Capitolo 9-Epilogo

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Sul viso di Gabriel si dipinse un'espressione sofferente e lasciò immediatamente la spada. "Maledetta" ringhiò, accasciandosi a terra mentre io riprendevo possesso dell'arma. Gliela puntai alla gola, esattamente come aveva fatto lui pochi minuti prima.
"Dimmi" ghignai "come ti senti poco prima di morire?" Chiesi ricalcando le sue esatte parole.
Gabriel mi lanciò uno sguardo di fuoco, senza tuttavia rispondere.
Dal canto mio, avevo il petto gonfio di gioia. Ero davvero soddisfatta di me stessa, avendo battuto il mio nemico naturale.
"Sai" dissi solleticandogli la gola con la lama "non ti darò questo premio. Non ti ucciderò" affermai suscitando gridolini di sorpresa. "Ma non lo faccio per te" asserii sicura, spegnendogli il sorriso che gli era appena spuntato sul viso "semplicemente, credo che la peggior punizione per te sia convivere con l'idea di essere stato sconfitto da una ragazza." Avvicinai il mio volto al suo, lasciando solo uno spazio di pochi centimetri "da me "
Ciliegina sulla torta, gli sputai in faccia. Avevo sempre desiderato farlo.

Grida di giubilio si spansero per le strade dell' Olimpo. Erano tutti contenti che la guerra fosse stata sventata. Dopo aver condotto Gabriel nel Tartaro, gli olimpi fecero una gran festa e organizzarono un banchetto a cui parteciparono tutti gli dei del Dodekatheon. Eccezionalmente, fui invitata anch'io ma rifiutai. Non volevo unirmi ai festeggiamenti degli dei, così ipocriti. Dopo che le mie ferite furono curate,dovetti comunque subirmi i complimenti di tutti a cui io risposi con sorrisi di circostanza. Mi dolevano le mascelle a forza di sorridere.
"Sei stata fantastica" udii una familiare voce femminile alle mie spalle.
Mi preparai a rispondere con cortesia alle ennesime lodi ma quando mi voltai fu per una grande sorpresa scoprire chi era il mio interlocutore. Clelia.
"Grazie" risposi a disagio, passandomi una mano sulla nuca.
Calò un silenzio imbarazzante.
"Scusa" sbottò all'improvviso la mia migliore amica. "Avrei dovuto dirtelo. Solo che gli dei. ..loro erano contrari...ed io..." balbettò con le guance infiammate.
"Non fa niente" la fermai "va tutto bene, Clelia. Non ti preoccupare" L'avevo già perdonata. Dopo aver conosciuto gli dei, ero ben conscia delle punizioni che potevano infliggere a coloro che osavano contrastarli. Clelia, in fondo, si era limitata a proteggermi.
"Ti devo ringraziare" ammisi "per avermi sostenuto e aiutato in tutti questi anni"
Mi sorrise "L'ho sempre fatto con piacere"
Ci abbracciammo.
Quando ci staccammo, lei mi strizzò l'occhio. "Una persona ti aspetta" mi sussurrò complice prima di andarsene.
Dietro di lei, nella mia visuale apparve Morfeo. Mi slanciai verso di lui e lo abbracciai, incapace di trattenermi. "Grazie" mormorai contro la sua spalla "senza di te, non avrei mai sconfitto Gabriel."
"Di niente"
"Niente!?" Mi staccai "Tu chiami niente salvarmi la vita?"
Lui si tolse gli occhiali e mi rivolse uno sguardo strano. I suoi occhi blu contenevano una scintilla misteriosa, difficile da decifrare. "Si fa di tutto per la persona a cui tieni più dell' immortalità" asserì con un sorriso enigmatico.
Aggrottai la fronte, perplessa,  ma prima che potessi parlare, Morfeo mi sigillò la bocca con un bacio. Inizialmente rimasi rigida, immobile ma quando iniziò a stuzzicarmi il labbro inferiore per approfondire il bacio, mi rilassai contro di lui, allacciandogli le braccia al collo. Le nostre lingue s'intrecciarono tra di loro, dando vita ad una  danza sfrenata, simile a quella delle baccanti. Era sublime. Una gioia, un'eccitazione impalpabile invase ogni fibra del mio corpo. Ero totalmente persa in quel vortice di emozioni, incurante di tutto il resto. L'unica cosa che percepivo, oltre alle labbra del dio sulle mie, erano le sue ali che mi avvolgevano completamente, sigillando il nostro, piccolo, angolo di universo.

Tre anni dopo
"Dianaa!" Mi chiamò Clelia, esasperata. "Dobbiamo andare!"
"Si certo" mugolai mentre Morfeo mi posava piccoli baci sul collo. "Smettila, ti prego" gli sussurrai sorridendo. Non avevo alcuna intenzione di staccarmi da lui, ma la scuola mi attendeva. "Non m'importa se farai tardi" replicò lui.
La mia migliore amica scosse la testa, m'afferrò un braccio e mi trascinò via a forza. Protestai vivacemente ma non servì a nulla. "Ci vediamo oggi pomeriggio!" Urlai a Morfeo mentre Clelia mi conduceva via.
Nonostante stessi andando a scuola, sorrisi per tutto il tragitto. Dopo aver sconfitto Gabriel infatti, potevo affermare di avere una vita serena.  Passavo tutto il mio tempo libero sull' Olimpo. Lì, considerata come un'eroina, mi trattavano con tutti i riguardi ed ormai intrattenevo buoni rapporti con tutti gli Olimpi, persino con gli dei, in particolar modo con Artemide. Continuavamo ad allenarci insieme e, nonostante qualche piccolo contrasto, avevamo instaurato una buona amicizia.
Poi, naturalmente, Morfeo, dal momento che eravamo ufficialmente una coppia, assorbiva gran parte del mio tempo. Sorrisi nuovamente.Ero finalmente felice.

FINE

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