Flashback​🌌 2017

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«Qualunque cosa accada, ci vediamo al Blackstone Bridge.»

Xander gliel'aveva ripetuto mille volte.

Annie doveva solo finire le valige, uscire di casa e arrivare lì.

Senza guardarsi indietro.

Avevano organizzato quella fuga da così tanti mesi che, nei loro cuori, Xander era già uscito dalla Croce Nera; si guardavano come se fossero già sposati, come se la loro nuova vita fosse già cominciata.

Non desideravano altro che questo: una vita alla luce del sole, fatta di lenzuola condivise, di sveglie lente e di baci che sapevano di libertà. Dove Xander poteva rallentare, e Annie poteva persino arrivare in ritardo a lavoro per restare con lui un minuto in più.

Ma si poteva davvero scappare dalla Croce Nera?

Il piano era studiato nei dettagli: Xander avrebbe concluso il suo turno, raggiunto Annie al ponte e, insieme, sarebbero fuggiti.

Da settimane Annie aveva cambiato casa, Xander sospettava che qualcuno la sorvegliasse, anche se non sapeva come fosse possibile. L'unico a conoscere la loro relazione era Damon, e un fratello come lui non l'avrebbe mai tradito.

Eppure...

...qualcosa stonava.

Forse erano solo paranoie alimentate dall'avvicinarsi della fuga, ma non voleva lasciare nulla al caso. Per Annie avrebbe davvero fatto tutto, ma non aveva pensato che, anche lei, avrebbe fatto tutto per lui.

Tutto.

Annie spinse con forza gli ultimi vestiti nella valigia; si guardò attorno con ansia: il momento era arrivato eppure le sembrò irreale. Le farfalle nello stomaco si scontrarono creandole un groppo a stringerle la gola.

Non ci pensare. Fai più in fretta e non ci pensare. Era il mantra che si ripeteva.

Se si fermava anche solo un secondo, le sembrava tutto assurdo e irrealizzabile. Ma Xander meritava altro, meglio, tutto ciò che lei avrebbe potuto dargli, e anche quello che non sarebbe mai riuscita a fargli avere. Ma ci avrebbe provato, sempre.

Scosse la testa e chiuse la valigia.

Un ultimo sguardo all'appartamento, vuoto ed estraneo, poi il cellulare vibrò sul letto.

Numero sconosciuto.

Corrugò la fronte. A volte Xander usava numeri diversi per precauzione, ma non quella sera. Non doveva farlo.

Esitò per un momento, mordendosi le unghie e le pellicine delle dita.

Il telefono smise di suonare per poi riprendere nell'attimo successivo.

Questa volta rispose senza titubare.

«Sì?»

«Annie.»

Era una voce sconosciuta, eppure il suo cuore lo capì prima di lei: qualcosa era andato storto.

«Chi parla?»

Una risata gelida attraversò la linea. «Scusami per la maleducazione. Sono Yonas. Xander ti avrà parlato di me.»

Un crampo le strinse lo stomaco.

Più della paura e dell'ansia, era la rabbia a soffocarla; rabbia per quell'uomo che aveva provato a piegare Xander, a spegnerlo, a stringerlo con forza dentro al suo pugno.

E se c'era una cosa che Annie aveva sempre desiderato, era dirglielo in faccia, urlargli tutto il disgusto e lo schifo che provava per lui, e la vergogna che lui stesso avrebbe dovuto provare.

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