Cento per cento alla Corte e un calcio nel culo

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Interludio
(Parte prima)

XXV

«La Casa da Gioco ha cinque uscite, se contiamo anche quella secondaria scoperta da Tommy lo scorso quarto», disse Dankar, indicando una porta disegnata a mano dietro alla bottigliera.

Erano tutti seduti intorno alla sua scrivania, alla Tana. Sotto i loro nasi, stesi sul freddo legno scuro, erano stati srotolati i fogli che componevano la mappa della proprietà di Geerd, uno per ogni piano.

La Casa da Gioco si estendeva su tre livelli a Diefbourg e su due a Onderbourg. Il piano terra scoperto ospitava la roulette e le slot machines a vapore, mentre al primo si trovavano i grandi banchi verdi, attorniati da divanetti violacei e tavolini sempre ricolmi di bicchieri quasi vuoti. L'ultimo piano, invece, copriva l'intera sala sottostante con un soffitto a specchio ed era inaccessibile ai giocatori.

La proprietà, al centro del quartiere nominato Gingillo - per questo e per altri motivi, tra cui la presenza di gioiellerie e botteghe di lusso - era stata legalmente acquisita dal Falsario sotto falso nome tramite un contratto con la Corte poco equo e tutt'altro che dignitoso. Le opzioni erano sessanta per cento degli incassi a Geerd, quaranta nelle casse dell'Imperatore oppure cento per cento alla Corte e un calcio nel culo. Geerd aveva scelto la prima.

Era un meccanismo perfetto, per un qualsiasi giocatore saltuario e per i massimi vertici, ma non per Tommy. Tommy era ludopatico, il che se da una parte era una condizione patologica alquanto autodistruttiva, dall'altra risultava conveniente se a esserne vittima era un membro di una banda di ladri.

Tommy adorava il gioco, adorava la consistenza delle fiches in mano e l'odore dei tappetini di velluto verdi su cui scivolavano le carte, ma sopra ogni cosa adorava smantellare il sistema. In generale, non solo lì dentro. Se avessero organizzato una protesta in Piazza Grande per distruggere la Corte, avrebbe partecipato. Se i bottegai avessero indetto uno sciopero per la qualità del cibo, sarebbe stato al loro fianco. Testa alta e petto all'insù. Era un anarchico, in tutto e per tutto.

Alla Casa da Gioco, tuttavia, il suo passatempo preferito restava quello di osservare gli altri. Il procedimento era sempre lo stesso: mandava qualcuno ai piani bassi di Onderbourg, gli diceva di cercare il Falsario, gli dava qualcosa - il più delle volte informazioni - con cui barattare monete false e poi si presentava al casinò con la chioma bionda e il viso invecchiato per cambiarle in fiches e andare a fottere lo stesso bastardo che aveva prodotto quel denaro.

Lo trovava poetico.

L'ironia? Geerd incassava il denaro, lo controllava e riciclava gli aurei spedendoli alla Corte. Aveva cresciuto Morlion secondo i suoi dettami, ma nessuno ne era a conoscenza, perciò all'arrivo del denaro a Palazzo, il vescovo divideva le monete vere da quelle fasulle e riponeva queste ultime nelle casse di Calidius. Alla fine, vincevano tutti tranne l'Imperatore, come al solito.

Tommy si schiarì la voce e prese la parola, prima che il suo Capo desse loro gli ordini per l'antinotte successiva.

«Le slot sono tarate su una vincita ogni mille giocate, ma possiedono un meccanismo che divide le monete in base al peso e alle scanalature. Si tratta di dettagli impercettibili, ma con una buona bilancia e uno stampino si dividono le monete false da quelle vere. Chi vince, ritira mille aurei falsi, ma non se ne accorge mai. La roulette, invece, è il pezzo migliore. Il banchiere ti lascia tirare la pallina al primo turno, questa gira rapidamente sui numeri e finisce apparentemente su un settore a caso. La gente crede che funzioni a fortuna, ma la gente, come sappiamo, è stupida. Il banchiere gira sempre il disco in senso opposto alla pallina. Il numero o il settore vincente al primo turno, viene riutilizzato come partenza per il secondo e così via. Peccato che la pallina finisca sempre negli stessi settori e che chi si appresta a vincere una grossa somma ai banchi venga accompagnato a fare una "pausa" alla mescita poco prima dell'ultimo turno.»

Diefbourg. La città di maschere e bugie.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora