sarah's pov
mi sveglio di soprassalto sentendo la voce di mida che mi chiama: "oiii"
il sonno si dissolve rapidamente, lasciandomi solo con il ricordo della notte appena trascorsa.
mi alzo di scatto, sedendomi più lontano da lui sul letto.
incrocio le braccia e lo guardo con freddezza, come a voler mettere una barriera tra noi.
lui chiede se può sedersi sul letto, e dopo qualche istante di esitazione, decido di dargli corda.
ha un’espressione a metà tra il dispiaciuto e il preoccupato, come se non sapesse da dove cominciare.
"ho sbagliato"
ammette, con un tono che suona più come una recita che come una confessione sincera.
alzo un sopracciglio, ironica. non basta di certo ammettere uno sbaglio per sistemare tutto.
"qualsiasi sia la causa, non si dovrebbe mai ricorrere a certi toni e gesti" continua, sembrando quasi un bambino costretto a ripetere una lezione imparata a memoria.
c’è qualcosa di goffo e impacciato in lui, qualcosa che mi fa rilassare un po’, togliendo l’asprezza dal mio sguardo.
"è solo che ci tengo molto a te" aggiunge, e quelle parole mi toccano.
la mia espressione si addolcisce, perdendo un po’ della rabbia iniziale.
'lo so, chri. e in fondo... un po’ se lo meritava"
ammetto, cercando di tenere la voce ferma. lui sorride di riflesso, ma prima che possa rilassarsi troppo, aggiungo subito:
"ma se avessi provato a sfiorarla oltre quello, te la saresti vista male"
alza le mani al cielo in segno di resa.
"non l’avrei mai fatto," dice con sincerità.tiro un sospiro di sollievo e mi avvicino a lui, lasciando cadere la testa sulla sua spalla.
mi sento stanca, confusa, e la sua presenza mi offre un certo conforto.
"non so cosa fare, non voglio perderla" confesso, la voce che si spezza leggermente mentre parlo.
"sai che non la ho proprio in simpatia" inizia lui, con un mezzo sorriso che cerca di alleviare la tensione.
"quindi forse dovresti chiedere a qualcuno più oggettivo. però ti dico... fai attenzione. non affrettarti e cerca di capire se è giusto provare a sistemare le cose"
le sue parole mi fanno sentire di nuovo piccola e impotente. mi stanno mettendo di fronte alla realtà che ho cercato di ignorare, quella in cui devo prendere una decisione difficile.
"so che ti ama"
continua mida, con una sincerità che raramente sento in lui.
"ma a volte vedo quanto ti ferisce, anche involontariamente"
resto in silenzio. mida ha ragione, lo so. eppure, c’è una parte di me che non vuole arrendersi, che non vuole lasciar andare ciò che abbiamo costruito, anche se è imperfetto e a volte doloroso.
mi ritiro dal suo abbraccio, cercando di mettere in ordine i pensieri.
devo prendere una decisione, ma non ora.
decido di rimandare ogni riflessione a un momento successivo, quando sarò più lucida.dopo che lui ha lasciato la stanza, scivolo fuori dal letto e mi avvicino alla mia valigia, aprendo uno dei comparti interni.
lì, nascosto tra i vestiti, c’è il regalo che avevo comprato per angela.
lo prendo tra le mani, sentendo un nodo stringersi in gola.
so quanto le sarebbe piaciuto.
lo guardo per un istante, immaginando la sua reazione se glielo avessi dato.
ma subito, la realtà mi colpisce: non posso consegnarglielo, non dopo tutto quello che è successo.
con un respiro tremante, ripiego con cura il regalo e lo ripongo nella valigia. ciudo la cerniera, sigillando dentro non solo l’oggetto, ma anche un pezzo del nostro ipotetico futuro.la mia giornata scorre come al solito: lezioni, chiacchiere con gli amici e qualche spuntino qua e là.
ma la parte più difficile è stata sicuramente la festa di compleanno di angela.
all’inizio pensavo di doverci andare e fingere che andasse tutto bene, per non preoccupare i miei genitori o chiunque altro ci guardasse. ma poi mi è venuto in mente qualcosa che mi ha fatto riflettere.
siamo diventate una coppia pubblica, e questo significa che la nostra vita privata non sarà mai del tutto nostra.
sono già state probabilmente trasmesse la maggior parte delle cose che possono essere trasmesse.
la gente parlerà, i nostri litigi non passeranno inosservati.
e capendo che fingere sarebbe solo una perdita di tempo, mi sono chiusa in camera e non sono uscita finché non sento bussare alla porta.
"chi è?”
sbuffo, girandomi verso il rumore.
"marisol.”
"entra pure.”
marisol entra con due piatti in mano: uno è pieno di sushi, l’altro con una grande fetta di torta.
si siede accanto a me, poggiando i piatti sul comodino.
"mangiare ti farà sentire meglio”
dice con un sorriso rassicurante.
le sorrido debolmente, poi la guardo e le chiedo:
"ma come fate tu e petit ad andare così d’accordo?”
lei ride, giocherellando con le mani.
"non andiamo sempre d’accordo, sai? siamo solo bravi a nasconderlo, credo”
rimango sorpresa dalla sua risposta. non me lo sarei aspettato.
"davvero?”
"se vuoi saperlo, a volte sono stata anche un po’ gelosa del fatto che voi due sembravate così sicure del vostro futuro, mentre petit a volte sembra così... incerto. e lo è ancora, in fondo.”
all’improvviso, marisol si interrompe e scuote la testa.
"scusa, non dovrei parlare di me adesso"
scuoto la testa, cercando di farle capire che va bene.
"no, continua pure. pensare ad altro mi farà bene. magari riuscirò a togliermi lei dalla testa, almeno per un po’.”
oer i successivi venti minuti, marisol continua a parlare della sua relazione, di come petit possa essere a volte distante e altre molto presente, del loro equilibrio precario.
e mentre lei parla, mi sento stranamente sollevata.
sembra quasi che, immergendomi nei problemi di qualcun altro, i miei diventino meno opprimenti, almeno per un momento.una volta finiro di mangiare e parlare, io e marisol ci dirigiamo in cucina per lavare i piatti.
lei va subito al lavandino, dicendo si lasciare tutto a lei.
io mi fermo davanti alla finestra del salotto e guardo fuori.
mentre osservo, mi accorgo che c’è qualcuno nel giardino.
è angela, seduta sulla panchina, da sola a fumare. ha lo sguardo perso nel vuoto, le spalle curve.
il mio cuore si stringe vedendola così. nonostante tutto, una parte di me vuole correre da lei, confortarla, e sentire che mi ama come una volta.
mi manca soprattutto la sua gentilezza e la dolcezza, che riservava solo a me.
ma c’è un’altra parte, più razionale, che mi trattiene, che mi dice di non cedere così facilmente.
inizio a camminare avanti e indietro, combattuta tra l’impulso di scendere da lei e il bisogno di tenermi a distanza.
il senso di colpa mi logora e così, quasi senza rendermene conto, mi ritrovo davanti alla porta che conduce al giardino.
mi fermo con la mano sulla maniglia, il cuore che batte forte.
mi fermo solo grazie alla mia parte razionale, chiamata anche marisol castellanos.
"non andare"
dice marisol alle mie spalle.
"se vai da lei ora, sarai troppo vulnerabile. devi essere sicura, sarah."
mi giro a guardarla, cercando di leggere nei suoi occhi la verità che temo.
"e se non avremo mai un'altra occasione?"
le chiedo, la voce che trema.
mari sospira, avvicinandosi.
"se ti ama troverà lei un modo per averne una"
!nnuisco, anche se le sue parole mi lasciano una sensazione amara in bocca.più tardi mi lascia sola di nuovo, stavolta nella cucina. cerco di ignorare l’angoscia che cresce dentro di me, ma è impossibile. apro un cassetto e trovo un piccolo blocco di note, così do spazio, di nuovo, alla musica.
sempre la stessa storia
ne vogliamo sempre ancoradopo ieri sera, oltre il dolore provato per quella sensazione di abbandono, non mi capacito di come entrambe non siamo riuscite a controllare un po' i nostri bisogni fisici.
non lo so se è amore o noia
o se ci manca qualcosami chiedo se sia a causa della lontananza sia mentale che fisica.
l'unica speranza è che anche per lei sia significato tanto, nonostante la rabbia.se rimani un po' mi piace
litigare e fare pacea distanza di giorni da quella stupida idea di fare quel "piano" ho realizzato che l'unico motivo per cui ho accettato e che in qualche modo ponevo fiducia nel nostro rapporto e che dopo quei litigi saremmo tornare insieme.
di nuovo e più forti.ci rempiamo di promesse
tanto, poi, nessuna valeripongo il blocco nella mia tasca, cercando di reprimere le lacrime che mi bruciano gli occhi.
ti prego angela, rispetta la tua promessa di rimanere per sempre al mio fianco.- - - - - - - - -
PER FAVORE LEGGETE
allora, oltre il capitolo lunghino che spero possiate apprezzare, volevo informarvi di una cosa.all'uscita di wednesday ho scritto circa una trentina di one shots sulla shio fra mercoledì e enid (sempre viva le donne)
le ho riscritte meglio e ho intenzione di pubblicarle, quindi, se vi piace la ship vi consiglio di dare un occhio a questa raccolta🙏🙏ho già pubblicato un capitolo!!
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kiss me forever - finché non mi rompi, finché non mi vuoi
Romanceuna storia sulla ship migliore di questa edizione, sarah x liljolie. non credo abbia bisogno di una descrizione, le conoscete fin troppo bene