Capitolo 19

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Mi sveglio sentendo "Innoncence" di Avril Lavigne risuonare nella stanza. Spengo la sveglia del telefono e guardo il soffitto. Solo l'idea di alzarmi mi fa star male, ma mi alzo dal letto lo stesso, con il pensiero che la vedró oggi. Da quando c'é lei è tutto meno "pesante", a partire dalla scuola. Vado in bagno per lavarmi, ma essendo mezza addormentata vado a sbattere contro la porta di questo. Perchè non la lascio mai aperta? Mi massaggio la fronte scocciata, abbasso la maniglia ed entro. Alle 7:00 precise sono pronta, anche se continuo ancora adesso ad odiare quella divisa. Non tanto la camicia, quanto il colore di questa e la gonna. Controllo che i miei ricci rossi siano guardabili ed esco di casa. Mi accolgono i raggi del sole e il profumo dei garofani piantati in giardino, respiro a pieni polmoni e inizio a dirigermi verso la fermata del pulman. Esco dal vialetto di casa e mi fermo con un sorriso ebete stampato in volto. Lucy è appoggiata alla sua moto che mi aspetta e quando mi vede sorride anche lei.
~Wow, che onore vedere un suo sorriso a quest'ora di lunedì~ intona lei con fare teatrale.
Smetto di sorridere e mi avvicino a lei. La guardo male, odio i commenti di prima mattina. Mi bacia dolcemente.
~Sei bellissima anche quando fai l'impassibile~ sussurra poi. Le do' un pizzicotto al braccio e poi salgo con lei sul veicolo. Arriviamo alle 7:25 e decidiamo di fermarci ad un bar. Entriamo e ci sediamo in un tavolo un po' piú in disparte dal resto delle persone. Non mi piace il caos di prima mattina, mi innervosisce. Lei prende il suo cappuccino con il solito cornetto ed io la mia bellissima ciambella alla crema. Mangiarla mi mette sempre di buon umore, è un po' come una camomilla prima di andare in una sala giochi. Ti diverti un mondo e sei rilassata. Siamo sedute una difronte all'altra e mi metto ad osservarla. I capelli biondo cenere le sono cresciuti ancora, ora arrivano al seno e gli occhi, solitamente nero petrolio, oggi sembrano rinvigoriti e castano scuro. Ha un trucco leggero, solo un po' di mascara e matita fine nera. Finiamo di mangiare verso le 7:35 e ci mettiamo a ripassare insieme. Quando mancano dieci minuti al suono della campanella, iniziamo a dirigerci all'entrata della scuola.
Vedo alcune coppiette stare abbracciate, sbaciucchiarsi ossessivamente e altre che camminano per mano. Queste cose mi avevano sempre lasciata indifferente, le trovavo forzate o inutili. Invece ora, non so perchè, ma vorrei farle anche io. Mi decido e le prendo la mano facendo intrecciare le nostre dita. Noto con la coda dell'occhio che mi guarda, ma io continuo a guardare la strada difronte a noi senza distogliere lo sguardo. Durante il percorso verso la classe c'era chi ci guardava storto, chi ci ignorava e chi mormorava qualche frase dolce. "Almeno non sono tutti ficcanaso o di mente chiusa" penso entrando in aula. Quando entriamo Rosa e compagnia "bella" ci guardano storto e iniziano a mormorare. Io alzo gli occhi al cielo e vado a sedermi al mio posto, lasciando di malavoglia la sua mano. Il prof di storia entra in classe annunciando un interrogazione a sorpresa. Perdo un battito. Non ricordo nulla. Assolutamente nulla. Eppure fino a ieri bene o male sapevo tutto. Chiama Max per iniziare l'interrogazione e lei parla senza tralasciare nemmeno una virgola. È stupefacente quella ragazza. Sento il prof scorrere l'elenco e mormorare le prime lettere dei cognomi. Sta per arrivare alla "F" quando Laura chiede di poter essere interrogata. Il prof acconsente e dopo aver finito di chiederle di tutto e di più inizia a far lezione. Sospiro sollevata e inizio a seguire prendendo appunti. La mattinata passa veloce e finalmente è ora di andare a casa. Lucy si siede sul mio banco mentre aspetta che finisca di mettere tutto nello zaino. Mentre parliamo della giornata si avvicinano le tre oche.
Se prima sorridevo o accennavo a qualche risatina, ora sono seria e infastidita.
<Vedo che avete fatto amicizia> dice Pina, quella che per me fino a pochi giorni fa' era "l'oca sconosciuta". Finisco di preparare lo zaino e me lo metto in spalla.
<Vedo che non sei così impenetrabile come sembri> dice Tania cercando di provocarmi.
-Sta sicura che persone come voi non penetreranno mai nulla, se mai, siete voi le penetrabili.-
Lucy scoppia a ridere e mi da una pacca sulla spalla.
~Beh anche se dici così non mi sembra che l'altro ieri tu fossi così "impenetrabile"~ commenta maliziosa. Le do' un pizzico sul fianco senza guardarla per farla stare zitta. Non voglio che loro vedano l'altra parte di me. L'altra me. Pina arrossisce e Rosa invece diventa fucsia dalla rabbia e vergogna.
<Ma bene, nemmeno 5 mesi e giá ci date dentro, che schifo mi fate> sbotta lei. Stavolta non riesco a trattenermi e le rido in faccia.
-Questa era davvero buona, smettila di fare battute così divertenti. Si da il caso che quella che viene sbattuta a destra e a sinistra da uno diverso sia tu non noi. E anche se non sono affari tuoi te lo dico lo stesso, almeno la smetti di farti film mentali: non siamo fidanzate e notizia bomba non l'abbiamo ancora fatto- rispondo scocciata e dando sfogo alla mia stizza. Le risparmio la fatica di chiedermi ció che sta pensando di chiedere.
-Non sono lesbica, etero o tutte quelle altre etichette che la gente inventa per classificare le persone. Sono Amy e stop.-
Prendo Lucy per mano, ormai quel contatto che mesi prima mi era estraneo, ora mi è molto familiare e mi incammino verso l'uscita.
<Allora cosa siete?> mi domanda Pina un po' confusa. Non rispondo e continuo a camminare con la sua mano nella mia. Per tutto il tragitto fino a casa mia, mi rimbomba quella domanda in testa: "Che cosa siete?"
Logicamente siamo due persone che sanno di volersi e che non se lo sono ancora dichiarate apertamente. Ma certe cose se non si sta insieme non si possono fare e altre invece si. In una relazione alcune cose cambiano. Si ferma davanti al giardino di casa mia ed io scendo senza dire una parola. La saluto con la mano e poi corro in casa. Ho bisogno di pensare e stare sola. Voglio capire a fondo quello che provo e se sono pronta ad impegnarmi a fondo con lei. Mi concentro sullo studio fino alle 16:00. Finisco abbastanza presto e decido di farmi un bel panino con la nutella. Accendo il telefono e trovo 3 messaggi e 5 chiamate perse da Lucy. "Ma che cavolo succede?" La chiamo per sapere cosa succede ma risponde la segreteria. Sento bussare alla porta e vado ad aprire. La trovo tra l'incazzato e il preoccupato e la faccio entrare. Sta per dire qualcosa quando si ferma.
~Stavi studiando?~ chiede sorpresa vedendo i libri sul tavolo del salotto.
-Si, ho finito poco fa. Volevo distrarmi.-
Annuisce poco convinta e i pensieri repressi ritornano a farsi sentire nella mia mente.
-Stavo pensando all'uscita da scuola- inizio guardando il vuoto.
-Che cosa siamo?- le chiedo smarrita e guardandola finalmente negli occhi. Sembra pensarci un po' e poi risponde confusa.
~Due ragazze che si frequentano(?)~
Avevo pensato anche io a questo, ma è come se non mi bastasse come spiegazione.
~Io non lo so Amy, più di questo non so cosa altro rispondere.~
Sospira frustrata, come se se lo stesse chiedendo anche lei da tempo. Mi sento un po' vuota in questo momento e il malumore inizia a invadermi.
-Già- rispondo solamente. Perchè deve essere tutto così complicato? Non puó chiedermi di stare con lei? O se mi va di provarci con lei? In questo momento siamo solo delle amiche che fanno cose da fidanzate. Io non voglio essere solo sua amica.
Veniamo interrotte da mia madre che entra in casa con le buste della spesa. Lucy se ne va salutandomi con un ciao ed io mi sento peggio di prima. Cos'ha ora? Che ho fatto? Non ho nemmeno il tempo di capire che cosa le è preso, che mia madre mi intima di aiutarla a mettere le cose a posto. Verso sera mi arriva un messaggio.
"Da Lucy: Ripensavo alla conversazione di oggi e credo che per te tutto questo sia troppo da sopportare. Faremo come se non fosse mai successo nulla cosí non avrai nemmeno problemi a scuola o con lo studio. A domani"
Lascio cadere il telefono sul letto, mi alzo e tiro un violento pugno allo specchio del bagno. Da uno diventano due, poi tre, poi aumentano finchè il vetro non si rompe. "Faró come se non fosse mai successo nulla" ripete ossessivamente la mia mente. Mi sciacquo la mano velocemente, la fascio, mi vesto con le prime cose che trovo ed esco.
<Dove vai?> mi chiede mia mamma dal salotto.
-A sistemare delle cose con Lucy, non aspettarmi sveglia-
Mi accoglie la pioggia, una bellissima pioggia gelida, come me in questo momento. Sono stanca di questa situazione, è ora di mettere le cose in chiaro.

You're my storm.Where stories live. Discover now