19. Try hard

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"Say I couldn't want you less, but I just want you more"
Revolving door - Tate Mcrae




L'acqua sembra quasi fuoco ormai, ma è solo la pelle che brucia sotto le sue mani.
Le sue labbra sono tutto fuorché pazienti.
Non è un bacio: è un morso, un bisogno, un richiamo. E io lo accolgo come se fosse tutto ciò che aspettavo da giorni.

Mi stringe contro di sé e sento il suo respiro farsi più profondo, più irregolare, incastrato nel mio.
Il suo corpo aderisce al mio senza lasciare spazio: le sue mani mi passano sulla schiena, poi scendono con decisione, afferrandomi i fianchi, il fondoschiena, premendomi contro la sua erezione sotto l'acqua.

È già duro. E lo sento. Dio, se lo sento.
Il mio respiro si spezza, le gambe mi tremano e lui se ne accorge, sorridendo contro la mia bocca.
"Stai tremando" mormora, la voce roca.
"E allora? Ti piace, no?" gli soffio addosso, mentre lo guardo con sfida.
"Mi manda fuori di testa."

Mi solleva di scatto e le mie gambe gli si avvolgono intorno alla vita.
Sotto di noi, solo l'acqua. Sopra di noi, la luna. Ma tra di noi non c'è più niente: solo pelle, solo urgenza.
Sento le sue dita passare sotto il bordo del mio intimo, spingere via il tessuto con impazienza, affondare tra le mie cosce.
Un singolo tocco. E io ansimo.
Un altro. E mi mordo le labbra per non gemere troppo forte.

"Sei calda da far impazzire" sussurra, mentre le sue dita si muovono lente, sicure, dentro di me, e il pollice mi accarezza il punto che mi manda fuori controllo.
"Non è l'acqua" mormoro, e lui sbuffa piano, eccitato e incredulo allo stesso tempo.

Il mio corpo si tende intorno alle sue dita, e quando mi guarda capisco che sta trattenendo a stento l'istinto di prendermi subito, lì, nell'acqua, senza pensarci due volte.

"JJ..." la mia voce è solo un sussurro, ma lui capisce.

Mi toglie l'intimo con un solo gesto, e il mio cuore inizia a battere più forte. Sento il rumore del mio sangue nelle orecchie, mentre la punta del suo membro si sfrega contro di me, cercandomi, testandomi.
"Se vuoi fermarmi, fallo adesso" dice piano, la fronte contro la mia.
"Non voglio" gli rispondo senza esitare.

E poi entra.
Piano. Profondo.
La sua testa cade sulla mia spalla mentre un gemito gli scappa dalle labbra.
Lo sento dentro, ogni centimetro, lento e inesorabile, mentre il mio corpo si adatta al suo con una naturalezza spaventosa.
Mi stringo a lui, il fiato spezzato, le unghie affondate nella sua schiena bagnata.
Si muove con una lentezza che mi distrugge, poi accelera, ogni spinta più decisa della precedente.

L'acqua intorno a noi si increspa appena, ma io non sento altro che lui.
Le sue mani che mi stringono forte, il suo bacino che mi sbatte contro con una forza controllata, quasi brutale.
Le sue labbra che ritrovano le mie ogni volta che un gemito rischia di uscire troppo forte.
Mi scopa come se lo stesse facendo da sempre, come se il nostro corpo fosse nato per incastrarsi così.

"Guardami" sussurra. "Voglio vederti mentre vieni."
E io lo faccio. Lo guardo.
Gli occhi chiari, fissi nei miei. Le labbra socchiuse.
E mentre la sua mano scivola tra di noi, trovando di nuovo quel punto preciso, sento il mio corpo cedere, la tensione spezzarsi.

Il mio orgasmo arriva lento e devastante, come un'onda che si infrange e poi si ritira, lasciandomi tremante tra le sue braccia.

I suoi movimenti rallentano, poi si fermano del tutto. Lui mi segue subito dopo, uscendo poco prima, con un gemito soffocato tra i miei capelli.
Restiamo così, a galleggiare, uniti, incollati, stanchi e sazi.

Il silenzio che segue non è vuoto.
È pieno di quello che non ci siamo mai detti.
Di quello che abbiamo appena fatto.

E io so che non siamo più gli stessi di prima.















𝑾𝒊𝒍𝒅𝒆𝒔𝒕 𝑫𝒓𝒆𝒂𝒎𝒔, Outer BanksWhere stories live. Discover now