𝙻𝚒 𝚙𝚘𝚛𝚝𝚘 𝚌𝚘𝚗 𝚘𝚗𝚘𝚛𝚎.
ɪʀɪɴᴀ
25 settembre 2013
Four Season Hotel George V,
Parigi, Francia
Ore: 11:56Al nostro arrivo a Parigi, la nostra prima tappa, la città era sovrastata da un cielo leggermente nuvoloso, coperto da un sottile strato di nuvole bianche e grigie che setacciavano la luce del sole e, occasionalmente lasciavano intravedere sprazzi di azzurro.
Edgar non si perse in chiacchere con il personale dell'albergo, dove avremmo alloggiato per i successivi tre giorni, appena il SUV ci aveva lasciati all'entrata, mi prese di nuovo in braccio e mi portò nella nostra suite.
Nella zona giorno, con una veduta sulla Torre Eiffel, una scia di rose portava dalla porta fino alla camera da letto. Ancora in braccio a Edgar, avevo passato gli occhi da quelle rose a lui e gli avevo sorriso arguta per fargli notare quanto si era dato da fare per rendere quel momento speciale.
«Non guardarmi così, micetta.» sbottò lui. «Andava fatto.» sostenne portandomi direttamente nella camera da letto, senza darmi alcuna possibilità di esplorare la suite e quella vista mozzafiato che offriva.
Nella stanza le tende erano state chiuse per bloccare la luce del giorno e almeno una ventina di candele a batteria illuminavano tenuamente l'ambiente, appoggiate un po' dovunque tra mobili e pavimento. Un grande letto al centro era ricoperto anch'esso con petali di rosa e accanto c'era un carrellino con un secchio da dove spuntava una bottiglia di Champagne.
Soltanto arrivati lì, Edgar mi appoggiò a terra e chiuse la porta della stanza, quasi a farmi intendere che da lì in poi, sarei spettata solo a lui.
Lo lasciai avvicinare a me, con tutte le intenzioni di avermi scritte nel suo sguardo ma all'ultimo, quando fu sul punto di afferrami, lo fermai.
«Beviamo dello Champagne prima?» gli proposi, recitando la mia parte virtuosamente.
Immobile, per qualche secondo, lui mi osservò dall'alto, impassibile. Contratto leggermente i tratti del volto, aveva scelto di starmi al gioco. «Beviamo dello Champagne.» Passò spudoratamente gli occhi lungo mio corpo. «Ma non pensare di tenerti quell'abito addosso ancora per molto.»
Battei le ciglia e mi finsi confusa. «Non l'ho mai pensato.» Mi morsi il labbro successivamente e lo guardai andare verso il carrellino.
Mi piace vederti aspettare, pensai mentre tenevo gli occhi inchiodati sulle sue spalle, diventare impaziente...prendermi una piccola fetta di vendetta per quella nostra prima notte di nozze-
Quasi come se avesse udito i miei pensieri, Edgar sghignazzò all'improvviso nel momento in cui afferrò la bottiglia e la tirò fuori.
«Cosa ti diverte?» gli domandai stranita.
Lui stappò lo Champagne. La schiuma che fuoriuscì subito dopo, si riversò sul pavimento ma a lui non importò. «Ti conosco.» rispose. «Piccola tentatrice, ma va bene così. Me lo merito.» aggiunge a denti stretti e riempì i sottili calici per metà con un sorriso pieno di sé sulla bocca.
Dovetti dargli atto. Aveva capito le mie intenzioni ma ciò non rese quel momento meno divertente per me.
«Tu diffidi troppo della mia innocenza.» dissi tristemente. «Così mi offendi.»
Edgar prese i due calici e si avvicinò nuovamente a me. «Così ti bagni le mutandine, Irina.» disse dolcemente e con malizia, senza peli sulla lingua, facendomi mordere la lingua. «Quindi, come ho già detto, mi va bene. Mi va più che bene.» Mi allungò un calice con il sorriso arrogante stampato in faccia e io lo afferrai senza più dibattere.
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Devotion 3 // Omertà E Onore //
ChickLitTerzo e ultimo libro della serie Devotion «ɴᴏɴ È Qᴜᴇꜱᴛᴏ ᴄɪÒ ᴄʜᴇ ᴛɪ ʜᴀɴɴᴏ ɪɴꜱᴇɢɴᴀᴛᴏ. ᴅᴇᴠɪ ᴘᴀᴛɪʀᴇ ɪʟ ᴅᴏʟᴏʀᴇ ɪɴ ꜱɪʟᴇɴᴢɪᴏ.» 🔞TW