xxɪᴠ - ᴡʜᴇɴ ʏᴏᴜʀ ʟᴏᴏᴋ ꜱᴛᴀʀᴛ ᴅᴇᴘʟᴇᴛɪɴɢ

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Per quanto mi sia rialzata, abbia ripreso a parlare come se niente fosse stato, le immagini continue di quel momento si rivivono come un film all'interno della mia mente.

Mamma e papà che litigano a causa mia, Liv che mi allontana e mi tappa le orecchie con le sue braccia e mio padre che sbatte la porta di casa e non torna mai più, si dimentica anche di salutarmi. Di salutarci.

Liv non ha mai riportato a galla quel momento, da allora.

Ogni volta che provavo a chiederle dove fosse nostro padre e perché non tornasse, diceva di non sapere ma che secondo mamma fosse meglio così.

E Liv era la preferita di nostra madre, lo è sempre stata.

Intelligente, diligente, ottimi voti e una miriade di premi scolastici che la rendevano fiera.

Devo ammettere che a volte, sono stata gelosa del loro rapporto.

Era come se mia sorella fosse l'estensione di nostra madre, come se si fosse auto imposta l'idea di voler diventare come lei cosa che poi dopo la sua morte ha fatto.

E in tutto questo, il fulcro ero sempre io.

Non ero un ottima figlia, non sono mai stata una brava sorella e ho solo causato problemi.

Mia madre da quella mattina, non mi ha più guardata allo stesso modo, è come se l'avessi delusa.

Ma a differenza di Liv, il cui sguardo è pieno di preoccupazione, quello di mamma era duro, perforante, come se volesse controllare ogni mio singolo movimento e non si fidasse per niente di me.

Quando si è ammalata, Liv ha preso il suo posto, come se fosse già pronta per farlo.

Come se fosse il suo compito sin dall'inizio.

Liv mi proteggeva mentre mamma mi guardava da lontano, senza darmi affetto, come se non ne avessi bisogno.

Ma io ne avevo bisogno, avevo bisogno di una madre e per quanto Liv si sforzasse di fare le sue veci, non è mai stato lo stesso.

Non ho molti ricordi di ciò che era prima di quella mattina, ho qualche flashback dove mio padre tornava a casa da lavoro e giocava con me, mi riempiva di regali, perché sì, io di papà ero la prediletta.

La sua principessa, come mi chiamava e poi, quella donna che chiamavo mamma, ha rovinato tutto.

O forse sono stata io, non lo so.

Anzi, probabilmente sono stata io.

✘✘✘



Ho fatto promettere ad Addie di non fare parola di ciò che mi è successo.

Non potrei sopportare le domande della Worley, lo sguardo pieno di pena di Nick e le prese in giro di T.T.T. e del suo gruppo di oche. Non ora.

Una parte di me, vuole credere che si sia trattato solo di uno dei miei tanti incubi, di un blackout del mio cervello che ha deciso di inserire dentro di me dei ricordi falsati, ma sono cosciente che non sia così.

Entro in mensa con Addie, cercando di scacciare via quei pensieri. Il rumore delle posate e il brusio delle conversazioni riempiono l'aria, ma io mi sento come se fossi sott'acqua, distante da tutto. Cerco di concentrarmi su qualcosa di concreto, qualcosa che mi tenga ancorata al presente. Ma non è facile. Non ora.


✘✘✘



Prendo il vassoio e seguo Addie verso il bancone del cibo dove Ruth ci sta aspettando come al solito. Le mie mani tremano leggermente, ma cerco di ignorarlo.

FRAGMENTS - F.E.A.R.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora