𝓒𝓪𝓹𝓲𝓽𝓸𝓵𝓸 19

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𝙰𝚐𝚐𝚞𝚊𝚝𝚘.

ᴇᴅɢᴀʀ

18 ottobre 2013
Porto Cervo, Costa Smeralda
Sardegna, Italia
Ore: 20:13

Irina camminò avanti e indietro lungo il salone dello Yacht che avevamo affittato sulla costa Smeralda, calpestando con ferocia il pavimento in teak, un legno pregiato che smorzava il suono del suo passo e della punta dei suoi tacchi.

Il messaggio che mi aveva mandato Ray aveva stravolto quella serata.

Joseph Fagarò era uscito allo scoperto.

Era stato avvistato dall'intelligence statunitense a San Josè, in Costa Rica. L'avevano visto a bersi un caffè in pieno centro, a sorridere ai passanti e a lasciare cospicue regalie ai senzatetto. Si era esposto alla luce del sole come se non fosse mai stato pedinato. Per molti lui era ancora morto e, con la sua nuova identità, il pensiero che facesse quella comparsa del tutto inconsapevolmente vagò silenziosamente nella mia testa ma non mi convinse.

Però ciò non accadde con Irina.

«Dobbiamo mandare qualcuno a catturarlo.» disse con il panico che saliva nel tono della sua voce mentre il passo le diventava sempre più agitato. «Adesso.»

Potevo farlo.

Potevo ordinare la sua cattura mandando soltanto un messaggio.

Tre parole e avrebbe avuto i miei uomini alle calcagna ma mi fidai del mio istinto e dei fatti e non agii.

Qualcosa non quadrava.

«Abbi pazienza, Irina. Agire subito potrebbe rivelarsi un passo falso.»

Lei mi guardò fulminea. «Pazienza? Un passo falso?» ripeté sempre burrascosa. «Questa è la mia occasione di porre fine a tutto!» tuonò. «È chiaro che va in giro senza paura di essere braccato perché pensa che io sia ancora morta.» sostenne e anche se una parte di me poteva sostenere quella teoria l'altra rimase convinta che ci fosse ben altro sotto.

Non vedendomi agire Irina mi gettò uno sguardo pieno di minaccia. «Manda quel messaggio, Edgar!» mi ordinò freddamente.

La follia le era tornata a galla. I suoi profondi rancori avevano tirato di nuovo i fili sottili che manovravano le ombre del suo passato.

La ragione camminava vaga quando il pensiero di vendetta superava tutte le altre e Irina era più vulnerabile che mai, almeno si sentiva tale, con due figli davanti a sé, un fratello che era ancora un piccolo pesce in un mare di squali. Abboccando al lamo di quella che sembrava una trappola, sminuiva il suo potere e il suo raggio d'azione.

Si era nuovamente messa davanti al pericolo come se fosse piccola e sola contro tutti.

Non mi ero alterato al suo tono di voce o davanti a quello sguardo ardente con le fiamme dell'inferno, e con fermezza avevo tentato di spiegarle le mie ragioni per non tirare fuori il suo asso prima ancora che la vera partita fosse cominciata. «Potrebbe trattarsi di una trappola, Irina. Potrebbe invece aver saputo che sua nipote è ancora viva e sta cercando di attirarti in un agguato.»

«Una trappola?» Quasi rise. «Quel vecchio decrepito ha esaurito tutte le sue risorse.»

«Non è detto.»

«Smettila di contraddirmi!» gridò sempre più fuori di sé. «È lì. Sotto il naso di tutti. Fallo catturare, Edgar.» mi chiese disperatamente.

«È esattamente quello che vuole lui, Irina.»

«Ma-»

«Sicuramente ha ottenuto la protezione di qualcuno.» ipotizzai. Un paese come Costa Rica non era accorto di gente che potrebbe aver scelto di accoglierlo in cambio di qualche servigio. «Di certo l'arguzia non gli manca.»

Devotion 3 // Omertà E Onore //Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora