lui pronunciata sembra allungare le catene della mia confusione, mentre mi sforzo di dare un senso a questo intricato mosaico di emozioni e pensieri che mi imprigiona.

"E allora cosa vuoi?" Mi trovo a chiedere, troppo incuriosita.

"Sarebbe meno divertente se te lo dicessi, non credi anche tu?"

Non mi ero mai soffermata a considerare l'opzione che forse lui non desiderasse un rapporto fisico con me, viste le continue domande che mi rivolgeva in proposito e l'interesse che sembrava manifestare nei miei confronti. O forse, semplicemente, l'atto di togliermi il reggiseno ha contribuito a generare questa confusione che ora mi attanaglia.

"No. Forse perché non ci credo." Dico, con una spinta di coraggio.

"A cosa non credi, Ariel?" Un sorriso a metà si dipinge sul suo volto dai lineamenti definiti, facendo brillare i suoi denti bianchi che sbucano appena sotto le labbra, non troppo carnose ma allettanti al punto da attirare qualsiasi ragazza comune a desiderare di avvicinarsi e gustarle. Le sue guance si incurvano delicatamente, creando due fossette proprio ai lati della bocca, un dettaglio che scioglie il cuore della parte di me che è cieca e che coglie solamente una frazione di ciò che dovrebbe realmente percepire. I suoi occhi di cristallo penetrano nel mio petto senza esitazione, mentre ridono divertiti della mia affermazione avventata e forse un po' stupida; mi rendo immediatamente conto che non sono esattamente nella posizione più adatta per fare supposizioni.

"Niente." Mi limito a dire, facendo la finta tonta. Cercando, probabilmente invano, di insabbiare il discorso.

"Non mi inganni, ragazzina. Le parole hanno un peso e per tua sfortuna io non dimentico niente, sono un grande ascoltatore, sai?" La sua voce si libra nell'aria con autorità, mostrando disprezzo ma al contempo avvolta da una freddezza agrodolce. È un avvertimento che trasuda solo segni di minaccia imminente. E come presagivo, il prezzo della mia temerarietà si paleserà sotto forma di un tributo da pagare. Sento che nel tessuto stesso delle sue parole si cela un'intenzione che va al di là di una semplice ammonizione, una sorta di monito che mi avverte delle conseguenze inevitabili dei miei atti. 

Non rispondo, non ho idea di come giustificarmi.

"Fammi capire, mocciosetta. Sputi una congettura così pesante e non riesci neanche a sostenerla?" Mi prende in giro con una freddezza che penetra il mio essere, e questa ultima beffa mi avvolge con un peso che mi opprime più di quanto avessi immaginato. Mi ritrovo a considerarmi una sciocca, una sciocca incoerente e pavida, incapace di difendersi dalle sue frecciate avvelenate. 

Le sue parole mi martellano come pietre affilate, scavando nel mio cuore una sensazione di umiliazione che avverto in ogni fibra del mio essere. Forse è proprio questa fragilità che lo spinge a deridermi, a mettermi in ridicolo per puro piacere perverso, lasciandomi con la consapevolezza dolorosa della mia impotenza di fronte alla sua schernitura implacabile.

Il mio lungo silenzio, sembra dargli parecchio fastidio.

Un sospiro esce dalla sua gola e sento di dovermi preparare al peggio.

Mi avvicina lentamente, circondandomi con la sua presenza come un'ombra sinistra che si allunga e avvolge ogni mio movimento, tessendo intorno a me una ragnatela di insidie pericolose. Il suo passo è furtivo, e mi ritrovo ad avvertire la sua vicinanza come una punizione incombente. Si ferma dietro di me, come se volesse intrappolarmi in una spirale di timore. Posso sentire il calore delle sue mani che si posano con possessività sui miei fianchi, stringendomi con forza come a voler rivendicare un diritto su di me. È come se volesse imprigionarmi nella sua sfera d'influenza, lasciandomi senza via di fuga, vulnerabile al suo controllo. La sensazione di essere soggiogata da questa presenza dominante mi avvolge come un abbraccio indesiderato, lasciandomi con un senso di impotenza e claustrofobia.

"Vorresti forse farmi intendere che tu vorresti?"

"No, no, nono. Assolutamente no." La mia voce esce con un grido straziante dalle mie labbra, il terrore che mi assale è così improvviso e travolgente che reagisco istintivamente. Il mio corpo si contorce nella fuga mentre balzo in avanti, cercando disperatamente di sfuggire alla sua stretta come se avessi appena toccato il fuoco. La sensazione di essere bruciata dalla sua presenza mi pervade come un'onda di calore insopportabile, costringendomi a respingerlo con tutte le mie forze. Ogni fibra del mio essere urla di allontanarmi da lui, come se il solo contatto potesse annientarmi completamente. La paura mi attanaglia, avvolgendomi come una morsa implacabile, nella marea di ricordi vividi.

Il suo riso si diffonde nell'aria con una malizia che mi penetra come un pugno velenoso, facendomi rabbrividire. È una risata beffarda, carica di pura crudeltà, che si insinua nel mio cuore come un coltello affilato. Guardo il suo volto contorto dal divertimento sadico e mi rendo conto, ancora una volta, di essere solo un gioco per lui, un intrattenimento da deridere e umiliare a suo piacimento. 

Il suo riso risuona intorno a me come un eco, riempiendo l'ambiente di una tensione palpabile. È come se ogni sua risata fosse un colpo al mio orgoglio e alla mia dignità, ricordandomi costantemente il mio status di vittima nelle sue mani. 

La sua gioia nel vedere la mia paura è un altro chiaro segno della sua natura vile e spietata, e mi rendo conto con amarezza di quanto poco valga ai suoi occhi la mia sofferenza.

"Beh, sai cosa, Ariel? Forse sto riconsiderando l'idea del sesso."

Stronzo.

Con passo deciso, si avvicina nuovamente, le sue mani si muovono con una deliberata lentezza verso il bottone dei miei jeans, mentre il suo profumo maschile avvolge il mio essere, impregnandomi ogni fibra con la sua presenza magnetica. Una sensazione di paura si insinua nel mio animo, ma contemporaneamente mi sento paralizzata, incapace di reagire di fronte alla sua avanzata. È come se fossi ipnotizzata dalla sua presenza, imbottigliata in un limbo di desiderio e timore che mi tiene sospesa nel vuoto. La cerniera dei miei jeans scende con una lentezza tortuosa, amplificando la tensione nell'aria, mentre lui continua il suo approccio deciso e implacabile. Infine, con un gesto determinato, mi toglie anche l'ultimo pezzo di stoffa, lasciandomi vulnerabile e esposta con solo il mio intimo addosso.

"Sexy da morire, mocciosetta." Le sue mani si posano sulle mie cosce con un tocco che mi sorprende per la sua asprezza. La sensazione della sua pelle contro la mia è un contrasto di ruvidezza e morbidezza, un'esperienza che mi lascia confusa e vulnerabile. Ogni carezza sembra portare con sé un senso di dominio e superiorità, che si impone di sottolineare e sottolineare ancora il suo potere sulla mia persona, ogni volta. 

È un contatto che mi fa rabbrividire, ma al tempo stesso stranamente mi intriga, lasciandomi con una sensazione di incertezza e desiderio. Mi trovo catturata tra il respingere il suo tocco indesiderato e l'affrontare la mia attrazione ambivalente nei suoi confronti, mentre cerco di comprendere il significato di questa intimità forzata.

No, io non lo voglio. No.

"Ti darò un'anticipazione quando solitamente non lo faccio mai, preferisco le sorprese... Farà male, non ti piacerà e sarai costretta ad averne sempre di più."

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Spazio Autrice:
Siamo arrivati ad un punto che neanche immaginavo... conoscendomi pensavo che mi sarei arresa prima.
Il vostro sostegno mi ha aiutata molto nella stesura di questi nuovi capitoli, e per questo ci tenevo parecchio a ringraziarvi.
Ho tantissime idee che non vedo l'ora di condividere con voi, e se tutto procede come prevedo arriverà un nuovo capitolo entro la fine della settimana, ma non vi posso assicurare niente :(
Fatemi sapere cosa ne pensate e arrivederci... Lilith.

THE DELIRIUM: I Can't Talk About YouDove le storie prendono vita. Scoprilo ora