𝙲𝚛𝚊𝚙𝚜.
ɪʀɪɴᴀ
25 maggio 2013
Summerlin, Las Vegas
Nevada, USA
Ore: 20:14Michael Garcia non ci mise molto ad accettare l'invito di Edgar a Las Vegas.
Nemmeno due giorni dopo la visita di Elliot, l'amico di famiglia dei Dutton, annunciò la sua visita e chiese per lui e alcuni suoi soci una partita a poker con Nathair.
Non ero in vena di conoscerlo quella sera ma non ero nemmeno una che si nascondeva, scappando con la coda tra le gambe. Se mi avesse chiesto di ripetere quelle minacce sarei stata più che lieta di rifarlo, senza batter ciglio.
Uscii dalla doccia dopo essermi fatta un lungo bagno e mi coprii con un telo. Ne presi un secondo, attorcigliandolo ai capelli, e mi misi davanti allo specchio per lavarmi i denti.
Quasi sul finire, lo schermo del cellulare appoggiato lì, accanto, sul lavabo si illuminò. Mi sciacquai la bocca e lo presi. Era un messaggio promemoria dallo studio della dottoressa Finnegan. Mi ricordava della visita che avrei dovuto fare da lei tra una settimana quindi riconfermai l'appuntamento e bloccai la schermata prima di mettere via il cellulare. Portai gli occhi sullo specchio e mi presi un colpo. Edgar era appoggiato allo stipite della porta, ormai vestito e pronto per uscire. Sarebbe andato prima di me ad accogliere il vecchio al casinò.
«Credevo fossi già partito.» dissi, esaminando e gradendo molto la vista della camicia nera che indossava assieme ai pantaloni del medesimo colore cuciti su misura.
Lui si scostò dallo stipite e appoggiò un cofanetto rosso porpora, grande quanto la sua mano, sul lavabo. «Mettiti questo.» mormorò.
Allungai le mani allora, intenzionata ad afferrarlo e vedere cosa ci fosse dentro ma lui mi fermò. «Come sei impaziente.» disse divertito afferrandomi i polsi delle mani. «Aprilo dopo.» mi invitò dolcemente.
Passai gli occhi da lui alla scatola e sospirai. «Va bene, come vuoi.»
Lasciò andare i miei polsi e mettendosi dietro la mia schiena, senza aggiungere altro, mi tolse l'asciugamano dai capelli. Capii da subito che volesse avere lui l'onore di asciugarli e pettinarli e, come accadeva ormai sempre più spesso, me ne rimasi imbambolata a fissarlo piena di brividi mentre si prendeva cura di me.
Non riuscivo mai a capire in che stato mi riduceva quella sua iniziativa. Mi piaceva, mi faceva sentire amata quasi venerata e allo stesso tempo la trovavo molto intima e capace di privarmi di ogni difesa. Eppure quella nudità d'animo faceva battere il mio cuore con più leggerezza.
Dopo aver finito, Edgar mi osservò attraverso lo specchio con quel suo sguardo intenso come se stesse ammirando un suo capolavoro e mi sorrise.
«Sei migliorato.» lo canzonai.
Lui ghignò, si avvicinò di più, avvolgendomi con le sue braccia, e mi baciò l'incavò del collo inspirando sulla mia pelle.
«Ha un buon profumo la tua pelle...mi fa venire l'acquolina alla bocca, micetta.» disse a bassa voce passando le labbra su e giù sul mio collo e con furbizia tentò di togliermi l'asciugamano per denudarmi.
Ridacchiai, fermando in tempo la sua mano. «Grazie, ma credo che se non ti muovi adesso farai aspettare il tuo ospite.»
Lui inspirò profondamente un'altra volta, mi lasciò un bacio sulla spalla e se ne andò, nascondendo a stento un leggero rigonfiamento sopra la patta dei pantaloni.
Risi di gusto appena lo sentii uscire dalla stanza e cercai di placcare un certo affanno.
Indossai un abito in seta nero e leggero, con un ricamo di rose sulla scollatura e una volta pronta aprii il cofanetto che mi aveva portato Edgar.

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Devotion 3 // Omertà E Onore //
ChickLitTerzo e ultimo libro della serie Devotion «ɴᴏɴ È Qᴜᴇꜱᴛᴏ ᴄɪÒ ᴄʜᴇ ᴛɪ ʜᴀɴɴᴏ ɪɴꜱᴇɢɴᴀᴛᴏ. ᴅᴇᴠɪ ᴘᴀᴛɪʀᴇ ɪʟ ᴅᴏʟᴏʀᴇ ɪɴ ꜱɪʟᴇɴᴢɪᴏ.» 🔞TW