Capitolo 26

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Georgiana

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Georgiana

Non amo i vestiti troppo appariscenti. Di solito mi piace mettermi pantaloni, tacchi e top, oppure le classiche minigonne, ma non sono più a Las Vegas a ballare contro un palo. Non lo facevo per lavoro, mi piaceva danzare, mi divertiva e ricevevo anche delle belle mance.

In questi tre mesi li ho passati più da mio padre che da Tom. Volevo conoscerlo meglio e lui ha compreso. Tanto c'è tempo per l'amore, non ho mai avuto fretta di trovarlo. Anche se con il mio primo ragazzo non è andata come speravo. Magari con Tom andrà bene.

Sono seduta sul water di questo bagno, ho appena vomitato e sto aspettando che la nausea passi, ma appena mi sale un altro conato mi sollevo e alzo la tavoletta. Mi piego e rigetto nuovamente ciò che ho mangiato oggi a pranzo.

Qualcuno che mi sente entra.

«Georg, tesoro...» è la voce di Sirin e mi sorprende che sia piombata qui, visto che sono tre mesi che non mi ha nemmeno degnata di un'occhiata.

Si piega accanto a me e mi tiene i capelli. Appena smetto di vomitare mi pulisce le labbra con un fazzoletto.

«Vieni...» mi dice e mi aiuta ad alzarmi. Mi porta vicino al lavandino dopo aver scaricato e apre la manopola, bagnandomi appena le guance.

«Perché hai chiesto una pausa a Jo? Davvero è solo perché non vuole darti un figlio?» le domando, sperando sia sincera.

«No, non è solo per questo... In tre mesi una persona si aspetta qualcosa, non solo sesso... L'unica presa ero io... Ho capito che non è innamorato e dandogli una pausa è stato più per vedere quale sarebbe stata la sua reazione.» ammette, «non si è arrabbiato. Mi ha solo detto "fa come vuoi." Scusa se non ti ho calcolata, stavo soffrendo e ho sbagliato...»

«Ho sofferto anche io per amore, so cosa significa. Ma magari per Jo era presto innamorarsi di un'altra donna dopo Eloisa...»

«L'ho pensato anche io... Sto da sola che forse è meglio. Penserò più a te e alle tue sorelle.» ammette e spero mantenga la sua parola. Chiude la manopola e mi sistema i capelli. Le faccio un piccolo sorriso e cerco di fare il primo passo, di farle capire che mi interessa conoscerla.

Anche io potevo andare a trovarla ma non l'ho fatto.

La abbraccio e mia madre appoggia le mani sulla mia schiena, accarezzandomi con dolcezza.

«Mi sento una pessima madre...» si autocommisera.

«Nessuno è perfetto. Io non so cucinare...»

«Nemmeno io...»

«Ho bruciato la cucina una volta e Serkan mi ha chiesto di starci alla larga.» le racconto e ridiamo.

«Anche mio padre me lo disse. Quanto avrei voluto che lo conoscevate di più. Era un bravo uomo. Edoardo dice che aveva sempre a me in bocca ma non è vero. Ci amava a tutt'e tre...» ammette e dalla voce rauca riesco a capire quanto stia male per aver perso il padre, magari si sente anche in colpa perché se sono morti quella sera un po' è stato per colpa sua che non ci ha detto dove si nascondesse Claudia.

𝐓𝐡𝐞 𝐌𝐞𝐝𝐣𝐚𝐲𝐬 ➳ sᴀɴɢᴜᴇ ᴄᴀʟᴅᴏ [Secondo Volume]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora