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angela's pov
ci sediamo a tavola, nicholas e gaia hanno preparato le lasagne e quindi tutti, affamati, sono corsi.
"buon appetito!"
dice giovanni, e qualche altro deficente gli risponde.
guardo i presenti.
ci siamo tutti, ma non sarah.
e per di più nessuno sembra essersene accorto.
mi alzo, facendo per sbaglio strisciare la sedia contro il pavimento.
a causa del rumore tutti si girano.
"dov'è sarah?"
chiedo confusa, nessuno sa darmi una  risposta.
"magari non ha fame"
dice nat.
dopo averle rivelato che sarah non vuole più avere nulla a che fare con me mi ha consigliato di andare avanti.
perciò ora uno dei suoi consigli è quello di non preoccuparmi più per lei per ogni minima cosa.
ma io non ci riesco.
mi alzo, un pochino infastidita dal comportamento di tutti.
marisol è l'unica a seguirmi, lei va verso le stanze, così io controllo in giardino.

per mio dispiacere, la trovo subito.
dico per mio dispiacere perché non la vedo, ma sento solo il suo respiro.
neanche singhiozzi, ma un respiro pesante.
come se stesse affannando.
giro l'angolo, seguendo il suono, e la scena che mi trovo di fronte non mi piace per niente.
lei è seduta con le spalle al muro, le ginocchia alzate.
la testa è anch'essa attaccata al muro e ha gli occhi chiusi.
una mano è portata al petto, che si alza e abbassa irregolarmente.
sta avendo un attacco di panico in piena regola.
non posso stare a guardare.
le corro incontro ma non si accorge di me.
mi metto in ginocchio e porto le mani sulle sue spalle.
lei sobbalza e spalanca gli occhi.
mi guarda e la difficoltà a respirare aumenta.
"ehy ehy ehy"
dico velocemente e preoccupata.
sono presa dal panico anche io, non so che fare.
"guardami okay?"
lei annuisce brevemente, o almeno credo, è difficile distinguere i cenni del capo dal suo tremolio.
porto la mia mano sulla sua, quella vicino al petto.
poi, come mi era stato insegnato dalla mia psicologa, l'aiuto con la respirazione.
lei mi segue, a fatica.
ma dopo ormai 2 minuti interi la situazione non cambia, anzi probabilmente va a peggiorare.
posso percepire la difficoltà che sta vivendo, il dolore al petto.
ora, so che può sembrare stupido e assolutamente irrazionale.
tuttavia in una seria quando ero più giovane mi ricordo di qualcuno che aveva aiutato a superare un attacco di panico con un bacio.
così, vedendo il suo sguardo che chiaramente sta chiedendo aiuto, lo faccio.
porto le mani ai lati del suo viso e sposto le ginocchia per avvicinarmi a lei.
titubante porto però le mie labbra sulle sue e non mi stacco per molto.
inizialmente cerca di respingermi, non credo per un vero e proprio rifiuto nei miei confronti, più perché giustamente non riusciva a respirare.
poi però effettivamente il suo respiro va pian piano a calmarsi.
non so se ha effettivamente una base scientifica, ma non mi importa, basta che abbia funzionato.
quando credo che la situazione sia gestibile, mi stacco.
rimango comunque lì, seduta sulle mie ginocchia e fra le sue gambe, per starle il più vicino possibile.
il respiro è ancora pesante, ma il pericolo è "scampato"
il suo sguardo è distrutto, davvero, non l'ho mai vista in questo stato.
mi avvicino e la stringo in un abbraccio.
lei lo replica e io sorrido, consapevole che sta riprendendo le forze.
mi stringe fortissimo.
"ci sono io, va bene?"
le dico in un sussurro.
lei annuisce sulla mia spalla, anche se ora è tornata a singhiozzare.
"ci sarò sempre"
ripeto, con più convinzione.

rimaniamo abbracciate per non so quanto tempo.
so solo che quando ci stacchiamo ha iniziato a piovere.
non ce ne siamo neanche accorte.
"mi dispiace"
dice lei appoggiando di nuovo la testa al muro.
non posso credere alle sue parole.
"non sentirti in colpa perché stai male, mai"
le ricordo, lei fa una smorfia.
noto, forse, il suo disagio.
"ehy se vuoi chiamo marisol, ecco sai.."
lei mi blocca, la sua espressione cambia.
"no, ti prego... resta, solo per sta volta"
è terrorizzata all'idea che io possa andare via, mi si spezza il cuore.
mi sposto e mi siedo accanto a lei.
poi metto le mie mani sui suoi fianchi e la faccio alzare leggermente, per portarla davanti a me.
divarico le gambe e le lascio il permesso di appoggiarsi su di me.
la testa di sarah è sul mio petto, abbastanza in alto perché io possa darle dei baci sulla testa.
con le braccia invece le abbraccio la vita.
rimaniamo in silenzio, ma meglio questo che sentire il suo pianto.

quando tiro il cellulare fuori dalla tasca sono le 21.
siamo rimaste qui un'ora.
lei non si è mossa per tutto questo tempo e a me sta bene così.
io nel mentre son rimasta a rimuginare molte cose.
penso a cosa succederà ora, penso a come chiderle il motivo di questo attacco panico, al nostro rapporto ora.
penso soprattutto a come possa essere arrivata a stare così male.
spero solo non sia totalmente colpa mia, o seriamente, crollerei.
"sarah"
la chiamo a bassa voce.
cerco di scorcere il suo viso, sta dormendo.
sorrido, vedendo la tranquillità nella sua espressione.
sembra un angelo, è la perfezione.
porto una mano sotto le sue ginocchia e con un po' di fatica, riesco ad alzarmi e ad alzare anche lei.
siamo bagnate fradice, ma questo è un altro problema.
giro l'angolo e noto che nessuno, ed è strano, si sia seduto fuori.
forse per la pioggia, o forse più razionalmente sono venuti a cercarci e hanno visto la situazione.
essendo addormentata è praticamente un peso morto, quindi cerco di non farla sbilanciare più volte e cadere miserabilmente mentre cammino sull'erba bagnata.
quando entro in sala tutti mi guardando, preoccupati.
sono ancora un po' irritata dal fatto che nessuno si fosse preoccupato della sua assenza, perciò non li degno di uno sguardo e proseguo.
arrivo in camera sua e probabilmente è qui dove dovrei appoggiarla, lasciare alle sue compagne di stanza il compito di darle una sistemata, ma voglio farlo io.

perciò, sotto lo sguardo indagatorio di sofia e lucia, passo oltre ed entro in camera mia.
natalie e dustin non ci sono, perfetto.
poggio sarah sul mio letto con la più grande delicatezza e chiudo entrambe le porte della mia stanza.
la guardo più attentamente.
sotto il buio della notte non rendeva neanche quanto distrutta questa ragazza sembra in questo momento.
sono sicura le sia successo qualcosa, devo solo capire cosa.
e quello, più tutto lo stress del programma, la delusione che le ho dato io, devono aver contribuito.
sarah è famosa per rubare indumenti a tutti, quindi non mi stupisco quando le riconosco addosso una felpa di martina.
sorrido, al pensiero di questa sua abitudine.
le sfilo prima la felpa, poi la maglietta.
so che ora come ora non dovrei guardarla in intimo, ma in fin dei conti ormai la conosco no?
credo che preferirebbe me ad altra gente in casetta.
inoltre, se la guardo ora, non ci sono pensieri sporchi, mi viene solo in mente quanto speciale lei sia.
le metto una delle mie felpe e poi le sfilo anche i jeans, sostituendoli con una tuta.
la guardo, bene e ora cosa faccio?

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ALLORA sto pubblicando perché me lo avete chiesto ma in questo momento non ho nessuna foto da mettere perché sono stupida e le cerco volta per volta, apprezzate lo stesso grazie🥰

kiss me forever - finché non mi rompi, finché non mi vuoiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora