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21 Dicembre, 02:40 PM;
Che bello passare le giornate a programmare il proprio futuro, costruendo i pilastri che sosterranno la nostra vita, e poi, per paradosso, aspettare che qualcuno arrivi e distrugga tutto, annulli ogni piano.
Era stato il caso di Kyousuke Tsurugi, che un anno addietro aveva abbandonato lo sport che amava ed era partito per Tokyo, intenzionato a farsi una nuova vita e determinato più che mai a diventare un medico. Questo era il progetto che si era costruito, e lo aveva visto quasi del tutto sfumare davanti a sé quando aveva incontrato un suo ex compagno delle medie: Tenma Matsukaze. Tenma era stato l'uragano che in meno di due giorni aveva stravolto quasi ogni suo piano e, soprattutto, aveva modificato la sua visione del futuro. Si sarebbe potuto paragonare a una forza dirompente entrata nella sua vita in modo estremamente naturale, con il potere di semplici parole e sorrisi; e Kyousuke non gli si era opposto, lo aveva lasciato scivolare a fianco della sua esistenza poiché una presenza simile a quella di Tenma non poteva che essere positiva. Difatti, da quando i due si erano ricongiunti, Tsurugi aveva preso a essere meno solitario, mentre spruzzi di felicità avevano colorato quelle che prima non erano che tante grigie giornate che si susseguivano con monotonia. Pareva che antecedentemente all'incontro mancasse qualcosa in lui, ed era come se durante quel tempo in cui la solitudine lo aveva inghiottito lui non avesse fatto altro che attendere l'arrivo di Matsukaze.
Dopo circa un anno i due erano finiti a condividere un appartamento in periferia. All'inizio la situazione era stata imbarazzante, ma ben presto vi si erano abituati e Kyousuke vi aveva trovato pure una sequela di situazioni positive e proficue. Casa adesso non equivaleva più a eterno silenzio e solitudine; Kyousuke aveva imparato a non assecondare più solo le proprie abitudini, ma a curarsi anche di quelle del castano; quando si svegliava i suoi occhi si scontravano con l'immagine di un Tenma addormentato a dir poco adorabile; gli sembrava che l'inverno fosse meno freddo, anche se probabilmente era solo una sua impressione; e ultimo punto, ma non meno importante: il Newstart - fast food economico in stile occidentale dove i due avevano avuto modo di rincontrarsi - aveva deciso di fare loro un ulteriore sconto.
« Oh, insomma! Siete degli amici, non posso farvi pagare il prezzo intero. Soprattutto in questo periodo dell'anno, eh. » stava dicendo una convinta Miyu (l'insopportabile figlia della proprietaria del locale) da dietro la cassa, mentre giocherellava con una delle ciocche di capelli rossi che le ricadevano sulle spalle, con un sorriso ironico in volto. Vagò con lo sguardo intorno, un'espressione di sufficienza nel voler evidenziare il significato delle sue parole.
Il negozio era addobbato da decorazioni natalizie: palline colorate pendevano dal soffitto, festoni luccicanti si snodavano per le pareti, a sovrastare ogni tavolo vi era un rametto di vischio - invito a baciarsi che veniva puntualmente ignorato da ogni cliente - e il campanellino alla porta d'ingresso, sebbene tintinnasse 365 giorni all'anno, assumeva improvvisamente suono adeguato e quasi piacevole. Mentre ad attendere i clienti all'entrata vi era un enorme pupazzo di Santa-san* che, più che sembrare ospitale e amichevole, aveva un aria piuttosto inquietante.
Un tempo vigeva in quel locale un arredamento sobrio che permetteva a Kyousuke di entrare lì dentro senza essere colto da una crisi di nervi, ma era bastato l'avvenire di quella festa a rendere il tutto un lontano ricordo.
A detta del ragazzo sopraccitato il fast food si era trasformato diventando... Pacchiano, esagerato, sgradevole, e una sequela di tanti altri epiteti negativi.
Questo bizzarro e improvviso cambiamento si poteva forse giustificare solo mettendo in causa la natura esuberante della proprietaria. La signora Mizuyaji e sua figlia Miyu non si erano preoccupate minimamente di esagerare: ora i tovaglioli di carta erano rigorosamente verdi e rossi, al menù si erano aggiunti piatti a tema natalizio provenienti dai più svariati paesi e, come se non bastasse, ad ornare il centro di ogni tavolo c'era un finto e piccolo abete colorato.
« Sul serio Miyu-chan, non ti devi preoccupare. È giusto trattarci come dei normali clienti. Sei troppo gentile. » stava insistendo Tenma, ricacciandole in mano i soldi che la ragazza aveva precedentemente rifiutato.
Miyu si mise le braccia dietro la schiena, poi con la faccia di chi è stato sottovalutato scosse energicamente il capo con disappunto.
« Niente storie Tenma! Offre la casa. » concluse poi, con un risolino vittorioso.
Davanti a quella scena Kyousuke si limitò a roteare gli occhi. Gli dava la nausea la vista di certi scambi di gentilezze e sorrisi, in modo maggiore se erano tutte azioni fittizie e artificiose.
Rispetto al suo ragazzo - troppo ingenuo per rendersene conto -, Kyousuke poteva vantare una conoscenza di Miyu più ampia, tanto da poter affermare che il suo non era che un finto buonismo per ottenere situazioni a lei redditizie.
« Allooora, vivete assieme ora, giusto? » ecco, appunto. Lui lo sapeva, quella tipa barattava buone azioni per le informazioni altrui che non la riguardavano affatto. Il perché lo facesse gli era ancora ignoto, sapeva solo che da quando l'aveva conosciuta lei non aveva fatto altro che cercare di insinuarsi nella sua vita, inconsapevole - o forse no? - che fosse indesiderata.
E la situazione si era addirittura aggravata con l'arrivo di Tenma. Miyu non aveva impiegato molto tempo per scoprire della loro relazione, dato che il castano non si faceva scrupoli a raccontarle di tutto, senza che nascesse nella sua mente il dubbio che ci fosse qualcosa di strano in una ragazza sconosciuta che ti fa così tante domande sulla tua vita privata.
Era praticamente l'unica a sapere del loro fidanzamento, e non lo sarebbe dovuta essere.
« Oh, beh... » iniziò Tenma, arrossendo, in cerca delle parole più giuste da usare.
Kyousuke lo fulminò prontamente con lo sguardo per vietargli di parlare.
La ragazza sembrò accorgersene, e dopo aver guardato Tsurugi con aria di sfida insisté di nuovo. Era determinata più che mai a scoprirlo, aveva sentito i due accennare qualcosa su una "casa condivisa" e si era da subito insospettita, necessitava di confermare che ciò fosse vero. Giocò quindi una delle sue carte migliori: cercare di intenerire Tenma e farlo sentire in colpa. In genere bastava stuzzicare per un po' l'animo buono del castano per ottenere quel che voleva.
« Oh, andiamo... A me potete dirlo! » esordì, con un faccia dispiaciuta palesemente falsa. « Siamo amici dopotutto, no? »
« No. » rispose lapidario Kyousuke, ricevendo per reazione una gomitata e un rimprovero dal suo fidanzato.
« Certo che siamo amici Miyu-chan!
E sì, abbiamo comprato un appartamento non troppo lontano da qui e adesso viviamo assieme. » confermò Tenma con tono amichevole e ancora un po' di imbarazzo a rivelarsi sulle sue gote.
Miyu 1, Kyousuke 0.
La ragazza stava vincendo.
In quello stesso momento risuonò il campanellino, e fece il suo ingresso la signora Mizuyaji, proprietaria del fast food.
Tenma si voltò a guardarla arrivare, mentre Miyu approfittò del momento di distrazione del castano per fare una linguaccia a Tsurugi.
« Biscottini miei! » esordì la donna appena li raggiunse. Rispetto a Miyu, sua madre era molto più facile da tollerare, nonostante ciò aveva una brutta consuetudine che impediva a Kyousuke di cancellarla dalla sua lista nera: chiamava chiunque con soprannomi sdolcinati e improponibili.
Matsukaze ricambiò energicamente il saluto della donna, il blu si limitò ad un borbottio incomprensibile.
La signora Mizuyaji era senza dubbio di ritorno dal parrucchiere, dato che il caschetto a dir poco orribile che aveva prima era scomparso, e i capelli corti e l'assenza di una frangetta le davano decisamente un aspetto migliore e più dignitoso. Contribuivano anche a risaltare il colore degli occhi, verdi e luminosi come li aveva la figlia, sebbene velati dalla stanchezza e privi della vitalità di quelli di quest'ultima.
« È così bello vedervi quasi sempre! » asserì la donna, con quella che pareva pura gioia. Si vedeva che era una persona sola.
« Tra l'altro siete sempre assieme quando tornate a casa... » fece la proprietaria del locale con tono interrogativo, alla ricerca di risposte plausibili. Al che i diretti interessati emularono contemporaneamente dei colpi di tosse finti per soffocare l'imbarazzo.
« Oh beh... Abitiamo vicini! » si giustificò Tenma, grattandosi il capo come era solito fare quando rispondeva a domande "scomode". Kyousuke annuì per confermare, dato che con tutte le probabilità se le avessero rivelato come stavano davvero le cose avrebbero finito con il traumatizzala.
Ci fu qualche attimo di silenzio, in cui i due sperarono che la donna si fosse bevuta quella storiella, dopodiché Miyu scoppiò a ridere inesorabile.
La madre la guardò con cipiglio interrogativo prima di riprendere a parlare.
« Comunque, tesori miei, che ne pensate del nuovo arredamento? » i due interpellati si guardarono agitati, iniziando a sudare freddo. Per fortuna la Mizuyaji continuò con il suo monologo « Non so se si è notato, ma io adoro il Natale! » urlò, prima di fare una piroetta, incurante degli sguardi dei clienti e degli altri dipendenti (che comunque oramai si erano abituati a quelle stranezze.)Poi saltellò verso la vetrata, e una volta lì davanti prese a osservare con occhi incantati il paesaggio niveo al di fuori.
Tsurugi sospirò esausto.« Mh, già, festa stupenda, ma ora dobbiamo and-- »
« Io amo il Natale, troppo. Mi ricorda mio marito... A proposito, vi ho già raccontato di quella volta in cui-- »
« Ehm, sì, mamma; glielo hai già raccontato. E comunque ora devono andare. » si affrettò a interromperla Miyu, frenando un probabile racconto dalle note malinconiche, per poi girare il capo verso Tsurugi e fargli l'occhiolino, come per dire "mi devi un favore."
Tenma guardò il suo fidanzato per suggerirgli di approfittare della situazione e darsela a gambe prima che fosse troppo tardi, e Kyousuke annuì.
« Okay, noi andiamo. » annunciò.
Dopodiché, finalmente, uscirono dal Newstart.

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